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Addio Fondiaria, Borsa premia Unipol-Sai

L’ad di Unipol Carlo Cimbri ha anticipato che al termine della fusione il nuovo gruppo si chiamerà Unipol-Sai – Intanto il nuovo scenario finanziario permette di guardare con occhi ben più benevoli alla “creatura” partorita nella clinica di Mediobanca: salgono a Piazza Affari sia il titolo Fondiaria-Sai (+3,2%), sia quello della compagnia emiliana (+1,3%).

Addio Fondiaria, Borsa premia Unipol-Sai

CIMBRI ACCELERA E CANCELLA IL NOME FONDIARIA. DECOLLANO UNIPOL +1,3% E LA VECCHIA FONSAI +3,19%

Fondiaria addio. Carlo Cimbri in persona ha anticipato che, al termine della complessa fusione a quattro (Fondiaria, Milano Assicurazioni, Unipol e Premafin), il nuovo gruppo si chiamerà Unipol-Sai, affiancando al nome della compagnia bolognese quello del marchio torinese, storico leader della rc auto. Scompare così dalla geografia finanziaria italiana  il nome Fondiaria, salotto buono della borghesia fiorentina che Enrico Cuccia cercò di difendere invano dal pressing di Montedison e che, improvvidamente, Vincenzo Maranghi affidò a Salvatore Ligresti pur di sfilarlo alla Fiat di Paolo Fresco. Una novità che non dispiace al mercato: Fondiaria Sai sale del 3,19%, Unipol +1,3%.

Naturalmente non sono queste parole di Cimbri, il grande regista della fusione, che hanno scaldato Piazza Affari. Semmai il mercato, una volta digerite le complesse operazioni sul capitale del polo assicurativo ha preso atto che il nuovo scenario finanziario (calo dello spread, ripresa di valore dei titoli in portafoglio a tutto vantaggio dei margini di solvibilità) permette di guardare con occhi ben più benevoli alla “creatura” partorita nella clinica di Mediobanca. Anche perché, come sottolinea l’ad di Unipol, si tratta di “una una fusione tra due gruppi assicurativi tradizionali danni/vita e quindi si dialoga tra persone che parlano la stessa lingua”. In particolare Fonsai, investita dalla crisi del gruppo Ligresti, dispone comunque di “un patrimonio di conoscenza straordinario che non è andato disperso. C’è un impianto forte e buono, che ha una quota del 20% del mercato, e sarà quindi facile trovare le necessarie compatibilità con Unipol”.

Di qui l’attenzione per le prossime mosse: 1) piano definitivo di fusione da presentare alle autorità sarà pronto entro la fine dell’anno, cosa che presuppone la conferma degli advisors che hanno seguito le diverse società: Goldman Sachs per Unipol, Citi per Fondiaria-Sai, Leonardo & Co. per Premafin; 2) a quel punto l’Isvap avrà 120 giorni di tempo per pronunciarsi, perciò è ragionevole prevedere che l’atto di fusione possa essere depositato entro il prossimo luglio; 3) entro il 2013, qualunque sia l’esito delle contestazioni sollevate da Unipol nei confronti dell’ordinanza dell’Antitrust (troppo severo a detta dei bolognesi), si completerà comunque il capitolo delle cessioni. “Non è nostra intenzione fermarci” afferma Cimbri. 

Via libera, dunque, alla grande asta che promette di tener desta l’attenzione dei mercati finanziari nei prossimi mesi. All’advisor Kpmg, che si occupa della questione per conto di Unipol, continuano a pervenire manifestazioni di interesse da parte di compagnie e di private equity. E’ confermato l’interesse del fondo Permira per Milano Assicurazioni. Ma la fila per la compagnia ora nell’orbita di Unipol è già molto lunga. Tra gli interessati si fanno i nomi dei fondi Clessidra e Apax, oltre ad altri gruppi assicurativi come Axa, Cattolica, Allianz, Zurich. Tutto dipenderà dall’esito della contesa con l’Antitrust che ha chiesto a Unipol di ridurre la sua presenza in alcune zone dove è eccessivamente concentrata. Sul mercato potrebbe finire proprio la Milano Assicurazioni o alcuni suoi asset.

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