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Onado: “Le banche fanno scintille in Borsa ma non è tutto oro quel che luccica”

INTERVISTA A MARCO ONADO – Da inizio 2013 i titoli bancari hanno registrato rialzi vistosi grazie alla discesa dello spread ma i problemi restano: la crescita degli accantonamenti sui rischi di credito e la redditività ai minimi storici per i tassi molto bassi – Bisognerà intervenire su sportelli e personale – Essenziale il sostegno al credito alle imprese.

Onado: “Le banche fanno scintille in Borsa ma non è tutto oro quel che luccica”

Tutti d’accordo, una volta tanto: il motore del gennaio Toro sono state le banche. I Big del sistema, Intesa ed Unicredit, registrano da inizio anno un guadagno superiore al 10 per cento, al pari Mediobanca, Il Banco Popolare supera il 15 per cento , addirittura  doppio il balzo di  Monte Paschi. E si rivedono in massa i Big delle gestioni, a partire da Black Rock che ha acquisito il 5 per cento di Ubi. All’improvviso, insomma, il quadro si è rovesciato. Ma c’è del metodo in questa apparente follia? C’è, assicura il professor Marco Onado, docente della Bocconi, ex commissario Consob e grande esperto di banche. Ma non è detto che il rialzo dei titoli bancari abbia buone gambe. 

FIRSTonline – Come spiega il rimbalzo?

Onado – Semplice: è un effetto meccanico. Prima le banche subivano un circolo vizioso, condizionato dallo spread alle stelle,  che schiacciava le quotazioni dei titoli di Stato in portafoglio obbligando a revisioni continue dei prezzi sulla base della regola del mark  to market. Oggi, al contrario, scatta l’effetto opposto: la discesa dello spread fa da trampolino ad un rimbalzo che può andare anche oltre i valori fondamentali. 

FIRSTonline – Ma durerà?

Onado – Innanzitutto, come ha segnalato la Bce, non siamo certo al riparo da una possibile impennata di ritorno dello spread, soprattutto se prevarranno certi comportamenti post elettorali. Ma, a l di là del dato congiunturale, non siamo certo di fronte ad un’inversione di tendenza. Il  vero problema delle banche è la crescita degli accantonamento dei rischi di credito. Non dispongo ancora, come è ovvio, dei dati relativi a tutto il 2012, ma nel 2011 il risultato del sistema è stato un po’ più elevato della somma degli accantonamento dei due esercizi precedenti.

FIRSTonline – Il trend è continuato?

Onado – Tutto lascia prevedere che il fenomeno non è passeggero. Se così fosse saremmo a cavallo. Altrimenti sarà un bel gaio.

FIRSTonline – Perché?

Onado – Perché  la redditività del sistema è scivolata ai minimi storici, uno degli effetti dei tassi estremamente bassi. Di qui la necessità di interventi robusti finora più annunciati che effettuati.

FIRSTonline – Ovvero?

Onado – E’ evidente che sarà necessario intervento sugli sportelli e sul personale misure ce, per ragioni comprensibili, sono state rinviate fino ad oggi.

FIRSTonline – Di qui è facile prevedere che il sistema chiederà l’intervento dello Stato. In materia di deduzione delle perdite sotto il profilo fiscale.

Onado – Richiesta logica e sensata sotto il profilo razionale. Resta asai dubbio, però, che le casse pubbliche abbiano capienza per una scelta del genere.

FIRSTonline – Potrebbe essere l’ora del grande salto: meno banca più borsa o più obbligazioni fuori dai recinti del credito. O no?

Onado –  Purtroppo la dimensione delle nostre imprese rende sempre difficile l’uso dello strumento obbligazionario, come si evince dai risultati degli ultimi esperimenti. Per quanto riguarda la Borsa, palano i dati: poche quotazioni e, in alcuni casi, più con la logica del prendi i soldi e scappa che non per un piano di sviluppo. Ma qui è colpa delle imprese ancor più delle banche.    

FIRSTonline – Arriveranno gli stranieri?

Onado – Non vedo questa ressa alle frontiere degli investitori.

FIRSTonline – E le banche italiane andranno oltre frontiera per assistere l’export?

Onado – Al contrario: credo che dovranno presidiare il mercato domestico e recuperare il rapporto con la clientela. Penso che l’esempio di Unicredit abbia fatto scuola: l’espansione internazionale non ha fatto bene.

FIRSTonline -Come giudica  banchieri di casa nostra? Fa impressione leggere i contratti derivati stipulati dalla vecchia dirigenza Mps con Deutsche Bank Erano mosse comprensibili?

Onado – Non facciamo di ogni erba un fascio. Certo che un mio studente, dopo un paio di esami, certi errori li sa evitare.

FIRSTonline – Cosa dovrebbe fare la nuova maggioranza dopo le elezioni in materia di banche?

Onado – Ci vuole un intervento immediato nella direzione del sostegno al credito alle imprese. Non si tratta di far demagogia, ma di indicare una linea di tendenza precisa. Mi ha molto impressionato Fabrizio Barca quando in tv ha detto: ad Aquila la gente non mi chiedeva i soldi il mattino dopo. Ma voleva sapere una data credibile in cui sarebbero scattati gli interventi.. Il Paese non chiede miracoli, nemmeno quelli gridati in campagna elettorale. Chiede una politica affidabile. 

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