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Maria Cannata (Tesoro): “Niente panico, l’Italia ce la può fare”

Per il direttoe generale del Debito pubblico del ministero dell’Economia: “L’innalzamento dei rendimenti dei titoli di Stato non avrà grossi impatti sui conti pubblici, purchè non duri troppo” – “Siamo lontanissimi dalla Grecia e le turbolenze sul debito non sono un problema solo italiano” – Passacantando (Bankitalia): “L’importante è la crescita”

LA CANNATA: “NIENTE PANICO. L’ITALIA CE LA PUO’ FARE”
PASSACANTANDO: CON UNA CRESCITA BELGA DEBITO SOTTO AL PIL

L’innalzamento dei rendimenti dei titoli di Stato non avrà ”grossi impatti sui conti pubblici italiani” purché non duri troppo  “questo ambiente disturbato”. Parola di Maria Cannata, direttore generale Debito Pubblico del ministero dell’Economia, che ha scelto il convegno delll’Aiaf (associazione italiana degli analisti finanziari) per fare il punto sulla situazione dopo un’estate terribile e in coincidenza, caso fortunato, con l’avvio di una fase politica nuova. L’Italia, ha detto la Cannata, si trova di fronte ad un compito difficile ma non inedito o impossibile. Primo perché ”nonostante tutto le ultime aste, per quanto riguarda l’assorbimento della domanda, sono andate bene”. ”Nel 2009 – ha commentato – abbiamo emesso 530 miliardi di euro di Btp, l’anno successivo ne abbiamo collocati 480. L’anno prossimo emetteremo titoli di Stato per 440 miliardi, un livello che sembra assolutamente proibitivo ma che in realta’ non lo è”. Inoltre, sulla base delle ultime stime Istat, il rapporto debito-Pil sarà al 120%, forse addirittura – ha aggiunto non senza ironia la Cannata – al 119,9%”.

La situazione non è ancora sfuggita di controllo, insomma. Ma il rischio c’è vista l’impotenza dell’Europa a dare risposte convincenti. “Quello del costo del debito e della fiducia dei mercati ‘non e’ un problema solo dell’Italia ma anche dell’Europa”. Infatti, il contagio e’ dilagato investendo anche i Paesi europei a tripla A. Questo perche’ ”c’e’ un problema di credibilita’ per l’eurosistema e si deve accelerare ed essere piu’ coraggiosi con misure piu’ decise. Ma per queste misure serve l’accordo tra molti e questo porta via tempo: la democraticita’ porta a rallentamenti poco compatibili con una crisi che si e’ protratta un po’ troppo”.

”Si e’ rotto un meccanismo – è la sintesi – che vedeva nei titoli di Stato un porto sicuro. Si tratta di un danno per riparare il quale servira’ molto tempo”. A trarne beneficio è stata la Gran Bretagna cui l’Europa “sta facendo un grosso regalo. I
titoli in sterline adesso vengono apprezzati. Ma anche i colleghi inglesi sono preoccupati della volatilità”.

Detto questo, “una cosa che mi fa soffrire molto – confessa la dirigente di via XX settembre – è l’accostamento della Grecia all’Italia di cui si sente spesso parlare sulla stampa e in televisione. Si tratta di due realta’ completamente diverse tra le quali c’e’ un abisso dal punto di vista dell’economia, dei fondamentali, della capacita’ di ripresa”. “Si deve parlare dei problemi – ha concluso la Cannata – ma non solo dei problemi perche’ altrimenti si genera un clima di sfiducia generale, la gente si spaventa e gli imprenditori non investono”.

In queste settimane, chiude lo sfogo della donna che opera dalla trincea del terzo debito pubblico del pianeta – si e’ diffuso “un clima quasi da panico. Ma la paura e’ quasi sempre cattiva consigliera e fa fare le cose sbagliate”.

Un richiamo all’ottimismo della volontà arriva anche da Franco Passacantando, direttore centrale di Bankitalia che ha illustrato la strategia di via Nazionale per fronteggiare la minaccia del credit crunch. Nel sistema italiano del credito
“sappiamo che ci sono istituti che hanno una liquidita’ abbondante e altri che hanno deficit – ha detto – Il funding bancario e dunque ‘ in una situazione difficile, ma ci sono ancora dei margini”. Bankitalia, per contrastare la crisi di liquidità, ha messo a disposizione delle banche italiane altri 100 miliardi di euro di attivi stanziabili per farsi finanziare dalla Bce oltre ai 106 miliardi già stanziati in precedenza.

Ma, al di là della contingenza, il problema è tornare a crescere. “In Banca d’Italia habbiamo fatto una simulazione – ha concluso – Se l’economia italiana in questi anni avesse avuto la stesas dinamica di crescita del Belgio oggi il nostro debito pubblico sarebbe ben al di sotto del 100%”.

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