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Guerra Iran Israele Usa: perché Teheran è da sola contro Trump e Netanyahu. Chi sono gli alleati (per ora) in disparte

Guerra Iran Israele Usa: non arrivano a Teheran annunci di sostegno né da parte della Russia, che si dice già impegnata in Ucraina, né dagli amici del Golfo, né da Cina e Brics

Guerra Iran Israele Usa: perché Teheran è da sola contro Trump e Netanyahu. Chi sono gli alleati (per ora) in disparte

Guerra Iran Israele Usa: i leader iraniani stanno facendo la conta di coloro che potrebbero sostenerli in risposta all’attacco degli Stati Uniti di sabato notte, ma stanno scoprendo di essere soli, privi della rete di delegati e alleati che finora aveva permesso loro creare il loro potere in Medio Oriente e oltre.

Mentre la Repubblica Islamica affronta il momento più pericoloso degli ultimi decenni, Russia e Cina rimangono in disparte, offrendo solo un sostegno retorico. Le milizie che l’Iran ha armato e finanziato per anni si rifiutano o non sono in grado di entrare in guerra a sostegno del loro protettore, riporta Bloomberg.

Guerra Iran Israele Usa: Teheran si ritrova da sola?

“Mentre l’Iran affronta la prova militare più critica degli ultimi decenni, un ulteriore aiuto concreto da parte di Mosca o Pechino rimane improbabile”, hanno affermato gli analisti di Bloomberg Economics, tra cui Adam Farrar e Dina Esfandiary . “Sebbene entrambi mantengano partnership strategiche bilaterali con Teheran, né la Russia né la Cina sono alleati militari formali, e nessuna delle due è probabile che fornisca un aiuto militare o economico significativo a causa dei propri limiti e di considerazioni strategiche più ampie”.

La Russia si dice impegnata in Ucraina

A gennaio l’Iran ha firmato un trattato di cooperazione strategica con la Russia ed è stato una fonte essenziale di droni da combattimento all’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte del presidente Vladimir Putin. Tuttavia, i funzionari russi hanno chiarito che il patto non prevede alcun obbligo di difesa reciproca e che Mosca non ha alcuna intenzione di fornire armi all’Iran, anche se affermano che Teheran non ne ha fatta richiesta. l Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato domenica ai giornalisti in Turchia che ha intenzione di recarsi a Mosca oggi per discutere la situazione con Putin, ma gli analisti non prevedono particolari supporti. Siamo ben lontani dal 2015, quando la Russia si unì all’Iran nell’inviare truppe in Siria per salvare il regime del presidente Bashar Al-Assad , rovesciato dai ribelli l’anno scorso.

Mosca rischia di perdere un altro alleato chiave in Medio Oriente se cade il governo di Teheran, guidato dalla Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei. Eppure, mentre il Cremlino ha condannato gli attacchi israeliani e statunitensi, Putin si mostra distratto e impegnato, militarmente ed economicamente, dalla sua guerra in Ucraina.

La Cina e gli amici del Golfo

Anche la Cina ha condannato “fermamente” gli attacchi statunitensi, definendoli una violazione del diritto internazionale. Ma non ha offerto assistenza all’Iran, che vende a Pechino circa il 90% delle sue esportazioni di petrolio.

I vicini dell’Iran nel Golfo hanno invitato alla moderazione e hanno messo in guardia dalle implicazioni potenzialmente devastanti per la regione qualora l’Iran dovesse reagire contro le risorse statunitensi in Medio Oriente.

Nazioni come l‘Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno trascorso mesi cercando di usare il loro peso geopolitico ed economico per sostenere i colloqui sul nucleare tra americani e Iran. Alla fine, i colloqui sono stati superati dalla potenza militare.

Anche i gruppi militanti per procura dell’Iran sono per lo più assenti. Hezbollah in Libano, finora il membro più potente dell'”asse della resistenza” di Teheran, è stato colpito duramente dalle forze israeliane lo scorso anno, proprio come Hamas. Gli attacchi israeliani contro l’esercito di Assad in Siria, nel frattempo, hanno contribuito al crollo del suo governo. Hezbollah rappresenta ancora una minaccia e ieri gli Stati Uniti hanno ordinato ai familiari e al personale governativo non impegnato in casi di emergenza di lasciare il Libano. Tuttavia, il gruppo non è corso a sostenere l’Iran aprendo il fuoco su Israele, come fece subito dopo l’attacco di Hamas nel 2023.

Gli Houthi in Yemen sono un’eccezione e, poche ore dopo gli attacchi statunitensi contro l’Iran, hanno lanciato nuove minacce contro navi commerciali e militari statunitensi. Eppure rischiano un altro bombardamento americano come quello ordinato da Trump prima di una tregua a maggio.

Silenzio anche dal gruppo dei Brics

L’Iran non riceve alcun sostegno nemmeno dal gruppo Brics dei mercati emergenti, che si vanta di voler creare un nuovo ordine globale non dominato dalle nazioni occidentali. L’organizzazione, fondata da Brasile, Russia, India e Cina e a cui l’Iran ha aderito all’inizio del 2024, è rimasta in silenzio sugli attacchi di Israele e degli Stati Uniti alla Repubblica Islamica.

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