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L’aumento dei tassi non ferma le Borse: a Milano le banche festeggiano

Rendimenti in crescita, ma lo spread è stabile – Gas: non c’è accordo sul price cap e le quotazioni salgono – Sotto controllo l’inflazione in Cina, positiva Tokyo

L’aumento dei tassi non ferma le Borse: a Milano le banche festeggiano

“La Bce è bloccata tra l’incudine e il martello, con un’inflazione elevata trainata dall’energia e una probabile recessione entro la fine dell’anno”. Tanto spietato quanto sintetico, il giudizio di Ben Laidler, global markets strategist di eToro, interpreta bene lo stato d’animo dei mercati dopo l’aumento dei tassi deciso ieri dalla Bce. Un’operazione necessaria, presa all’unanimità, ma che apre, piuttosto che chiudere la stagione delle strette: a ottobre ci sarà un altro “jumbo aumento”, preceduto da una riunione del board a Cipro, il 5 ottobre, in cui si affronterà il tema di come ridurre il bilancio della Bce, salito ad oltre 5 mila miliardi di euro con gli acquisti di questi anni. Una strategia in piena sintonia con quella della Fed, ribadita ieri dal presidente Jerome Powell: l’inflazione resta il problema numero uno, la recessione per ora non ci tocca. I mercati, per ora, ci credono. Almeno per gli Usa. Ma quanto reggerà la diga di Francoforte alle pressioni sul fronte dell’energia? Non molto, se tarderà l’accordo politico contro il ricatto di Mosca. Di qui l’aumento della volatilità, compensato dall’euforia del sistema bancario: dopo quasi un decennio, il parcheggio dei capitali, anche di quelli ricevuti a sconto grazie al Tltro, torna ad essere remunerato. Il settore credito torna così di moda. E, non a caso, Berlino rinuncia a cedere una quota di Commerzbank.

La fine dell’era dei tassi bassi coincide, temporalmente, con un epilogo assai più rilevante: la fine del regno di Sua Maestà Elisabetta II che segue di poco l’avvio di un gigantesco piano di sostegno alle famiglie deciso dalla neopremier Liz Truss: la sterlina scivola ai minimi di sempre nei confronti del dollaro, a 1,1407. Al momento dell’incoronazione di Elisabetta nel 1952 ci volevano 2.80 dollari per una sterlina.

La valuta Usa perde qualche posizione nei confronti dell’euro, risalito a quota 1,007 attorno alla parità. Stamane recupera qualcosa anche lo yen che si avvia comunque a chiudere la settimana in ribasso dell’1,8% sulla valuta Usa, -19% negli ultimi sei mesi.

Positivi i future dell’indice EuroStoxx 50 (+0,2%) e sul Nasdaq (+0,5%, dal +0,6% di ieri in chiusura). Le borse dell’Asia Pacifico salgono, nella scia di Wall Street, come se avessero già prezzato il secondo ciclo di stretta monetaria che la maggior parte delle banche centrali sta segnalando.

Sotto controllo l’inflazione in Cina, sale Tokyo

Nel finale di seduta l’indice Nikkei di Tokyo sale dello 0,5%, il +2% per la settimana. Hang Seng di Hong Kong +2,6%, -0,5% la settimana. Su anche il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen: +1,1%, +1,5% la settimana.

I dati macroeconomici diffusi stanotte dall’Ufficio di Statistica mostrano che le politiche di contenimento del virus, frenando l’attività economica, stanno anche raffreddando l’inflazione. In agosto i prezzi al consumo sono saliti meno del previsto: +2,5% anno su anno, dal +2,7% di luglio. HSBC ritiene che questo dato permetterà alla Banca del Popolo di portare avanti l’attuale fase di politica monetaria accomodante. L’economista Erin Xi dice in un report di aspettarsi altri provvedimenti pro-crescita mirati su singole aree geografiche e sul tema della sostenibilità ambientale.

Negli ultimi sei mesi, nonostante gli interventi della banca centrale di Pechino a difesa della valuta, lo yuan ha perso il 9% su dollaro.

Positiva Wall Street, salgono i Treasury

Positivi ieri i mercati Usa, rassegnati ad un nuovo aumento di 75 punti base nella riunione della Fed del 25 ottobre: Dow Jones e Nasdaq +0,6%, S&P 500 +0,7%.

Tornano a salire i rendimenti delle obbligazioni. Treasury Note a dieci anni a 3,29%, da 3,22% di ieri mattina. Biennale a 3,50%, di nuovo in prossimità dei massimi di lungo periodo. Sono scese leggermente le aspettative sull’inflazione e sono di conseguenza saliti i tassi reali: sul secondario, il decennale TIP, quello agganciato all’inflazione, sfiora lo 0,9% di rendimento.

Le banche danno la carica a MIlano

In forte ascesa i rendimenti dell’obbligazionario dell’area euro. Il rendimento del Bund decennale tedesco si è portato a 1,73%, da 1,60% del giorno prima. Per il future del Bund decennale sta per arrivare la sesta settimana consecutiva di ribasso.

Il BTP decennale tratta a 3,95%. Lo spread tra i benchmark decennali di Italia e Germania riparte da 224 punti base.

A sostenere il listino di Milano (+0,88%, contro +0,08% di Francoforte) ci hanno pensato le banche: guida la corsa Unicredit (+6,02%).

Risale il gas a 229: non c’è accordo sul price cap

L’indice Bloomberg Commodity apre in rialzo dell’1,1%, a 117,4 punti. Gas Usa +2%, di nuovo oltre gli 8 dollari. Il gas europeo invece aumenta del 3% e risale a 220 euro per MWh. Oggi è in agenda il Consiglio Europeo straordinario dell’energia. Come era largamente prevedibile, l’Olanda si oppone a un price cap: “In linea di principio siamo molto titubanti sul tetto al prezzo del gas con paesi terzi”.

Brent a 90 dollari, Wti a 84. Il petrolio stamattina rimbalza dello 0,7%, dal +1,4% di ieri giustificato più che altro dalla correzione del dollaro.

Da segnalare il balzo del Bitcoin (+6% a 20.500 dollari). Il secondo rialzo consecutivo del Nasdaq e l’andamento positivo dei future in preapertura hanno riportato all’insù la propensione al rischio e ottimismo sul mondo cripto.

In Piazza Affari occhi su Tim, Unicredit e Moncler

Tim avvierà a breve un processo formale per selezionare un partner di minoranza per Tim Enterprise, la società che raggrupperà i servizi di connettività per i grandi clienti e le attività cloud, cybersecurity e Internet of Things. Lo dicono due fonti vicine alla situazione a Reuters.

Unicredit e Bper Banca: l’Italia ha avviato i colloqui con la Commissione europea per il rinnovo dello schema Gacs, che consente allo Stato di fornire garanzie sulle cartolarizzazioni di sofferenze bancarie, riferiscono due fonti vicine al dossier.

Moncler: Barclays alza il target price a 62 euro.

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