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Fase 2, riapertura dal 4 maggio ma non per tutti: ecco come

Dal 4 maggio cominciano le riaperture ma solo per alcune attività e nelle zone a minor rischio – Solo dopo bar e ristoranti – Per ultimi gli eventi sportivi, cinema, teatri e palestre – Le novità per jogging, parchi e seconda case

Fase 2, riapertura dal 4 maggio ma non per tutti: ecco come

Fase 2 pronta a partire: ma quando, come e anche dove? Sull’inizio della famosa “convivenza con il virus” il Governo è orientato per il 4 maggio ma non per tutti, mentre è alacremente al lavoro la task force guidata da Vittorio Colao che elaborare tutte le indicazioni necessarie. Le decisioni finali non sono ancora state adottate ma gli obiettivi principali sono sempre gli stessi tre: garantire la salute, evitare nuove ondate di contagio e impedire alle attività economiche di impantanarsi irrimediabilmente.

C’è fretta, ma soprattutto prudenza. Come è già emerso, la scaletta delle riaperture prevede prima le imprese, solo dopo i negozi, bar, ristoranti e infine, proprio per ultime, le attività ricreative e affollate per eccellenza: concerti, eventi sportivi, cinema, discoteche, palestre. Il calendario però non sarà scandito solo dalla tipologia dell’attività, ma anche dal luogo: è possibile che il Governo individui delle macro aree all’interno delle quali spostarsi, che magari coincideranno con i confini delle regioni.

IMPRESE

Per le aziende si ripartirà in qualche caso prima del fatidico 4 maggio. Già mercoledì 22 aprile potrebbero ripartire alcune imprese che avranno dimostrato di poter rispettare le norme ormai note a tutti: distanziamento di almeno 1 metro tra le postazioni, dotazione di guanti e mascherine, pulizia due volte al giorno, dispenser di disinfettanti a disposizione dei lavoratori, sanificazione degli impianti di aerazione (aspetto importantissimo, di cui si parla poco) e ovviamente smart working da casa per chi già lo fa e potrà continuare a farlo. Il via libera sarà per i settore tessile e moda, automotive, rifiuti, cantieri ma solo se saranno rispettate rigorosamente le condizioni di sicurezza. E decisiva sarà anche la bassa rischiosità territoriale.

NEGOZI E PARRUCCHIERI

Per il commercio tocca aspettare almeno il 4 maggio, ma le aperture non saranno automatiche. Si dovranno scaglionare, come già si fa per gli esercizi aperti, gli ingressi: un cliente e due lavoratori per un locale di 40 metri quadrati, se è più piccolo massimo due persone dentro alla volta. La scelta in questo caso sarà concordata con i governatori regionali: è ipotizzabile che il Nord spinga per ripartire, mentre il Sud che è riuscito a contenere l’ondata non voglia rischiare di essere beffato per eccessiva imprudenza. I negozi di parrucchieri ed estetista potranno lavorare solo su appuntamento, con un cliente alla volta, e dotandosi di dispositivi simili a quelli utilizzati negli studi medici. Ogni oggetto usato dovrà essere sterilizzato.

BAR E RISTORANTI

Per questa categoria la data ipotizzata è quella dell’11 maggio, che corrisponde anche alla fine del lockdown in Francia (Macron vorrebbe persino riaprire alcune scuole, dal 12). Le attività saranno ovviamente rivoluzionate: la bella stagione consentirà di sfruttare gli spazi all’aperto, ma non basta. Serve comunque un netto distanziamento tra i tavoli, anche di 2 metri, per permettere il passaggio di camerieri e altri clienti. Le categorie scalpitano, con l’arrivo della stagione turistica che si vorrebbe in qualche modo salvare, ma tecnicamente la valutazione è molto complicata.

CINEMA, TEATRI, PALESTRE

Queste sono le attività con pericolosità più alta. Bollino rosso. Per gli esperti se ne dovrebbe riparlare addirittura a settembre, ma ancora una volta l’estate potrà forse consentire l’apertura di arene open air, con ampio distanziamento dei posti a sedere e vendita dei biglietti rigorosamente online per evitare file. Per le palestre la situazione è critica: in teoria sarebbero da evitare, anche in virtù del fatto che l’attività fisica aumenta l’intensità respiratoria e l’emissione dei famosi droplet, le goccioline di saliva che espelliamo ancora di più sotto sforzo. Una ipotesi potrebbe essere quella delle lezioni individuali, tipo personal trainer.

COSA CAMBIERA’ IL 4 MAGGIO: PARCHI, JOGGING, SECONDE CASE

Al di là delle categorie di attività citate, il 4 maggio sarà comunque uno spartiacque che ci consentirà di riprendere parte della nostra vita per così dire outdoor, e vagamente sociale. Intanto, dovrebbero riaprire alcuni parchi, con la possibilità di portare i bambini a giocare, anche se con ingressi controllati e contingentati e con modalità di fruizione che garantiscano il distanziamento anche tra i bambini. Dovranno essere accompagnati da un solo genitore, dotato di mascherina. Poi dovrebbe essere riammesso il jogging che tanto fece discutere: si potrà tornare a correre all’aperto, ovviamente da soli e rispettando le distanze, ma non più a soli 200 metri da casa. Forse anche fino ad 1 km. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di fasce orarie (al mattino presto e la sera) riservata ai runner. Ancora stop agli sport di squadra, chiaramente.

Dopo un mese e mezzo di isolamento, sarà anche possibile, forse, tornare ad un minimo di vita sociale. Ad esempio invitare gli amici a casa, purchè in spazi e condizioni che garantiscano una certa distanza, e non in più di 3-4 persone insieme. Dal 4 maggio potrebbero infine essere sdoganate le seconde case, per chi ce le ha. In fondo è uno degli spostamenti più sicuri, magari con l’auto privata e limitato ai soli membri della famiglia che già sono a contatto fra loro da due mesi. Resta però il problema di evitare lo spostamento dei contagi e dunque anche qui si potrebbe procedere non in maniera omogenea e tagliando fuori eventuali zone maggiormente coinvolte dal virus.

10 thoughts on “Fase 2, riapertura dal 4 maggio ma non per tutti: ecco come

  1. SIAMO ANCORA PRIGIONIERI DI QUESTI INCAPACI , ANCORA CON ACERTIFICAZIONI PER POTERSI MUOVERE E DARE ADITO AGLI SCERIFFI DEL MOMENTO DI BEARSI E FARE MULTE SUL NULLA

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  2. Graziella Guarnaccia · Edit

    Ma mandare a cagare il Governo, le task force, la protezione “civile”, il comitato scientifico fatto di cialtroni incompetenti e ciarlatani, si può? Questa è dittatura! Non siamo tutti stupidi!

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