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Il valore delle merci in dogana: seminario Assonime

Il tema del valore in dogana riveste particolare importanza perchè la maggior parte dei dazi sulle importazioni nell’Unione europea è costituita da dazi commisurati, in percentuale, al valore dichiarato della merce importata me le regole in vigore non sempre sono di facile interpretazione e applicazione

Il valore delle merci in dogana: seminario Assonime

L’introduzione nella normativa unionale delle informazioni vincolanti sul valore in dogana (IVV) costituirebbe “una garanzia sia di certezza e affidabilità del diritto, sia di uniformità di applicazione della normativa doganale in tutto il territorio dell’Unione”. Lo ha detto il Condirettore Generale di Assonime Ivan Vacca che, introducendo i lavori del terzo seminario promosso congiuntamente dall’Associazione delle società per azioni e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha illustrato la posizione espressa da Assonime sulla consultazione esplorativa avviata in materia dalla Direzione generale “Fiscalità e Unione doganale” (DG TAXUD) della Commissione europea.

All’incontro, svoltosi ieri a Roma, hanno preso parte, per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Cinzia Bricca (Vicedirettore e Direttore Vicario, Direttore Centrale Legislazione e Procedure Doganali), Roberta De Robertis (Direttore Interregionale Lazio e Abruzzo), Mariarita Simona Sardella (Direttore Ufficio applicazione dei tributi doganali), Marco Cutaia (Direttore Ufficio delle Dogane di Milano 3) e, per Assonime, Filippo Mancuso (Area Fiscalità d’Impresa).

Il tema del valore in dogana – ha spiegato Vacca – riveste particolare importanza perché la maggior parte dei dazi sulle importazioni nell’Unione europea è costituito dai dazi commisurati, in percentuale, al valore dichiarato della merce importata (cosiddetti dazi ad valorem). Nella generalità dei casi, pertanto, il valore in dogana costituisce la base imponibile per l’applicazione della tariffa doganale comune, nonché per il calcolo delle imposte nazionali (ad es.: l’IVA) che gravano sulle merci importate.

Tuttavia, le disposizioni che regolano la determinazione del valore in dogana delle merci, pur recependo principi elaborati in ambito internazionale, “non sempre risultano di agevole interpretazione ed applicazione, esponendo le imprese al rischio di commettere errori e irregolarità suscettibili di sanzioni, che nella specie possono risultare anche piuttosto gravose”. A questo si aggiungono le problematiche relative agli scambi intercompany delle imprese multinazionali e quelle derivanti da recenti orientamenti giurisprudenziali, sia in ambito unionale che nazionale, che hanno riportato l’interesse su questi temi, “sollevando questioni e problematiche di incerta soluzione”.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – ha sottolineato Cinzia Bricca – ritiene che il fattore doganale svolga un ruolo strategico nel governo dei processi di import/export, nell’ottica della integrazione globale della supply trade chain. In questo contesto l’azione dell’Agenzia mantiene un equilibrio adeguato tra gli interventi di controllo e l’agevolazione degli scambi legittimi. Equilibrio nel quale gli operatori economici giocano un ruolo tanto più rilevante quanto più sono in grado di utilizzare gli strumenti doganali di certezza del rapporto giuridico e di trasparenza con la Dogana.

“Le informazioni vincolanti – ha precisato Cinzia Bricca – sono oggi previste unicamente in relazione agli istituti della classificazione (Informazione Tariffaria Vincolante, ITV) e dell’origine (Informazione Vincolante in materia di Origine, IVO) delle merci, ma non anche al valore doganale. La Commissione europea ha condotto un monitoraggio presso gli Stati membri per conoscere il gradimento degli operatori economici e delle amministrazioni per un analogo strumento vincolante (IVV). La risposta è stata nettamente positiva, è quindi auspicabile che intervengano quanto prima le opportune modifiche alla normativa unionale doganale per inserire stabilmente questo nuovo strumento decisionale tra i tools a disposizione degli operatori doganali per accrescere il loro livello di compliance”.

Fra le problematiche d’attualità in materia doganale che Assonime sta seguendo, particolare importanza assume il tema delle conseguenze della Brexit sulle imprese nazionali. Nel corso dei lavori, Assonime ha assicurato all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che sul tema ha recentemente organizzato un apposito incontro che si pone come il primo di una serie di confronti con le associazioni di categoria, la sua collaborazione per esaminare e approfondire i potenziali effetti che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea potrebbe avere sulle attività doganali e sulle strategie commerciali delle imprese. A questo riguardo Assonime – ha sottolineato ancora Vacca – si farà promotrice di iniziative volte a sensibilizzare le Associate sulle possibili criticità che potrebbero emergere e a raccogliere informazioni e proposte utili al proficuo sviluppo del confronto.

Concluso questo primo ciclo di seminari congiunti con l’Agenzia Dogane e Monopoli, l’attività di Assonime nella materia doganale proseguirà attraverso l’emanazione di una circolare ricognitiva delle più importanti novità introdotte in materia di valore delle merci dal Codice doganale dell’Unione, volta anche a fare il punto delle principali criticità e questioni aperte con le quali le imprese si confrontano nella loro operatività. Inoltre, è intenzione dell’Associazione di promuovere l’istituzione di un tavolo tecnico con le Associate finalizzato all’esame e all’approfondimento delle principali problematiche in tema di valore doganale, per elaborare anche soluzioni interpretative e procedurali che saranno condivise con le Agenzie fiscali.

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