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Benzina, negozi, pensioni, saldi, rincari di bollette e autostrade: le prime novità 2012

Scattano col nuovo anno una serie di novità per le famiglie italiane: sacrifici ma che servono a salvare l’euro – La benzina vola al record storico – Le pensioni oltre i mille euro non saranno più pagate in contanti – Nel giorno in cui partono i saldi entra in vigore, tra le polemiche, la liberalizzazione degli orari dei negozi – Aumentano pedaggi e bollette

Benzina, negozi, pensioni, saldi, rincari di bollette e autostrade: le prime novità 2012

Un 2012 ricco di novità per i consumatori (e i commercianti) italiani. Mentre la fine della crisi sembra ancora lontana, e anzi destinata probabilmente ad acuirsi nell’anno che inizia, parte come da tradizione la stagione dei saldi (oggi in Sicilia e Basilicata, il 5 gennaio a Roma, Milano e in tutte le grandi città), che quest’anno saranno accompagnati da un’altra grande novità: la liberalizzazione degli orari dei negozi. Da oggi infatti, per effetto della manovra Monti, qualsiasi esercizio commerciale potrà tenere aperta la saracinesca tutto il tempo che vuole: negozi, bar, ristoranti, locali, grandi magazzini, supermercati di tutta Italia non avranno più limitazioni. Una vera e propria rivoluzione, che cercherà di favorire il rilancio dei consumi e di segnare una svolta anche culturale per il Paese, adeguandolo ai ritmi e al dinamismo dei Paesi più evoluti d’Europa e del mondo. Tuttavia, la “svolta” non piace troppo ai commercianti. La legge approvata dal governo di Monti concede infatti novanta giorni di tempo agli enti locali per adeguare i propri ordinamenti a questa liberalizzazione, ma finora solo Roma è già pronta. Ed è già polemica sul fronte dei sindacati, pronti alla serrata. Ma mentre i commercianti sono sul piede di guerra, il 2012 si apre all’insegna di un’altra novità, negativa per tutti i consumatori: sempre per effetto delle imposte addizionali varate dal nuovo governo, la benzina ha toccato oggi il nuovo record storico, volando a un prezzo medio di 1,738 euro/litro, con punte che toccano gli 1,8 euro in alcune aree del Paese, soprattutto al Sud e al Centro, dove l’impatto delle addizionali è più forte. Tempi duri, infine, anche per i pensionati: dopo l’entrata in vigore della riforma, l’Inps ha mandato lettere a 450mila di loro: stop ai pagamenti in contanti oltre i mille euro. Tutti sacrifici ma non farli equivarrebbe a decretare in anticipo la bancarotta dell’Italia e il fallimento dell’euro. Il male minore qual è?

LIBERALIZZAZIONE ORARI NEGOZI – Mentre nella Capitale è tutto pronto, il resto d’Italia si sta ancora adeguando e i sindacati del commercio sono già pronti a dichiarare guerra a questa legge che – sostengono – alla fine porterà ad una perdita di circa 67 mila posti di lavoro del settore, favorendo solo pub, ristoranti e grande distribuzione. Finora solo Napoli sta seguendo la scìa di Roma, tramite le parole del sindaco Luigi De Magistris: “Noi ci eravamo già mossi in maniera autonoma per promuovere le liberalizzazioni degli orari dei negozi. Questa legge nazionale è una strada che condividiamo in pieno. L’assessore al Commercio dovrà fare le sue valutazione, ma nel frattempo se i negozi di Napoli vogliono cominciare ad adeguarsi, io sono felice”. Fredde invece Milano e Torino, che vogliono aspettare i 90 giorni concessi dalla legge per organizzarsi.

SALDI – Partiranno prima dell’Epifania in quasi tutte le Regioni italiane, eccezion fatta per il Molise, la Val d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano. Ma che saldi saranno, in tempi di crisi e di austerity? Come suggerisce il trend natalizio, in calo dell’8% rispetto al 2010, è prevista una flessione anche per gli sconti di fine stagione. “Per sapere come saranno basta guardare alla famiglia media – spiega Roberto Manzoni, presidente di Confesercenti -, che ha visto aumentare le spese fisse per al gestione familiare del 6-7%, perdendo contemporaneamente un altro 6-7% in potere d’acquisto. I saldi sono lo specchio dell’economia del Paese, e per questo ci aspettiamo una flessione: una flessione non drammatica, ma in linea con la situazione dell’Italia. Qualcuno comprerà ciò di cui ha bisogno, ma altri saranno frenati dal timore per il futuro”.

PENSIONI – L’adeguamento alle nuove modalità di pagamento dovrà avvenire entro il 6 marzo 2012. L’Inps quindi non potrà effettuare pagamenti in contanti di importo superiore a mille euro a partire dal 7 marzo 2012, data entro la quale toccherà ai pensionati comunicare le nuove modalità di riscossione, scegliendo tra l’accredito in conto corrente, su libretto postale o su carta ricaricabile. La novità rientra nella “manovra di Natale” (legge 214 del 22 dicembre 2011) che stabilisce che le pubbliche amministrazioni devono utilizzare strumenti di pagamento elettronici, disponibili presso il sistema bancario o postale, per la corresponsione di stipendi, pensioni e compensi di importo superiore a mille euro.

BENZINA E ALTRI RINCARI – Il carburante vola a record storici (il prezzo più alto in tutta Europa), e secondo le stime dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori gli italiani spenderanno nel 2012 ben 192 euro in più per i loro pieni di benzina, a cui vanno aggiunte le ricadute indirette, pagate da tutti e non solo dagli automobilisti, come la determinazione dei prezzi dei beni (visto per esempio che circa l’86% dei trasporti di generi alimentari e bevande avviene ancora su strada). Senza contare poi i rincari dei pedaggi autostradali, che salgono del 3,51% a causa dell’inflazione e di una serie di investimenti addizionali messi in cantiere dalla società Autostrade per l’Italia. E non è tutto: l’anno che inizia porterà alle famiglie l’ennesimo aumento delle bollette di luce e gas, che costeranno agli italiani 54 euro in più per ogni nucleo familiare sui dodici mesi. Principali colpevoli in questo caso sono gli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica (+4,9%) e del gas (+2,7%).

Infine, non ci si potrà neanche troppo consolare col gioco. Ammesso e non concesso che la fortuna assista gli italiani, è da oggi in vigore la nuova tassa sulle vincite, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 dicembre, che porterà una tassazione del 6% su tutte le vincite superiori ai 500 euro, garantendo alle casse statali un miliardo di euro l’anno, come previsto dalla manovra bis di quest’estate. Esemplificando, se la tassa fosse stata applicata alla vincita più alta di quest’anno, di 178 milioni, la trattenuta sarebbe stata pari a 10,6 milioni di euro.

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