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Vino: il FVG metterà un collarino alle sue bottiglie per ricordare la guerra del 15/18

Il Consorzio delle DOC del FVG ricorda le vittime della Grande Guerra con un messaggio di pace. Le lettere degli agricoltori al fronte che istruivano le mogli su come portare avanti le coltivazioni delle viti

Vino: il FVG metterà un collarino alle sue bottiglie per ricordare la guerra del 15/18

Ricordare il valore del vino come elemento di pace e socializzazione nel territorio. E’ questo il senso dell’iniziativa ‘1918/2018’ Vendemmia di pace’ ideata dal Consorzio delle Doc Friuli Venezia Giulia in occasione del centenario della fine del primo conflitto mondiale che ebbe come drammatico scenario i monti del Friuli. Per celebrarlo, i vini frutto delle uve raccolte quest’anno saranno protagonisti di una speciale capsule collection e ‘indosseranno’ un simbolico collarino per dire, in diverse lingue, ‘Mai più’ alla guerra’.

Fra le varie iniziative messe in atto per celebrare i cento anni dalla fine del conflitto  una suggestiva mostra fotografica di immagini storiche dedicate al mondo vitivinicolo dell’epoca e testimonianze dai diari di guerra dei soldati al fronte – per lo più agricoltori che consigliavano e istruivano le mogli sulle pratiche agricole da portare avanti in loro assenza – che esaltano proprio il ruolo del vino come fattore socializzante, di ‘legressa’ (allegrezza) e di momentaneo ritorno alla normalità.

‘’Con questa iniziativa – ha spiegato presentando il progetto il presidente del Consorzio delle Doc-FVG Adriano Gigante – puntiamo a valorizzare le nostre denominazioni e, in questo caso, anche il loro valore simbolico. Il nostro territorio di produzione, un secolo fa doloroso scenario di guerra, custodisce infatti la memoria di un passato difficile ma anche il ricordo di una vita rurale importante, che oggi è in grado di esprimersi attraverso grandi eccellenze enologiche, che continueremo a promuovere sia in Italia che all’estero con diverse iniziative quest’anno legate al centenario della fine del primo conflitto mondiale. Se dovessimo pensare in particolare a un vino che meglio rappresenti la nostra regione nel suo complesso potrebbe sicuramente essere la Ribolla gialla, nella versione spumante da una parte e ferma dall’altra. Accanto a ciò non mancherà il forte impegno per la valorizzazione delle tante risorse turistiche e del patrimonio artistico culturale della regione, che insieme all’enogastronomia rendono forte e unico il brand Friuli Venezia Giulia’’.

Il progetto è stato presentato a Roma, nel corso di una speciale degustazione abbinata ai prodotti tipici, come le Dop Prosciutto di San Daniele e Montasio, due ‘gioielli’ del paniere agroalimentare regionale.

Dalla Doc Friuli alla Doc Friuli Aquileia, dalla Doc Friuli Colli Orientali alla Docg Ramandolo, sono in tutto sette le denominazioni gestite dal maxi Consorzio delle DOC-FVG, che riunisce al suo interno i Consorzi Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Colli Orientali e Ramandolo, Friuli Grave, Friuli Isonzo e Friuli Latisana. Un insieme di territori, ognuno con le proprie peculiarità, che esprime complessivamente circa 26mila ettari vitati e una produzione di oltre 1,6 milioni di ettolitri.

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