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Ape social, bonus bebè, contratti: come cambia la Manovra

Presentati gli ultimi emendamenti alla manovra: oggi inizia il voto in commissione, testo atteso in Aula martedì 19 – Ancora dubbi su contratti a termine e bonus bebè, niente da fare per vitalizi e governance Inps

Ape social, bonus bebè, contratti: come cambia la Manovra

Ape social, bonus bebè, contratti a termine, piccole e medie imprese: gli emendamenti presentati ieri alla manovra toccano diversi capitoli. Il voto in commissione Bilancio alla Camera inizierà oggi, giovedì, ma in tutto le proposte di modifica da esaminare sono oltre mille e i tempi ormai sono stretti. La manovra dovrebbe arrivare in Aula martedì 19 dicembre, al più tardi di pomeriggio. Per rispettare questa scadenza, la commissione ha già previsto sessioni notturne nel fine settimana.

Vediamo nel dettaglio qual è il contenuto dei principali emendamenti alla legge di Bilancio 2018.

APE SOCIAL

Tra le novità principali, il Governo ha depositato l’emendamento alla Manovra che estende l’Ape social a quattro nuove categorie di lavoratori gravosi. Alle 11 già previste per l’Ape Social si aggiungono:

  • operai dell’agricoltura, della zootecnica e della pesca;
  • pescatori dipendenti o soci di cooperative;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed nelle acque interne.

Per queste stesse 15 categorie, al Senato, è stato già deciso lo stop all’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, meccanismo che per tutti gli altri alzerà l’asticella a 67 anni nel 2019.

Sale anche da sei mesi a un anno per ogni figlio (fino a un massimo di due anni) lo sconto sui requisiti di accesso all’Ape social per le donne lavoratrici.

L’emendamento alla Manovra sull’Ape social presentato dal Governo “è quello che abbiamo convenuto con le organizzazioni sindacali, abbiamo cercato di migliorare alcuni passaggi” ma “corrisponde pienamente a quel documento e abbiamo recuperato le risorse” ha commentato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

BONUS BEBÈ

Tra gli emendamenti depositati figura anche quello di Ap per prorogare fino al 2020 il bonus bebè nella versione attuale, che prevede 80 euro al mese (960 l’anno) per i primi tre anni di vita del bambino. La versione del bonus bebè uscita dal Senato, invece, stabilizza la misura ma dimezza l’importo dell’assegno a partire dal 2019.

CONTRATTI A TERMINE

Un emendamento presentato dalla responsabile lavoro del Pd, Chiara Gribaudo, punta a ridurre da 36 a 24 mesi la durata massima del contratto a termine “acausale”, introdotto nel 2014 e poi sistematizzato nel Jobs Act. Il Governo punta anche a ridurre da cinque a tre il numero massimo di proroghe.

Scritto così, però, l’emendamento rischia di creare problemi a chi ha rapporti di lavoro in essere o in scadenza. Per questo l’Esecutivo intende correggerlo, specificando che le nuove norme si applicheranno soltanto ai nuovi contratti siglati per la prima volta fra imprese e lavoratori. Le novità non toccheranno nemmeno la Pubblica amministrazione, almeno finché non saranno concluse le stabilizzazioni annunciate dalla ministra Marianna Madia.

L’obiettivo dell’emendamento è incoraggiare le assunzioni a tempo indeterminato. Tuttavia, molti esperti ritengono che produrrà l’effetto contrario, aumentando il numero dei lavoratori precari. Il rischio è che, riducendo la durata dei contratti, il lavoro a termine venga ripartito tra un maggior numero di persone. Su questo fronte però la Cgil è d’accordo con il Pd: per la segretaria Susanna Camusso “i contratti a termine più brevi sarebbero un bel segnale”.

PMI

Altre proposte di modifica puntano a permettere alle Piccole e medie imprese artigiane e commerciali di portare in deduzione le perdite di magazzino sfruttando lo stesso regime delle grandi imprese.

In sostanza, si tratta di correggere il regime semplificato introdotto con la scorsa manovra. La normativa permette alle imprese in contabilità semplificata di pagare Irpef e Irap solo sui redditi effettivamente incassati. Tuttavia al momento non è consentito sottrarre le perdite subìte fra un anno e il successivo. Per questa ragione oltre due milioni di imprese individuali rinunciano al regime semplificato, preferendo la più costosa contabilità ordinaria.

Gli emendamenti alla manovra intendono risolvere questo problema consentendo alle imprese in contabilità semplificata di dedurre le perdite di esercizio e quelle derivanti dalla partecipazione in società in nome collettivo e in accomandita semplice.

NIENTE DA FARE PER VITALIZI, GOVERNANCE INPS E IUS SOLI

Fra gli emendamenti stralciati, spiega il presidente e relatore Francesco Boccia (Pd), ci sono quelli relativi alla “riforma della governance di Coni e Inps, ai vitalizi, alle norme sulla giustizia civile e penale”. Sono saltate anche la stretta sull’uso del cellulare alla guida e le proposte che  puntavano a introdurre lo ius soli via emendamento in manovra.

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