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Spread e Borsa subito in allarme dopo la sfida sulla manovra

Dopo il guanto di sfida lanciato dal Governo italiano alla Ue sulla manovra di bilancio il differenziale tra Btp e Bund sale subito a 316 punti base con un rendimento del decennale che raggiunge il 3,55% – E la Borsa apre malissimo (-1,5%): è la peggiore d’Europa – Il petrolio continua a scendere

Spread e Borsa subito in allarme dopo la sfida sulla manovra

“Le quotazioni del petrolio dovrebbero essere molto più basse”. Così twittò Donald Trump ad inizio settimana, così sta capitando sotto la pressione della crescita della produzione di shale oil americano e il fallimento degli sforzi dell’Opec per contenere le estrazioni.

Il petrolio Brent tratta stamattina in Asia a 65,5 dollari il barile, in calo dello 0,3%, ieri ha chiuso in calo del 6,5%, la variazione negativa giornaliera più ampia degli ultimi tre anni. Il petrolio del Mare del Nord ha perso in circa tre settimane venti dollari, da 85 dollari a 65 dollari, arrivando sui minimi da marzo di quest’anno.

Non è andata meglio al greggio Usa, trattato attorno a 55 dollari. E, di riflesso, scendono le quotazioni dei titoli energetici: -2,4% a Wall Street, -2,2% stamane a Tokyo. A Piazza Affari il ribasso ha spito Saipem sotto del 3,04%, Eni e Tenaris -2,8%.

A spingere giù il greggio sono le doppie preoccupazioni sulla domanda e sull’offerta. La domanda ieri è stata tagliata nuovamente dall’Opec, per il quarto mese consecutivo: sono gli effetti del rallentamento globale dell’economia, soprattutto di quello della Cina. L’offerta potrebbe invece scendere meno di quel che servirebbe per tenere i prezzi in equilibrio, in quanto la Casa Bianca sta forzando la situazione per dimostrare che l’embargo all’Iran non provoca tensioni sui prezzi.

FRENANO I CONSUMI, GIU LE PIAZZE CINESI

I listini azionari, intanto, segnano il passo.

Stamattina, scendono le Borse della Cina (Hong Kong -0,1%, Shanghai -1%) dopo la pubblicazione di una serie di dati macroeconomici: alcuni di questi confermano che il quadro si sta deteriorando. Le vendite al dettaglio sono salite in ottobre dell’8,6%, dal +9,2% di settembre: gli economisti si aspettavano +9,2%. La produzione industriale invece accelera, +5,9% il mese scorso, leggermente più del previsto. Sopra le attese anche gli investimenti in beni immobili.

Altrove in Asia, il Nikkei di Tokyo ed il Sensex di Mumbai sono invariati.

Ieri sera Wall Street ha chiuso con il Nasdaq invariato. Zavorrato dal comparto energia, il Dow Jones ha perso lo 0,4%. S&P500 -0,1%.

GIORNATA CLOU PER LA BREXIT

Si prevede una partenza debole per i listini europei, protagonisti ieri nel finale di un colpo di reni. Due i temi della giornata.

Si è sbloccata ieri la partita della Brexit. Ma l’esame più difficile per Theresa May capita oggi: la premier dovrà ottenere l’assenso al piano da parte del suo governo, impresa non facile vista la presenza di nove ministri in aperto dissidio sul compromesso siglato con Bruxelles.

MANOVRA, L’FMI PARLA DI RISCHIO RECESSIONE

L’altro tema caldo riguarda la manovra italiana.

Il governo italiano, nella lettera inviata stanotte a Bruxelles, dice no alle richieste di modifica della legge di bilancio arrivate dalla Commissione Europea. Il ministro Giovanni Tria ribadisce che, ”Il livello del deficit al 2,4% del Pil per il 2019 sarà considerato un limite invalicabile”. Le uniche novità, rispetto al precedente documento, riguardano la vendite di attività statali: “Per accelerare la riduzione del rapporto debito/pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici, il governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019 l’obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico. Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza” e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito-pil “più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2% del 2017 al 126,0 del 2021”.

PIAZZA AFFARI APRE A -1,6%

Il governo ha incassato una doppia bocciatura. Il Fmi ha previsto che la manovra comporterà una riduzione della crescita all’1% e ha messo in guardia dal rischio recessione.

Severa anche la prima reazione dei mercati. Lo spread si è portato in aperura a 315 punti che equivalgono ad un rendimento del decennale superano al 3,5%.

I primi prezzi della Borsa di Milano segnano un calo dell’1,6%.

RIBALTONE IN TIM: ARRIVA ALTAVILLA

In Piazza Affari ieri è stata la giornata di Tim +1,5% nel giorno del ribaltone ai vertici. Domenica il consiglio della società sceglierà il nuovo presidente che, probabilmente, sarà Alfredo Altavilla, ex responsabile dell’area Emea di Fiat Chrysler.

RECORD NEGATIVO PER BANCA CARIGE

Record negativo per Banca Carige -48,5%nei pochi minuti di contrattazione dopo una lunga sospensione. Il ribasso è la reazione scontata alla forte diluizione prevista dal piano di risanamento. In primavera sarà necessario procedere ad un aumento di capitale di 400 milioni per rilevare il bond subordinato che sarà emesso nei prossimi giorni dal fondo di solidarietà. Oggi il capitale di Carige è intorno ai 100 milioni.

In recupero le altre banche. Unicredit +1,7%, Intesa +2%. Mediobanca sale dell’1%.

RIMBALZNO FCA E MONCLER

Rimbalzano Fiat Chrysler (+3,7%) ed Exor (+3,6%). Brembo-2%. Pirelli invariata. La minaccia di dazi americani su auto importate negli Stati Uniti si è riaccesa. Il presidente americano, Donald Trump, oggi dovrebbe incontrare il suo team di esperti in ambito commerciale per discutere se procedere o meno con queste tariffe doganali da tempo ventilate. Stando a Bloomberg, alla Casa Bianca sta circolando una bozza di uno studio del dipartimento del Commercio di cui sono però sconosciute le conclusioni.

In forte rialzo Moncler (+3,6%) e le utilities: Italgas +1,3%, Terna +1,4%.

Fuori dal paniere principale Tiscali +30 % che ha siglato un nuovo accordo con Fastweb

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