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Ue migliora stime su Pil Italia e Eurozona

Secondo le previsioni di primavera della Commissione europea, l’anno prossimo il Pil italiano crescerà dell’1,4% ma il tasso di disoccupazione resterà sopra il 12% – Il Qe di Draghi fa bene a Eurolandia, mentre l’incertezza politica pesa sulla Grecia. Moscovici: ” Una ripresa ciclica è in corso ma servono riforme e investimenti”

Ue migliora stime su Pil Italia e Eurozona

La Commissione europea conferma le previsioni dello scorso febbraio sulla crescita del Pil italiano nel 2015 (+0,6%), ma migliora le stime sul 2016 (da +1,3 a +1,4%). E’ quanto emerge dalle previsioni economiche di primavera pubblicate oggi dall’Esecutivo comunitario. 

L’Ue ritiene che il deficit pubblico italiano sarà del 2,6% del Pil nel 2015, in miglioramento rispetto al 3,0% del 2014. Nel 2016, il rapporto è stimato al 2,0%, a politiche invariate. Il bilancio strutturale è previsto in miglioramento di circa un quarto di punto percentuale del Pil.

Il debito pubblico dell’Italia toccherà un picco del 133,1% del Pil nel 2015, dopo aver raggiunto il 132,1% l’anno scorso, per poi finalmente cominciare a scendere nel 2016 al 130,6%. L’aumento del debito nel 2015 è previsto nonostante il ricavato delle privatizzazioni pari allo 0,5% del Pil. La riduzione prevista per il 2016 sarà dovuta alla più alta crescita nominale del Pil, e a un più alto avanzo primario.

Secondo Bruxelles, inoltre, quest’anno si registrerà un incremento dell’occupazione dello 0,6%, cui seguirà un più 0,8 per cento nel 2016. Valori leggermente più elevati di quelli attesi nelle stime diffuse lo scorso 5 febbraio, rispettivamente +0,4% e +0,7%. Nel frattempo, secondo l’Ue il tasso di disoccupazione in Italia resterà elevato, superiore alla soglia del 12%, limandosi però quest’anno al 12,4%, dal 12,7% del 2014. Sul 2016 non sono attese ulteriori riduzioni. Nelle previsioni invernali, tre mesi fa, veniva previsto un 12,8% quest’anno, invariato dal 2014, e un 12,6% sul 2016.

L’economia europea “sta vivendo la sua migliore primavera da diversi anni”, ma “bisogna fare di più perché la ripresa non sia un fenomeno stagionale. Gli investimenti e le riforme, così come politiche fiscali responsabili, sono la chiave per ottenere crescita e lavoro in Europa”, ha affermato il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, presentando le previsioni economiche di primavera.

“Una ripresa ciclica è in corso”, ha proseguito, sostenuta da “fattori esterni e misure politiche, che stanno iniziando a dare i loro frutti”.

EUROZONA

La Commissione europea ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell’area euro, anche a riflesso dell’avvio del piano di acquisti di titoli di Stato da parte della Bce. Ora sul 2015 l’esecutivo comunitario pronostica una espansione dell’1,5% sul Pil dell’unione valutaria, cui seguirà una accelerazione al +1,9% nel 2016. Valori ben più solidi del +0,9% del 2014 e che sono stati rivisti al rialzo rispetto alle previsioni diffuse tre mesi fa, in particolare di 0,1 punti sul 2015.

“Le economie europee stanno beneficiando di diversi fattori contemporaneamente. I prezzi del petrolio restano relativamente bassi – afferma l’esecutivo comunitario – la crescita globale tiene, l’euro ha continuato a deprezzarsi e le politiche in Europa sono favorevoli alla crescita”. Tutto questo anche a riflesso del piano di quantitative easing avviato dalla Bce.

Nel frattempo la crescita dell’occupazione si rafforzerà al +0,9% quest’anno e al +1,1% nel 2016. Infine, sempre secondo le stime di Bruxelles la disoccupazione si ridurrà all’11% nel 2015, dall’11,6% dello scorso anno, e al 10,5% nel 2016.

GRECIA

La Commissione ha rivisto invece al ribasso le previsioni di crescita economica della Grecia quest’anno, avvertendo che l’incertezza politica che grava sul Paese, assieme all’inasprimento delle condizioni finanziarie – legato ai dubbi sul completamento del suo programma di correzione – stanno frenando la ripresa. Ora sul 2015 l’esecutivo comunitario prevede una crescita del Pil greco limitata allo 0,5 per cento, mentre nel 2016 si dovrebbe registrare una ripresa ben più solida, con un più 2,9 per cento.

Intanto i conti pubblici restano un capitolo problematico, con il debito pubblico greco che segnerà un record quest’anno superando la soglia del 180 per cento del Pil (180,2%). Nel 2016 comunque dovrebbe mostrare una riduzione al 173,5 per cento. Secondo l’Ue la Grecia dovrebbe riuscire a ridurre il deficit di bilancio al 2,1 per cento del Pil quest’anno, dal 3,5 per cento del 2014. Nel 2016 dovrebbe risultare quasi invariato al 2,2 per cento del Pil.

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