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Spagna, verso un monocolore socialista a geometria variabile

Sánchez ha ridato speranza alla sinistra europea in vista delle elezioni del 26 maggio – In Spagna cominciano i calcoli sul nuovo Governo – La fiducia c’è, la governabilità è più difficile – Ecco tutti gli scenari

Spagna, verso un monocolore socialista a geometria variabile

Pedro Sánchez è il nuovo eroe della sinistra europea, l’uomo che è riuscito a far trionfare il partito socialista spagnolo, che fino a pochi mesi fa sembrava moribondo, e a far sperare i cosiddetti “partiti tradizionali” in vista delle elezioni europee del prossimo 26 maggio.

Una vittoria che consegna al leader del Psoe quello che fino a ieri mancava, vale a dire la legittimazione popolare. Sánchez era arrivato al Governo in maniera automatica – in quanto numero uno dell’opposizione – dopo la mozione di sfiducia presentata nei confronti di Mariano Rajoy e gli altri partiti non hanno mai perso occasione per ricordarglielo. Adesso, dopo il 28,7% (123 seggi) conquistato alle urne, sei punti percentuali in più rispetto alle elezioni di 3 anni fa, potrà tornare alla Moncloa a testa alta, forte di un sostegno elettorale molto più ampio dei suoi rivali. Basti pensare che i popolari, secondo partito in base ai risultati, si sono fermati al 16,7% (66 seggi).

Dopo i festeggiamenti però, è arrivato il momento dei calcoli. La maggioranza al Congresso è pari a 176 seggi: sembrerebbe dunque che il Psoe non abbia i numeri sufficienti per poter governare da solo. Tuttavia, dalla seconda votazione per ottenere la fiducia al governo basta la maggioranza relativa e non assoluta. E questo, in qualche misura riapre i giochi.

Da un lato infatti è vero che l’appoggio di Unidas/Unidos Podemos, con i suoi 42 seggi, non garantisce l’agognata maggioranza assoluta e dunque renderebbe necessaria una coalizione più ampia con i partiti più piccoli, secessionisti catalani in primis. Dall’altro, un’intesa con Ciudadanos (57 seggi) sbloccherebbe l’impasse ma secondo quanto ripetuto più volte da ambo le parti, di un “matrimonio governativo” tra le due forze politiche nessuno vuol sentire parlare.

Sánchez dovrà dunque fare bene i conti, ma soprattutto giocarsi bene le sue carte. Secondo El Pais, forte di un ampio consenso elettorale che gli altri non possono mettere in discussione, il Psoe se la prenderà comoda, cercando di vagliare tutte le opzioni e soprattutto di garantire la governabilità di un paese che ha già votato tre volte in tre anni e mezzo. Con molta probabilità dunque, si attenderà l’esito delle elezioni europee del 26 maggio– in Spagna si vota anche in alcuni municipi importanti – prima di arrivare al dunque.

Sánchez, come prima scelta, proverà a governare da solo, formando un governo monocolore di stampo socialista. “Riteniamo di aver avuto un sostegno più che sufficiente per essere il timone di questa barca”, ha affermato in un’intervista a Cadena Ser la vice-premier Carmen Calvo, che dopo aver ammesso che la collaborazione della coalizione guidata da Iglesias nel corso dei mesi precedenti “ha aiutato molto in senso progressista”, ha aggiunto che il Psoe preferisce “proseguire sulla stessa linea”, cioè governare da solo come ha fatto negli ultimi dieci mesi, con l’appoggio esterno degli altri partiti.

Il problema è che Unidas Podemos, stavolta, potrebbe non essere disposto a sostenere i socialisti senza una ricompensa. Pablo Iglesias, scrive El Pais, “ha chiarito sia in pubblico che in privato che stavolta non darà al Psoe nessun appoggio gratuito e vuole entrare a far parte del Governo”.

Le trattative, come detto, saranno molto lunghe, anche perché il pericolo concreto è quello di tornare nuovamente alle urne, una possibilità che tutti intendono evitare, o di lasciare la palla in mano alla coalizione di centrodestra formata da PP, Ciudadanos e Vox, altra opzione che Sánchez non vuole nemmeno prendere in considerazione. L’ultima spiaggia per lui sarà quella di chiedere l’appoggio dei partiti catalani, di cui però non si fida, cui non è disposto a fare concessioni di stampo secessionista, e che hanno già causato la caduta del suo Governo.

Vincere per Sánchez è stato facile, la fiducia in parlamento potrebbe essere a portata di mano, governare potrebbe diventare molto più difficile.

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