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Allarme Bce: Brexit mette a rischio la crescita Eurozona

Il Bollettino della Banca centrale conferma le stime di crescita per il 2016 e 2017 ma sottolinea che tra i rischi in grado di rallentarla spicca il ritardo nell’aggiustamento dei conti pubblici da parte dei governi della zona euro – Gli altri fattori vengono dai Paesi emergenti e dal petrolio.

Allarme Bce: Brexit mette a rischio la crescita Eurozona

Il pericolo Brexit c’è e la Bce, nel suo bollettino mensile ne dà conto: potrebbe essere uno dei fattori di rallentamento della crescita nell’Eurozona. La Banca centrale europea lo ripete più volte nel bollettino diffuso giovedì mattina. “I rischi al ribasso – si afferma – sono ancora connessi all’andamento dell’economia mondiale, all’imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea e ad altri rischi geopolitici”. La stessa crescita inglese “è potenzialmente limitata dall’incertezza circa il referendum”. Le ultime stime della Bce confermano una crescita dell’1,6% nel 2016 e dell’1,7% nel 2017 e nel 2018.

Gli interventi di stimolo

Il quantitative easing della Bce sta aiutando l’economia e un “ulteriore stimolo” dovrebbe provenire dalle misure ancora da attuare. Tuttavia il consiglio direttivo “seguirà con attenzione l’evoluzione delle prospettive per la stabilità dei prezzi e, se necessario per il conseguimento del suo obiettivo, agirà ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato”. 

 L’Italia

Per quanto riguarda l’Italia, la Bce si limita a ricordare il giudizio della Commissione Ue sui conti pubblici italiani ricordando che “non ha considerato, in merito alla regola relativa al debito, che le precedenti mancanze in materia di risanamento di bilancio costituissero un fattore aggravante”. Sempre nel giudizio emesso a Bruxelles “non è stato quantificato in maniera esauriente l’impatto dei fattori rilevanti per assicurare che eventuali discrepanze rispetto alla regola del debito fossero pienamente spiegate”. In autunno, si ricorda, la Commissione rivaluterà la ripresa del percorso di aggiustamento italiano verso l’obiettivo di bilancio di medio termine sulla base del documento programmatico di bilancio per l’anno prossimo.

La crescita

Il bollettino della BCE ha poi confermato che l’economia dell’area della moneta unica cresce a tasso moderato, ma costante, e potrebbe beneficiare delle misure espansive approntate dall’Eurotower; il riferimento è in particolare al programma di quantitative easing, che comprende titoli di stato, ABS ed anche obbligazioni corporate, oltre alle aste LTRO-bis.

Nel motivare le sue scelte, il Consiglio direttivo ha fatto riferimento al rischio che l’inflazione molto bassa si radichi in effetti di secondo impatto sul processo di formazione di salari e prezzi. Di qui, la conferma che la Bce farà tutto il necessario affinché ciò non si verifichi – l’ormai nota espressione “what ever it takes” di Draghi – e ricorrerà a “tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato”.

Fra i rischi per la ripresa, la Bce segnala ancora la frenata delle economie emergenti, la volatilità del petrolio e gli aggiustamenti dei bilanci pubblici e lancia un avvertimento sulla possibilità di sforamento dei target di debito per alcuni Paesi di Eurolandia. In particolare si parla di “elevati rischi di innosservanza” delle regole europee sui conti pubblici.

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