Condividi

Le miniere australiane non sono più australiane

Secondo i Verdi locali, l’83% delle risorse minerarie del paese sono in mano agli stranieri. Ma non c’è motivo di preoccuparsi

Le miniere australiane non sono più australiane

L’orgoglio nazionale non riguarda solo Alitalia ed Air France, o Parmalat e Lactalis. Anche le miniere australiane – certo più “strategiche” degli yogurt – sono oggetto di cupidigie nazionali. Il quotidiano ‘China Daily’ – bisogna ricordare che la Cina è stata molto attiva nell’acquisire controllo o cointeressenze in società minerarie australiane per assicurarsi gli approvvigionamenti di materie prime – riporta che i ‘verdi’ australiani hanno presentato un rapporto in cui si calcola che l’83% del settore minerario è in mano agli stranieri. La percentuale è elevata ma in ogni caso non dovrebbe preoccupare la sovranità, dato che i tesori nelle viscere della terra sono là per essere estratti e non importa – agli australiani – chi li compra purché il prezzo sia equo. In ogni caso, l’Australia da decenni registra un deficit corrente – consuma più risorse di quante ne produca – e il modo più indolore per correggere il deficit corrente – gli altri due modi sono svalutazione e/o recessione – consiste nel vendere “pezzetti di Australia” agli stranieri. Il controllo straniero sulle risorse del paese è quindi una scelta in certo qual modo obbligata. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
http://www.chinadaily.com.cn/xinhua/2011-06-29/content_3038356.html
http://au.news.yahoo.com/a/-/latest/9753803/miners-say-greens-tax-plan-is-xenophobic/

Commenta