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Ligresti sempre più nella bufera, Fonsai dice sì a Unipol ma non sui concambi

Fonsai dice di sì con riserva sul prezzo alla fusione con la compagnia delle Coop ma don Salvatore è nella tempesta ed è indagato per aggiotaggio: la Procura di Milano sequestra il 20% di Premafin, la holding del gruppo che avrebbe manipolato i titoli per gonfiare i valori di Borsa – La riservatezza dell’ex ad Marchionni pagata 10 milioni di euro.

Ligresti sempre più nella bufera, Fonsai dice sì a Unipol ma non sui concambi

SI’ (CON RISERVA SUL PREZZO) DEL CDA DI FONSAI AD UNIPOL. LIGRESTI INDAGATO PER AGGIOTTAGGIO. AZIONI SEQUESTRATE

Al termine di una riunione durata oltre sei ore il consiglio di Fonsai ha “valutato positivamente la percorribilità dell’integrazione con Unipol”. Ma si tratta di un sì con riserva: ai fini del concambio, si legge nella nota emessa in tarda serata,  la proposta della compagnia bolognese “non coincide con le valutazioni degli advisor” Citigroup ( consulente del comitato degli amministratori indipendenti)  e Goldman Sachs (incaricata dal consiglio). Ma “nello specifico contesto aziendale e di mercato la proposta bolognese consente comunque di proseguire nell’approfondimento dell’operazione”.  Perciò, “anche in conformità all’orientamento degli indipendenti”,  è necessario avviare un confronto con Unipol per individuare un “giudizio comune sui valori economici e ai fini del concambio”. In sostanza, già stamane o al più tardi domani Emanuele Erbetta per conto di Fonsai e Carlo Cimbri per Unipol si riuniranno per individuare un accordo prima dell’assemblea di Fonsai del 24 aprile.  Nella proposta recapitata lunedì, Unipol reclamava almeno il 66,7% nel maxi-polo assicurativo.  Per i consulenti di Fonsai, al contrario, il peso del gruppo di Cimbri dovrebbe attestarsi tra il 55% e il 60%. Una distanza non incolmabile, soprattutto se si tiene conto del parere del creditore Federico Ghizzoni, a d di Unicredit, che anche ieri ha ribadito che “quella di Unipol è l’unica proposta concreta che ‘è”, scartando così a priori il progetto di Sator e Palladio. “Aspettiamo di vedere quali sono i prossimi passi, le delibere che saranno assunte” aveva risposto a distanza  Matteo Arpe. “Abbiamo fatto un’offerta che attualmente è vincolante, valida fino al 30 aprile, migliorativa anche in termini quantitativi. – ha spiegato – Vincola su Premafin 450 milioni di euro nell’ambito del salvataggio di Fonsai”.

Ma il confronto finanziario, a questo punto, è solo uno dei capitoli, probabilmente il meno cruento della partita. Sulle sorti di Ligresti e del gruppo, infatti  sul futuro del polo piovono siluri un po’ da tutte le parti.  Il colpo più pesante è partito dalla Procura di Milano che ha sequestrato  il 20% di Premafin, la holding che controlla  Fonsai, in mano ai trust off-shore The heritage e EverGreen e  messo sotto indagine  Salvatore Ligresti per aggiotaggio in concorso con Giancarlo De Filippo, uomo d’affari basato a Monaco e conoscenza di lunga data dell’immobiliarista siciliano. Il pm Luigi Orsi, titolare delle indagini sul gruppo Ligresti, ritiene che i due trust abbiano manipolato il mercato sostenendo i corsi del titolo Premafin. Ipotesi avvallata dalle indagini della Consob che aveva segnalato alla Procura gli acquisti a ripetizione tra novembre 2009 e settembre 2010 da parte dei due fondi, per la commissione e per la magistratura riconducibili a Salvatore Ligresti. Acquisti dettati, secondo la Procura, dalla necessità di gonfiare le quotazioni del titolo Premafin, dato dai Ligresti in pegno alle banche. La mossa di Orsi, che impedirà ai fondi di votare in assemblea, arriva a due giorni di distanza dalla richiesta di fallimento per Sinergia (che detiene un altro 20% di Premafin) e Imco, le due holding dell’ingegnere siciliano, già finito nel registro degli indagati per ostacolo all’attività di vigilanza della Consob.

Intanto ieri sera il collegio sindacale, su richiesta Consob, ha reso noto che secondo il parere della Commissione, l’impegno assunto da Unipol di non proporre e votare azioni di responsabilità verso amministratori e sindaci delle società interessate alla fusione “si configura come un patto parasociale”. Inoltre, sempre su richiesta Consob, sono state disposte alcune integrazioni in vista della prossima assemblea. Si viene così a sapere che all’ex ad Fausto Marchionni sono stati versati 10 milioni di euro per ”lo specifico obbligo di riservatezza”. Più del doppio di quanto speso per sponsorizzare Laità, la società di Toulon, il purosangue di Jonella Ligresti.

Ultima chicca: in risposta all’esposto di Sator, il collegio sindacale fa sapere di aver già segnalato al consiglio “la possibilità che l’operazione con Unipol possa determinare un danno patrimoniale per Fonsai”.

 

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