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Quando la Fiat 600 sbarcò in California

Quando nel 1957 la Fiat tornò, cinquant’anni dopo, negli Usa, l’evento fu festeggiato a Beverly Hills con un fastoso ricevimento alla presenza di Anni Magnani e Federico Fellini – Ogni mese un mercantile partiva da Genova per portare negli States mille auto Fiat e in un decennio la casa torinese vendette più di 100 mila vetture negli Usa – Ma non furono solo rose e fiori e soltanto con Marchionne la Fiat ritornò a splendere anche negli States

Quando la Fiat 600 sbarcò in California

A partire dal giugno 1957 la Italterra, detta “la nave delle 1000 automobili”, un mercantile riattrezzato per il trasporto vetture, fece la spola per una decina di anni dai porti di Genova e Savona verso New York, Los Angeles, San Francisco e Vancouver, per consegnare, per conto della Fiat, ogni mese negli Stati Uniti e in Canada, a pieno carico, circa mille vetture, non solo berline o compatte come la 1100, la 600 o la Multipla, ma anche sportive come la 1200 Granluce e la 1500 cabriolet.

Il viaggio inaugurale portò direttamente in California le prime mille vetture Fiat 600 e Multipla. L’arrivo a Los Angeles venne celebrato con un fastoso ricevimento a Beverly Hills cui parteciparono autorità dello Stato della California, alte personalità industriali ed ovviamente, nel puro stile hollywoodiano, le dive e i divi di allora, tra cui Terry Moore, Zsa Zsa Gabor, Clifton Webb, Cobina Wright e Jayne Mansfield.  Al ricevimento parteciparono anche Anna Magnani e Federico Fellini.

Dopo decenni, la Fiat ritornava dunque negli Stati Uniti. La volta precedente era stato nel 1908 quando veniva fondata negli Stati Uniti la Fiat Automobile co. per costruire vetture Fiat su licenza. Un taxi economico Fiat è adottato a New York: è la 1 Fiacre, che negli anni precedenti la prima guerra mondiale sarà il taxi più diffuso nella stessa New York.

Nel 1909 sempre a New York viene costituita la Fiat Motor co. con stabilimento a Poughkeepsie che produrrà sino al primo dopoguerra alcuni modelli di vetture, soprattutto assemblando pezzi in arrivo dall’Italia. Peraltro, quando nel 1957 la Fiat 600 sbarca in California erano ben presenti sul mercato statunitense le auto dalle lunghe code (o ali) che facevano sognare l’americano medio.

Ebbene, la Fiat 600 voleva essere una risposta al modo di concepire l’auto del tutto opposto. Una vettura piccola, ma abbastanza capiente per contenere quattro persone, compatta come un guscio, senza ali o code, un capolavoro di efficienza meccanica e con una superlativa qualità di design, anticipazione di quello che sarebbe stato nei decenni successivi per le americane e gli americani il gusto dei prodotti made in Italy.

Proprio per le sue caratteristiche la Fiat 600 era consigliata dalla “reclame” dell’ epoca come la vettura per le signore; la biondissima Kim Novak guiderà proprio una Fiat 600 nel film “Baciami stupido”. Un particolare favore incontrò poi tra i giovani californiani, per i suoi molteplici usi, la 600 Multipla, pubblicizzata soprattutto con le Olimpiadi di Roma del 1960, quando la Fiat mise a disposizione, per il trasporto degli atleti, dei tecnici e delle delegazioni sportive internazionali, una flotta di oltre 600 Multiple.

Le Fiat erano commercializzate negli USA dalla Hoffman Motor Car Company Inc. dell’imprenditore viennese Maximilian Hoffman, emigrato negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale e coetaneo di un altro illustre viennese nel campo motoristico, Karl (italianizzato in Carlo) Abarth, padre della più famosa vettura rielaborata degli anni cinquanta e sessanta, la Fiat 600 Abarth 1000.

Hoffman fu un importatore per tutti gli anni cinquanta e sino alla metà degli anni sessanta di vetture europee, fra cui le Alfa Romeo, le Lancia e le Fiat. La rete commerciale della Hoffman Company era costituita da alcune centinaia di dealer in tutto il territorio degli States, con sulla east coast la sede principale multimarca Fiat, Alfa Romeo e Lancia a New York, 430 Park Avenue e sulla west coast la sede Fiat a Beverly Hills, 9130 Wilshire Boulevard.

Ovviamente i volumi di vendita furono sempre di nicchia, ma in un decennio le vetture Fiat vendute in Nord America furono più di centomila. Dalla seconda metà degli anni sessanta e sino all’ inizio degli anni ottanta Fiat e Alfa Romeo passarono poi alla importazione diretta negli Stati Uniti con le loro sportive, rispettivamente la Fiat 124 Spyder e l’Alfa Duetto, resa peraltro iconica dal cult movie “Il Laureato” con Dustin Hoffman.

Tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, Fiat tentò inoltre di lanciare sul mercato americano una versione della Fiat 131, commercializzata con il nome di “Superbrava”, e della Ritmo commercializzata con il nome di “Strada”. Purtroppo fu un clamoroso insuccesso per due motivi. Il primo una specie di gaffe, quando ci si accorse, solo a campagna pubblicitaria già avviata, che “Ritmo” era la marca americana di un profilattico, e quindi la necessità di cambiare rapidamente il nome della vettura in “Strada”.

Il secondo, più pesante, dovuto alla scarsa qualità, in anni di forte conflittualità sindacale nelle fabbriche italiane, delle vetture per igli stringenti standard americani, tanto che l’acronimo Fiat fu letto come “Fix It Again Tony”, “Aggiustala di nuovo Tony (nome con cui vengono generalmente identificati gli italo-americani)”.

Sarà il Presidente Barack Obama a riscattare l’immagine della Fiat ricordando, in occasione dell’accordo per l’acquisizione della Chrysler, che la sua prima vettura fu proprio una Fiat Strada. La Fiat ritornerà in California nel 2010 quando Sergio Marchionne inaugurerà il Motor Village per la commercializzazione della Fiat 500 al 2025 di Figueroa Street di  Los Angeles.

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