Condividi

Monti: “Sul debito pubblico non escludo nulla”

Nella conferenza stampa di fine anno, il Presidente del Consiglio ha detto di non escludere misure per intervenire in modo drastico sullo stock del debito – Da gennaio parte la fase 2: i pilastri saranno lavoro e liberalizzazioni, ma anche infrastrutture e sviluppo – In Europa servono “maggiori risorse al fondo salva-Stati”.

Monti: “Sul debito pubblico non escludo nulla”

Ridurre lo stock del debito pubblico? Il premier Mario Monti “non esclude nulla”. Nemmeno la possibilità di creare un fondo immobiliare da 300 miliardi o altre misure per intervenire in modo drastico. In ogni caso – precisa il Presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa di fine anno – “è molto importante che eventuali operazioni, coerenti con logiche dei mercati, vengano dopo logicamente e temporalmente il serio e duro lavoro sui flussi che abbiamo fatto. Riflettiamo su tutto, come nostro dovere, e vengono formulate da osservatori, stampa, analisti di mercato, ipotesi interessanti di operazioni sullo stock del debito”.

EUROPA: SERVONO MAGGIORI RISORSE AL FONDO SALVA-STATI

Quanto all’Europa, “è essenziale la disciplina di bilancio, e ogni meccanismo per renderne sicura e credibile l’applicazione ci va bene, a condizione che sia integrato in una politica economica europea complessiva che abbia maggiori risorse per far uscire l’area euro dalla difficoltà e promuova la crescita con una più stretta integrazione dei mercati”. In questa direzione, servono soprattutto “maggiori mezzi per il Fondo salva stati”.

DA GENNAIO IL VIA ALLA “FASE 2”

Liberalizzazioni e lavoro. Sono queste le colonne su cui poggerà la cosiddetta “fase 2” del Governo, quella che dovrebbe riaccendere il motore dello sviluppo. “I tempi saranno ancora una volta piuttosto veloci – ha detto il premier -. Sappiamo che l’Europa ci attende all’Eurogruppo del 23 gennaio e successivamente al Consiglio europeo del 30 gennaio. In vista di queste scadenze, noi lavoriamo su diversi fronti”.

In primo luogo, “uno sforzo intenso e ben distribuito su concorrenza e liberalizzazioni, in modo sistematico, così che ciascuno si renda conto che a tutti è richiesto qualche sacrificio”. Altro nodo fondamentale sarà poi “il cantiere delicato e importante del lavoro e degli ammortizzatori sociali – ha spiegato ancora il Presidente del Consiglio -. Ci viene fatto notare anche dalle autorità internazionali che ci sono eccessive segmentazioni nel nostro mercato del lavoro”.

D’altra parte, “rispetto al tema delle pensioni, questa materia richiede più negoziato con le parti sociali. Tutto dovrà essere condotto però con una certa rapidità. La riforma degli ammortizzatori sociali è necessaria, ma serve anche una maggiore flessibilità”. Per quanto riguarda gli altri capitoli d’intervento, appena un accenno: sono in arrivo “anche molte altre iniziative – ha concluso Monti – sui temi di sviluppo economico, infrastrutture, ricerca, capitale umano e coesione territoriale”.

NON SERVE UN’ALTRA MANOVRA

“Nessuno pensi che sia necessaria un’altra manovra, né che il passaggio alla fase di sviluppo significhi improvvisa larghezza finanziaria – ha dichiarato il presidente del consiglio -. La politica di crescita che proporremo al Paese non fa molto uso di denaro pubblico, anche perché ce n’è poco, ma punta ad usare l’equità come leva”.

“Bisogna limare i privilegi e le rendite che frenano i meccanismi economici a danno dei giovani – ha aggiunto Monti -. Mi rendo perfettamente conto che la manovra che abbiamo dovuto fare abbia molti inconvenienti. Si vede criticamente il fatto che l’Italia si sia assunta l’impegno del pareggio di bilancio nel 2013 e di ridurre del 5% il rapporto debito/Pil. Ma non è questo governo che ha sottoscritto questi impegni: non sto prendendo posizione, dico solo che ci siamo trovati incaricati di operare col tentativo di ristabilire dignità, stabilità e autorevolezza di un Paese che aveva già accettato quegli obiettivi”.

LO SPREAD? NON MINIMIZZARLO, NE’ DEMONIZZARLO

“Anch’io più volte al giorno guardo l’andamento dello spread, pur senza minimizzarlo quando scende o demonizzarlo quando sale. La salita è stata inarrestata fino al 9 novembre, quando ha toccato il massimo di 558. Ricordo quella data perchè ero a Berlino e ricevetti la telefonata del capo dello stato che mi annunciava la nomina. Da quel giorno il trend è decrescente”.

Secondo Monti, la salita è avvenuta “malgrado in una buona parte di quel periodo la Bce abbia acquistato titoli di Stato italiani e spagnoli. Gli acquisti si sono molto diradati negli ultimi tempi. Prima si saliva molto malgrado gli acquisti. Ora questa tendenza decrescente si ha malgrado gli acquisti siano quasi cessati”.Monti invita quindi “a non sovrastimare lo spread, né quando va bene, né quando va male. Ieri e oggi aste di buoni del tesoro sono andate piuttosto bene, questo è incoraggiante, ma non vuol dire che il lavoro da fare sia terminato”.

UNA RASSICURAZIONE SULLE PENSIONI

“Il ministro Fornero, d’accordo con l’Economia e le Finanze desidera che io dica, a proposito della previdenza, che il Governo, in relazione agli effetti determinati dalla riforma, ha adottato misure intese a salvaguardare la situazione di chi a seguito della modifica dei requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici si sarebbe trovato senza lavoro, senza retribuzione e senza pensione, per esempio lavoratori in mobilità”. Il premier ha garantito anche che il Governo sta valutando il caso di altri soggetti “che potrebbero trovarsi in analoga situazione di difficoltà”.

Commenta