Tra le emergenze che il governo di Giorgia Meloni non aveva messo nel conto c’è la siccità, un fenomeno che sta interessando buona parte dell’Europa. In Francia la premier Elisabeth Borne ha annunciato un un piano globale sull’acqua per preparai all’estate. Le riserve sono quasi all’asciutto e nelle campagne non si riesce a gestire la crisi. A Roma per le prossime ore é prevista una cabina di regia interministeriale dopo gli appelli degli agricoltori e dei gestori dei bacini idrici. In 11 Regioni nell’ultimo week end la Protezione civile ha diramato l’allerta meteo. Una stravaganza climatica dei nostri tempi: pioggia e terre assetate. Coldiretti tiene sotto controllo la situazione soprattutto al Nord mentre il governo finora non ha detto una parola su cosa fare. Il Ministro Francesco Lollobrigida (giustamente) difende la nostra agricoltura in ogni occasione. Ma il dato di fondo è che per fronteggiare queste crisi ci vogliono infrastrutture. Nel 2022 la siccità ha già colpito intere zone del Paese, nell’anno più caldo di sempre. Di invasi, nuove captazioni, riuso di acque per l’agricoltura se n’è parlato in abbondanza, salvo poi fare poco o nulla e rimandare tutto ai fondi del PNRR. Il CNR ,intanto, volge lo sguardo ai prossimi dieci anni ed alla popolazione italiana che tra il 6 e 15 % vive in aree esposte ad una siccità severa. Il clima e l’ambiente malato sono ovviamente due pilastri della scarsità di acqua.
La siccità minaccia il Made in Italy
Marzo é il tempo della semina e l’agricoltura non può ignorare le stagioni e i cicli naturali di sviluppo. Gli effetti climatici si fanno sentire ovunque. Confagricoltura denuncia la crescita dei costi ed un calo dei raccolti. Il Made in Italy di qualità dalle campagne alimenta una lunga filiera economica e di esportazioni record: da due mesi é minacciata all’origine. In Lombardia le organizzazioni agricole dicono che il contrasto alla siccità lo vince soltanto chi ha fatto propri investimenti sui pozzi o sugli impianti a pioggia. Un chiaro messaggio alla politica, non solo al rieletto Presidente Attilio Fontana. Sia al centro che in periferia non solo non ci si occupa dell’emergenza, ma nemmeno si programmano interventi di base. È evidente che una situazione scarsamente governata ha ricadute sui prezzi al consumo. In questi giorni si cita il caso del mais, passato l’anno scorso dai 28 euro al quintale ai 37 senza aver generato ricavi accettabili. Ci vogliono interventi subito e cantierabili che assicurino “acqua per usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita “ aggiunge Coldiretti con il Presidente Ettore Prandini. Un mix di bisogni reali che, riferisce la Protezione civile potrebbe portare alla nomina di un commissario straordinario per l’emergenza siccità. Dovrebbe mettere in campo azioni concrete e rapide prima dell’estate. Se davvero sarà così, ci aspettiamo un Superman con trivelle e tubi.