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Brexit: c’è l’accordo su pagamenti, immigrati e Irlanda

A meno di colpi di scena dal fronte irlandese, stavolta Theresa May sembra avercela fatta – I negoziati possono passare ora alla fase due, quella dedicata ai futuri rapporti fra l’Unione europea e il Regno Unito

Brexit: c’è l’accordo su pagamenti, immigrati e Irlanda

Svolta su Brexit. O almeno sulla fase uno, quella relativa alle condizioni del divorzio. La Commissione europea ha chiesto al Consiglio europeo di ratificare il fatto che “sono stati raggiunti progressi sufficienti nella prima fase dei negoziati con il Regno Unito”.

Theresa May ha lavorato tutta la notte per sciogliere il nodo dell’Irlanda e rispettare così la scadenza di domenica, data limite posta dalla Ue per un’intesa. La Premier britannica è sbarcata a Bruxelles all’alba per annunciare l’accordo sulla fase uno di Brexit. I punti cruciali sono tre.

Innanzitutto, saranno rispettati i diritti dei quattro milioni di europei che vivono a Londra. “I diritti dei cittadini Ue che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono nella Ue a 27 resteranno gli stessi dopo che il Regno Unito avrà lasciato la Ue”, indica l’esecutivo comunitario, spiegando che le procedure amministrative saranno a buon mercato e semplici.

Inoltre, il Regno Unito s’impegna a versare una cifra attorno a 50 miliardi di sterline, in modo che “gli impegni presi dai 28 membri della Ue saranno onorati a 28”.

Sarà infine garantito uno status speciale per la frontiera tra l’Ulster e Dublino: l’UK riconosce la situazione unica dell’isola dell’Irlanda e ha assunto impegni significativi per evitare frontiere “dure”.

 

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Con questo tweet lo staff del presidente Ue Jean Claude Junker ha salutato l’intesa raggiunta dopo una lunga notte di trattative. Ora si apre la porta per la fase due della discussione, quella sulle condizioni delle relazioni future tra Ue e Regno Unito. Sarà una trattativa non meno difficile della prima, con esito al momento incerto.

“Possiamo negoziare subito con Londra le condizioni del periodo di transizione e avviare le trattative sulle relazioni future tra Ue e Regno Unito”. Lo ha dichiarato il presidente della Ue, Donald Tusk, indicando di aver già inviato ai Ventisette i documenti per la decisione che dovranno prendere a metà dicembre.

Tusk ha aggiunto che, durante il periodo di transizione fra la data formale di ritiro del Regno Unito (29 marzo 2019) e la data di ritiro effettivo, Londra dovrà rispettare “tutte le leggi dell’Unione incluse le nuove leggi”, gli impegni di bilancio, la supervisione Ue e i relativi obblighi. Dal 29 marzo, in ogni caso, le decisioni nell’Unione europea saranno prese a 27. Il periodo di transizione dovrebbe durare due annihttp://

Nei primi scambi della mattina europea la sterlina rallenta a 1,3456 (contro 1,3512 della vigilia).

 

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