Condividi

Oggi primo test della manovra anti-deficit della Spagna: la parola ai mercati

Piazza Affari inizia in ribasso – Si vedrà oggi se il piano della Spagna piace o no alle Borse e se spegnerà la nuova febbre da rischio sovrano – Tiene ancora banco l’intrigo Premafin-Fonsai-Unipol – Pioggia di nomine in arrivo: a breve si decide la presidenza Unicredit, si rinnova Guzzetti in Acri e si completa il team di Mps con Profumo presidente

Oggi primo test della manovra anti-deficit della Spagna: la parola ai mercati

IL “SALVA SPAGNA” ALL’ESAME DEI MERCATI

UNICREDIT, ACRI, MPS. SETTIMANA DI NOMINE

L’Europa “ha fatto i compiti a casa”. Ora tocca al Fondo Monetario. Dopo il vertice di Copenagen in cui i ministri finanziari hanno convenuto di aumentare di 200 miliardi la potenza di fuoco in mano al’Esm per fronteggiare la crisi del debito sovrano, il ministro francese delle Finanze François Baroin ha sollecitato il Fmi “a fare la sua parte”. Toccherà a Christine Lagarde, direttore generale del Fondo, convincere americani e Brics ad aumentare i contributi per l’Europa, una mossa che finora non ha incontrato consensi. Intanto, il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble ha voluto precisare che “nessuno si illuda che ci potranno essere altri stanziamenti a favore dei fondi europei”. Una misura di questo tipo, ha aggiunto, sarebbe “perfettamente inutile”. “ Non c’è cifra – ha voluto spiegare – che possa convincere I mercati. L’unica misura efficace sono gli interventi strutturali sull’economia”.

Grande attesa stamane per la reazione dei mercati alla dura manovra finanziaria approvata venerdì sera dal governo di Madrid. Il premier Mariano Rajoy ha presentato un piano che prevede più di 27 miliardi di tagli di bilancio, pari al 9,6%. La manovra si compone di aumenti fiscali, tagli di spesa ma anche incentivi agli evasori che intendono rimettersi in regola con il fisco e per il rimpatrio di capitali.

A sorpresa cresce a marzo l’indice delle attività manifatturere in Cina, raffreddando le paure di una troppo brusca frenata dell’economia del Drago. Ma, dopo un inizio al rialzo, le Borse cinesi prendono la via del ribasso dopo le dichiarazioni del vice premier Li Kequiang: la Cina, ha detto, farà il possibile per domare l’inflazione. Ergo, resterà la stretta monetaria. A Hong Kong l’indice segna -0,31%. Sale al contrario la Borsa di Tokyo +0,66%, nel primo giorno d’attività dopo la chiusura dei bilanci a fine marzo. A temperare gli entusiasmi ci pensa però la cautela degli imprenditori: il Tankan, l’indice della fiducia, resta invariato rispetto a dicembre, L’industria, infatti, teme la rivalutazione dello yen.

Tra i titoli di testa della settimana finanziaria il posto d’onore, al solito, spetta all’intrigato giallo Premafin-Fonsai-Unipol. Anche stavolta, del resto, non mancheranno di sicuro i colpi di scena nell’intricata vicenda. Tre i terreni di confronto, sempre più collegati. Tanto per cominciare il negoziato tra Premafin ed Unipol sui rapporti di concambio in vista della fusione. Il cda di Premafin ha indicato un valore di 3,95 per azione Fonsai e di 0,3 euro per I titoli della holding, prezzi su cui Unipol non pare esser affatto d’accordo. Ma il tema del concambio non sarà una parita a due. E’ probabile che in occasione della prossima assemblea di Fonsai, vengano eletti rappresentanti della Sator di Matteo Arpe che potrà contare quantomeno sul voto favorevole di Palladio. E I nuovi amministratori (tra cui Salvatore Bragantini in cda e Giuseppe Angiolini quale presidente del coolegio sindacale) avranno un ruolo rilevante alla luce delle prescrizioni previste in caso di operazioni di fusione tra parti correlate.

Riunione forse decisiva oggi a Milano per la designazione del successore di Dieter Rampl alla guida di Unicredit. A due settimane dalla scelta, i papabili individuati con la consulenza di Egon Zehnder sono quattro: l’ex presidente di Iri ed Eni Gian Maria Gros-Pietro, l’ex numero uno di Borsa italiana Angelo Tantazzi, Domenico Siniscalco, ex ministro dell’Economia oggi ai vertici di Morgan Stanley Italia e Giuseppe Vita, presidente di Allianz Italia e manager di spicco dell’economia tedesca.

il rinnovo del mandato di presidente dell’Acri a Giuseppe Guzzetti, in carica dal 2000. L’assemblea dell’associzione che riunisce casse di risparmio e le Fondazioni ex bancarie approverà mercoledì prossimo anche la Carta delle Fondazioni voluta dallo stesso Guzzetti, una sorta di manuale di autodisciplina che prevede “criteri prudenziali” negli investimenti e “l’impegno a non ingerire le gestione operativa delle banche”. Ultimi lavori nel cantiere Monte Paschi. La Fondazione Mps fa sapere che, con l’ingresso di due fondi stranieri, si è praticamente conclusa la campagna di vendita: sono stati assegnati titoli pari all’11,45% del capitale, finiti a diversi investitori privati (in testa il 4% ceduto alla famiglia Aleotti) per un incasso di 700 milioni circa che vanno ad aggiungersi ad altri 200 milioni abbondanti ricavati dalle cessioni di partecipazioni. Ora la Fondazione potrà dedicarsi al rimborso di parte dei debiti oltre che alla ristrutturazione del passivo restante. Per quanto riguarda la banca, prende corpo il vertice. Presidente, si sa, sarà Alessandro Profumo, affiancato dai vice Turiddu Capaini (numero uno di Unicoop Firenze) e Marco Turchi (indicato dalla Fondazione). Ovvero due nomi vicini al Pd. In assemblea si presenterà una lista comune delle minoranze di vecchia e fresca data. I sei consiglieri di minoranza saranno così suddivisi: due in rappresentanza della famiglia Aleotti, uno a testa per Axa, i nuovi soci pugliesi (rappresentati da Lorenzo Gorgoni), i fondi previdenziali e Unicoop.

Si riparte dopo un trimestre eccezionale per i mercati azionari. L’indice Ftse World ha registrato un rialzo pari all’11 per cento, il dato migliore dal primo trimestre 1998. Per Piazza Affari il rialzo è stato però solo del 5,9%, che compensa solo assai parzialmente il -26% degli ultimi 12 mesi. La performance infatti è speculare alla grande paura dei mesi scorsi, che aveva schiacciato i listini, specie i valori finanziari a livelli infimi. Il listino leader in Europa è il tedesco Dax: +18%, pari alla perdita accumulata nei 12 mesi precedenti.

A favorire il rimbalzo è stato innanzitutto il buon comportamento dei mercati Usa. Svetta il recupero dello S&P 500, reso possibile dalla ripresa delle banche , ancor di più, dall’exploit di Apple: l’azione regina del 2012, che ha un peso pari al 12% nell’indice.  Ha messo a segno un rialzo del 50%. Meno esuberanti le blue chips del Dow Jones: +8,2%. Segno più anche per le Borse asiatiche: il Nikkei 225 è su del 19,3% ( anche per l’indebolimento dello yen), il paniere Msci Asia Pacific sale del 13,5%.

Al contrario, il rendimento dei T bond Usa è stato il peggiore dall’ultimo trimestre 2010: – 1% dal primo gennaio al 29 marzo. Assai meglio i corporate bond (+3,2%) .

Commenta