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Scoppia il caso Bindi. Il Pd accusa: “Vendetta rancorosa”

Durissime le reazioni del Pd alla lista dei cosiddetti “impresentabili” della Bindi: “E’ solo una vendetta rancorosa della presidente della Commissione Antimafia” – Renzi: Iniziativa surreale e del tutto autoreferenziale” – Orsini: “Tocca ai magistrati decidere la presentabilità dei candidati. Bindi vuole i processi in piazza” – Zanda: “Bindi? Barbarie”.

Scoppia il caso Bindi. Il Pd accusa: “Vendetta rancorosa”

Scontro frontale nel Partito democratico sul caso degli “impresentabili”: a scatenare le polemiche è soprattutto la scelta della Commissione Antimafia (che tecnicamente non ne avrebbe il compito, dicono in molti), guidata da Rosy Bindi, di pubblicare l’elenco dei candidati alle regionali non in regola con il codice etico, e di includervi anche il candidato presidente del Pd, Vincenzo De Luca.

Tra i primi a parlare è il presidente del Pd, Matteo Orfini. Intervistato da “Un giorno da pecora”, Orfini ha detto che “De Luca, secondo la legge, è presentabile, tanto che lo abbiamo candidato. E i campani si sono espressi a suo favore attraverso le primarie. Le sentenze le danno i magistrati”. Poi aggiunge un commento al veleno contro Rosy Bindi: “Come è noto non ho mai avuto un buon rapporto con De Luca. Ciononostante, quello che sta accadendo in queste ore è davvero incredibile, perchè l’iniziativa della presidente della commissione Antimafia ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze aizzando la folla”.

Ancora più dura la reazione di Ernesto Carbone, che accusa direttamente Rosy Bindi di violare la Costituzione e di essere mossa dal desiderio di vendetta politica nei confronti dei vertici del partito. L’interessata glissa ironicamente: “Non mi abbasso a rispondere a Carbone, consentitemi di non abbassarmi a questo”. Ma non meno tenero è il commento di Luigi Zanda, capogruppo del partito al Senato: “Denunciare i candidati impresentabili alle elezioni regionali è cosa necessaria e giusta, ma che lo faccia l’Antimafia è opinabile e ancor più che nella lista entri chi ha procedimenti in corso e non per mafia. Ed è pura barbarie politica che ciò avvenga con questa tempistica”.

Per la senatrice Francesca Puglisi della segreteria nazionale Pd, “è indecente l’utilizzo della commissione Antimafia come strumento di lotta politica. Pensavo che la presidente Bindi fosse una donna al servizio delle istituzioni, purtroppo questa volta ha usato le istituzioni per promuovere se stessa e per futili motivi di ripicca personale”. Anche un altro renziano di ferro come il senatore Andrea Marcucci va giù duro con la presidente della Commissione Antimafia, parlando di “imbarazzante e inutile show”.

“Il Pd rimarrà unito e non si farà danneggiare dai rancori personali”, chiarisce David Ermini, responsabile Giustizia della segreteria nazionale Pd, spiegando che “la Bindi ha raggiunto il suo obiettivo: un lavoro fatto male e gestito peggio che entra a piedi uniti nella competizione elettorale. Le giustificazioni preventive parlano da sole. Una cosa così – riprende – non ce la saremmo mai aspettata dalla presidente della Commissione Antimafia, soprattutto l’ultimo giorno quando nessuno può più difendersi. Mi pare che questo – conclude l’esponente Dem – la dica lunga sulla serenità del giudizio”.

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