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Riforma del lavoro, l’Fmi promuove il contratto unico a tutele crescenti

Il Fondo “sostiene” perciò la direzione generale e gli obiettivi “dell’ambiziosa riforma del mercato del lavoro” italiana – Allo stesso tempo però, “c’è bisogno di rendere i salari più decentralizzati a livello aziendale”.

Il Fondo monetario internazionale chiede all’Italia di introdurre un contratto unico di assunzione a tutele crescenti, perché “metterebbe i lavoratori su un piano più equo e darebbe ai datori di lavoro un incentivo a investire nei loro dipendenti”. E’ quanto si legge nel rapporto diffuso al termine delle discussioni del direttorio sulla missione di ispezione annuale in Italia. L’Fmi sembra quindi chiedere qualcosa di simile a quello che è stato approvato proprio oggi in prima lettura Commissione Lavoro al senato. 

“Le riforme sul mercato del lavoro sono cruciali in una fase in cui la disoccupazione, al 12% sta raggiungendo i massimi dal dopoguerra – prosegue il documento –. Tuttavia, a seguito di un allentamento sulle restrizioni, ormai i contratti di lavoro a tempo determinato rappresentano il 70% tra le nuove assunzioni. La flessibilità è importante, ma ci sono dei limiti a quel che può fare per migliorare la produttività dei lavoratori”.

Il Fondo “sostiene” perciò la direzione generale e gli obiettivi “dell’ambiziosa riforma del mercato del lavoro” voluta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha affermato Kenneth Kang, responsabile della missione in Italia dell’istituto di Washington. 

In una conference call a commento del rapporto articolo IV sull’Italia, Kang ha sottolineato che il problema italiano è quello di un “ampio gap” tra i lavoratori a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato: l’Fmi “appoggia l’idea dell’introduzione di un contratto unico di lavoro con protezioni crescenti in modo graduale come modo per chiudere quel gap e fornire incentivi alle aziende affinché investano sui lavoratori”. 

Allo stesso tempo però, spiega l’esperto, “c’è bisogno di rendere i salari più decentralizzati a livello aziendale. Questo è importante perché, con salari meglio allineati alla produttività, si fornisce un segnale per le aziende al fine di allocare lavoratori e risorse ad aree di business più produttive”.

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