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Europa Orientale: aumentano i depositi bancari, ripartono edilizia e industria

I dati pubblicati da Intesa Sanpaolo segnalano un generale rafforzamento dell’attività economica nella regione. Ma l’aumento dei depositi accompagnato dal calo dei prestiti alle imprese indica una domanda per investimenti ancora debole.

Europa Orientale: aumentano i depositi bancari, ripartono edilizia e industria
Secondo quanto rileva il Centro Studi Intesa Sanpaolo, gli indicatori segnalano un rafforzamento dell’attività economica nei paesi dell’Europa Centro-Orientale (CEE) con filiali del gruppo Intesa Sanpaolo in agosto e, contemporaneamente, un consolidamento nei mercati dell’Europa Sud-Orientale (SEE) dopo il forte rimbalzo nel corso del secondo trimestre. La produzione industriale è cresciuta sia nella regione CEE, con un trend tra il 3,5% registrato in Ungheria al 17,5% in Slovacchia, sia tra i paesi SEE, dal 2,4% in Bosnia al 5,3% in Romania. Nel terzo trimestre in Russia l’indicatore PMI, che riflette la capacità dell’acquisizione di beni e servizi, si è elevato sopra la soglia di 50, segno di una ripresa delle attività di settore, seppure il comparto edilizio è rimasto debole; allo stesso tempo in Ucraina la produzione manifatturiera e l’attività edilizia hanno incrementato il ritmo sostenuto già registrato nel secondo trimestre. Nella regione MENA, in ambito industriale la produzione egiziana è diminuita in media del 10,8% nei mesi dai minori ricavi del turismo e dal rallentamento dei flussi commerciali attraverso il canale di Suez.

Il tasso di inflazione è leggermente aumentato nel mese di agosto in tutti i paesi CEE/SEE, grazie agli effetti della seppur parziale inversione dei prezzi dell’energia, rimanendo però ancora negativo in Slovacchia, Bosnia, Croazia e Romania. In Russia, l’inflazione è calata ulteriormente, raggiungendo il 6,4% nel mese di settembre. Anche in Egitto si è registrato un calo al 14,1%, principalmente dovuto all’effetto base. Tuttavia nei prossimi mesi gli analisti prevedono un’importante riforma in termini di imposizione indiretta e un taglio delle sovvenzioni per l’energia, tra le condizioni richieste dal FMI per la l’Extended Fund Facility di 12 miliardi al paese.

In questo scenario, i rendimenti a lungo termine sono ulteriormente diminuiti nella regione CEE/SEE, dove i tassi di cambio sono rimasti sostanzialmente stabili. Si sono intensificate le speculazioni in merito al passaggio a un regime di tasso di cambio più flessibile in Egitto, con un forte deprezzamento della sterlina egiziana.

Nel mese di agosto gli aggregati bancari hanno mostrato una dinamica generalmente positiva, anche se ancora modesta in Bosnia, mentre più pronunciato in Serbia e Slovacchia. Ripercussioni negative si sono avute in Slovenia, Croazia e Ungheria, principalmente a causa del processo di ristrutturazione bancaria. In Russia aumentano i prestiti, anche se solo del 2%. In Croazia e Slovenia, invece, il persistente calo nelle passività estere, è stato parzialmente compensato dall’incremento dei depositi. Nella maggior parte dei paesi CEE/SEE, l’aumento dei depositi ha continuato ad essere sostenuto: questo fattore, accompagnato dal calo dei prestiti alle imprese, viene interpretato dagli analisti come un segno di una domanda per investimenti ancora debole.

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