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Energia, A2a anticipa il Governo sulla decarbonizzazione

La multiutility lombarda va avanti con la decarbonizzazione della Centrale Lamarmora di Brescia e anticipa la scadenza al 2025 prevista dal Piano Nazionale Integrato Energia del Mise.

Energia, A2a anticipa il Governo sulla decarbonizzazione

Più veloci della politica. A2A va avanti con la decarbonizzazione alla Centrale Lamarmora di Brescia, una delle province più colpite dal coronavirus. Una decisione che beneficia dello stato di avanzamento accelerato degli investimenti già effettuati per gli accumuli termici del calore La multiutility si attiva dunque per prevenire le criticità di scenario post Covid-19 che fanno presagire una forte incertezza negli approvvigionamenti del carbone. Questa decisione, ha spiegato la società,  renderà l’anno in corso la prima stagione termica senza carbone in larghissimo anticipo rispetto alle indicazioni del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima del MISE.

In pratica ci si muove prima di quel 2025 ipotizzato da Conte. Una scadenza che ora, dopo l’emergenza Covid 19, non si sa che sorte avrà. Per la società bresciana si tratta di un piano di 70 milioni di investimenti che va a riposizionare la produzione energetica a beneficio del territorio. Un segnale di ripresa economica sostenibile.

L’addio al carbone nella Centrale Lamarmora è sostenuto dal passaggio a fonti più “green” e mira a migliorare complessivamente le prestazioni ambientali. Il piano in atto dal 2018, farà risparmiare 15mila tonnellate equivalenti di petrolio, corrispondenti al consumo di oltre 26mila autoveicoli.

Tecnicamente le fonti pulite sono indentificate nel recupero e riutilizzo di calore industriale (prima disperso nell’ambiente) dalle acciaierie. Una cogenerazione virtuosa di calore per la città che produce ogni anno circa il 30% dell’energia distribuita dalla rete di teleriscaldamento.

Gli investimenti in corso per la Centrale Lamarmora e il termoutilizzatore si aggiungono ai 140 milioni di euro stanziati in anni precedenti proprio per l’aggiornamento del sistema bresciano. Il carbone contribuiva fino al 30% dell’energia del teleriscaldamento, a seconda dell’andamento climatico. La rivoluzione al contrario, dice la nota di A2A, con il recupero degli «scarti» industriali, consentirà risparmi per l’ambiente che non comporteranno un aumento dei costi in bolletta. Nessuna penalizzazione per i consumatori che a casa propria anticipano scenari futuri diffusi. Sul piano operativo sono stati realizzati tre nuovi serbatoi per l’accumulo dell’acqua calda di 10mila metri cubi. Il calore utilizzato è quello delle acciaierie di Ori Martin e Alfa Acciai: nei fatti i partner “verdi” della città.

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