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Export in Africa: opportunità per un fatturato da 18 miliardi (+9,2%) 

I paesi che trainano il Made in Italy sono Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Libia e Sudafrica. Secondo Confindustria, al 2030 l’area del Nord Africa con il Medioriente vedrà un giro d’affari al consumo pari all’attuale Pil italiano

Export in Africa: opportunità per un fatturato da 18 miliardi (+9,2%) 

Negli ultimi anni il continente africano ha attirato sempre più l’attenzione delle imprese italiane, soprattutto quelle del comparto agroalimentare, che nel 2021 ha registrato nel complesso 18 miliardi di euro di fatturato di export. Merito della dinamicità dei mercati e del progressivo aumento della popolazione

Made in Italy: le regioni a guidare le esportazioni e i paesi che lo trainano

I paesi che trainano il Made in Italy sono Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Libia e Sudafrica. Mentre, dal punto di vista regionale, è la Lombardia a guidare le esportazioni, seguita da Sardegna, Sicilia, Liguria, Emilia Romagna e Veneto.

A confermarlo sono le stime di Ice e Confindustria, che fotografano uno scenario dalle forti potenzialità. Il Rapporto ICE-Prometeia stima una crescita del commercio mondiale di beni e servizi a volume pari al +4,1% (2022) e al +3,2% (2023). 

Dal punto di vista geografico, gli incrementi più elevati sono attesi per l’Asia centrale (+15,5%) e l’Africa settentrionale (+9,2%). Secondo Confindustria, al 2030, l’area del solo Nordafrica (e del Medioriente) vedrà l’ingresso nel ceto medio di circa cento milioni di persone capaci di generare un giro d’affari al consumo pari all’attuale Pil italiano.

La sfida per ciascuna impresa sarà quella di trovare le aree più compatibili al proprio modello, a partire verosimilmente da quelle più vicine, più accessibili e meno interessate da tensioni. I nuovi equilibri geopolitici nei rapporti di scambio possono rappresentare il banco di prova per mettere a terra su mercati più congeniali e stabili la propria offerta di innovazione.

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