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La Ue riaccende la battaglia Berlusconi-Lega sulle pensioni

Dopo l’ultimatum ricevuto ieri da Van Rompuy, il Cavaliere deve far in modo di varare una serie di “misure strutturali” entro mercoledì, quando è previsto il prossimo Consiglio europeo – Diverse le ipotesi allo studio per obbedire a Bruxelles: dalle pensioni alle dismissioni, dal concordato al piano per il Sud.

La Ue riaccende la battaglia Berlusconi-Lega sulle pensioni

Dopo le risate di Merkel e Sarkozy a commento della credibilità italiana, Silvio Berlusconi è costretto agli straordinari. Il premier ha convocato per le 18 di oggi pomeriggio un Cdm in cui saranno discusse le “misure strutturali” chieste al nostro Paese dalla Ue. L’ultimatum di Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, non poteva essere più chiaro: le riforme sulla crescita devono arrivare entro mercoledì, quando il Consiglio si riunirà nuovamente, per “rassicurare i mercati e l’Europa”.

E’ iniziata così una giornata febbrile per il Cavaliere. Dopo un incontro con il ministro Tremonti a Palazzo Grazioli, il Presidente del Consiglio è atteso al Quirinale per riferire al capo dello Stato sull’ultimo vertice europeo di Bruxelles. Sembra inoltre che già ieri notte, rientrando a Roma, il premier abbia preso contatti con Umberto Bossi per fissare un appuntamento prima del consiglio dei ministri. Sul tavolo il nodo pensioni.

Dal pressing dell’Europa Berlusconi ha detto di voler trarre spunto “per fare cose” che sinora non ha potuto fare “per colpa d’altri”. Novità che dovrebbero concrettizzarsi in due step: un decreto legge con “un centinaio” di misure per la semplificazione in favore di imprese, lavoro e investimenti nelle grandi infrastrutture energetiche; un pacchetto di altri interventi da scadenzare nel tempo. Vediamo quali.

PENSIONI: CANCELLARE GLI ASSEGNI DI ANZIANITA’ E ALLUNGARE L’ETA’ PENSIONABILE A 67 ANNI

“Nell’Ue si è parlato di un’uguale età pensionabile per tutti a 67 anni – ha detto ieri Berlusconi -. Lo farò presente alla Lega, anche perché siamo l’unico Paese ad avere anche le pensioni di anzianità. Bossi ha a cuore i pensionati. Ma questo non collide con la difesa dei pensionati, perché non andiamo a toccare, a diminuire, le pensioni di nessuno. Ormai con lo sviluppo della vita media, che è intorno agli 80 anni, per i giovani mantenere delle persone che vanno in pensione a 58 anni e poi vanno avanti fino agli 80 e oltre è un carico francamente ingiusto. Gliene parlerò”.

Ma le resistenze del Carroccio sul fronte previdenziale potrebbero rivelarsi ben più agguerrite di quanto messo in conto dal Cavaliere. “La Lega è contro qualsiasi riforma delle pensioni e contro la patrimoniale – ha ribadito stamane su Canale 5 il capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni -. E’ sempre stata contraria all’ipotesi di ridiscussione dell’età pensionabile. Abbiamo fatto le nostre proposte alternative. Di questa questione ne discuterà il Consiglio dei ministri”.

Un’apertura sorprendente è arrivata invece dall’Udc: “Se la riforma delle pensioni con l’innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile sarà ben fatta, siamo pronti a votarla”, ha fatto sapere Rocco Buttiglione.

DISMISSIONI: VENDITA IMMOBILI DI STATO E TERRENI AGRICOLI

Altro nodo fondamentale è quello dei beni immobili di proprietà pubblica: “Forse potremo ridurre il debito pubblico anche prima del 2013 ponendoli sul mercato”, ha detto ancora Berlusconi da Bruxelles. Le dismissioni dovrebbero riguardare una fetta del patrimonio immbiliare in mano allo Stato, agli enti locali e previdenziali. Si fa strada anche l’idea di battere cassa vendendo parte del demanio agricolo.

FISCO: ARIA DI CONCORDATO

Le nuove misure dovrebbe comprendere anche un anticipo della riforma fiscale, che potrebbe comprendere un nuovo concordato. In bilico anche altre norme, come la chiusura agevolata del contenzioso fiscale. Sembra invece scongiurata l’ipotesi di un vero e proprio condono, altro punto su cui l’opposizione della Lega è risultata decisiva.

TREMONTI: PIANO PER IL SUD CON FONDI EUROPEI

Il ministro dell’Economia ha proposto ieri una strategia di sviluppo per il Mezzogiorno. Già ribattezzato “Eurosud”, il piano prevede “una radicale revisione dell’ uso dei fondi europei, anche con una regia rafforzata – ha spiegato Tremonti -, sia per interventi di lungo periodo che per quelli con effetti immediati e rapidi”. In sostanza, si tratterebbe di utilizzare i miliardi di fondi strutturali comunitari che finora il nostro Paese non è stato in grado di investire. Il ministro non ritiene necessarie “risorse aggiuntive”, richieste invece da governatori delle Regioni meridionali.

ACCORDO CON LA SVIZZERA

Si fa largo l’ipotesi di un’intesa fra il nostro Paese e la Confederazione che prevede – sotto garanzia d’anonimato – la tassazione una tantum sui depoositi dei cittadini italiani negli istituti svizzeri. Si tratterebbe di un prelievo sui capitali non scudati (quindi detenuti illegalmente) che porterebbe nelle casse dello Stato tra i 20 e i 25 miliardi di euro subito e altri due miliardi l’anno con l’imposizione sugli interessi prodotti da quelle somme

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