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Grillo, presidente degli industriali tedeschi: “Le mosse di Draghi non rilanciano gli investimenti”

INTERVISTA A ULRICH GRILLO, presidente degli industriali tedeschi – Il pacchetto Draghi non basta a rilanciare gli investimenti: servono più fiducia e riforme in vista della competitività – Il modello tedesco funziona – Meno spesa sociale e più investimenti in innovazione – Bene i mini-jobs – “Renzi mi piace ma deve fare le riforme ed è già in ritardo”.

Grillo, presidente degli industriali tedeschi: “Le mosse di Draghi non rilanciano gli investimenti”

Gli ultimi dati sul Pil hanno messo in rilievo che anche la Germania, motore d’Europa, sta accusando il colpo della crisi. Nel secondo trimestre del 2014 infatti il Pil è calato dello 0,2% e gli indicatori sulla fiducia di imprese e consumatori hanno inanellato un segnale negativo dietro l’altro. Il tutto aggravato dalle tensioni geopolitiche come la crisi in Ucraina. Ieri il dato sulla produzione industriale tedesca è salito molto più delle attese. Secondo molti economisti, è un buon indicatore, assieme ad altri positivi delle ultime settimane, di un possibile ritorno di Berlino in crescita nel terzo trimestre dell’anno. Ora si guarda all’andamento del cambio euro-dollaro (1,2951 alla chiusura di ieri) e all’indebolimento della moneta unica che potrebbe rilanciare le esportazioni tedesche e dell’Europa in generale. Le mosse decise giovedì da Draghi, tra cui il taglio ulteriore dei tassi e l’acquisto dei titoli Abs, hanno dato un’altra spallata all’euro e hanno tolto ogni alibi all’Europa e agli Stati membri sulle riforme. Ma per il presidente degli industriali tedeschi (BDI), Ulrich Grillo, intervistato da FIRSTonline a margine dei lavori del workshop Ambrosetti a Villa D’Este, il pacchetto di Draghi non  avrà un impatto consistente.

FIRSTonline – Presidente. cosa ne pensa delle decisioni di Draghi?

GRILLO – Non è il mio ruolo commentare sulla Bce, ma in ogni caso non credo questo si ripercuoterà in maniera consistente sugli investimenti. I tassi di interesse sono da tempo già bassi ma le aziende hanno bisogno di fiducia che dipende dal giusto ambiente in cui operano e su cui in questi giorni incidono anche le tensioni geopolitiche. Nel complesso ritengo che questo pacchetto avrà un impatto limitato anche perché non bisogna dimenticare che in Europa ci sono tante le persone che hanno risparmi che però non sono ben remunerati con tassi così bassi. In Germania inoltre non abbiamo nessun problema di accesso al credito come può invece essere il caso di Francia e Italia. Quindi, d’accordo con questo pacchetto di misure, ma non può essere molto utile alle aziende tedesche in buono stato di salute, mentre può aiutare i Paesi dell’Europa meridionale.

FIRSTonline – Non sembra soddisfatto.

GRILLO – Non è solo questione di strumenti finanziari, abbiamo bisogno di riforme strutturali e di flessibilità del mercato del lavoro, non dobbiamo mettere troppa speranza in questi strumenti finanziari. L’esperienza della Germania dice che non è solo un tema di soldi ma anche di educazione. Se non hai le giuste competenze e persone è un problema.  L’Europa va ristrutturata anche in ottica di flessibilità delle politiche del lavoro, così come della pubblica amministrazione e delle procedure di investimento.

FIRSTonline -L’indebolimento dell’euro riuscirà a rilanciare la ripresa delle esportazioni e dell’economia europea e tedesca? A che livello dovrebbe attestarsi il cambio?

GRILLO – Bisogna chiedere al mercato. Ritengo che non dovremmo manipolare il cambio euro/dollaro ma che il risultato deve dipendere dalle dinamiche del mercato. Certo, con un euro più debole è più facile esportare ma una moneta unica più bassa rende anche più caro l’import. La Germania fa molto export ma anche molto import e bisogna considerare entrambi questi aspetti.  Se l’export aumenta del 10% anche l’import aumenta del 9% perché dobbiamo comprare i componenti per la produzione dei beni da esportare.

FIRSTonline – L’economia è in stagnazione, quali riforme devono attuare l’Europa e la Germania per tornare a crescere?

GRILLO – In Germania negli ultimi nove mesi abbiamo avuto una Grande coalizione che ha enfatizzato alcuni grandi progetti sociali come la riduzione dell’età pensionabile e del sistema delle locazioni. Quello di cui abbiamo bisogno ora è fare il passaggio dalla spesa agli investimenti. E questa è la stessa necessità che ha l’Europa che ha bisogno di un mercato dell’energia integrato che permetterebbe risparmi per 50 miliardi di euro, di una banda larga integrata che porterebbe risparmi per 250 miliardi di euro e riforme per le infrastrutture. Sono questi gli elementi necessari per riguadagnare la crescita. Maggiore slancio in termini di rafforzamento della competitività deve essere dato dalla Commissione europea e ogni riforma dovrebbe essere controllata in chiave di competitività.

FIRSTonline – Cosa ne pensa delle discussione sul pareggio di bilancio tedesco? Potrebbe essere sacrificato per la crescita?

GRILLO – La disciplina è molto importante. Ha aiutato la Germania e sul lungo termine  è lo strumento giusto, guardiamo anche ai risultati sulla crescita in Spagna. Invece di indebolire la disciplina abbiamo bisogno di ridurre la spesa sociale e mettere questi soldi negli investimenti. In Germania abbiamo deciso in passato di aumentare la spesa sociale e ora si dovrebbero modificare alcune cose ma non è più possibile farlo. Per esempio le lavoratrici possono scegliere di rimanere a casa a curare il figlio percependo il salario oppure avvalersi di strutture pubbliche. Ma si tratta di una norma eccessiva che non incentiva il ritorno al lavoro.

FIRSTonline – Cosa pensa del premier Matteo Renzi?

GRILLO – Ho incontrato Renzi due volte e ho avuto un’impressione molto buona. E’ molto ambizioso ma le sue parole devono essere seguite da azioni, glielo chiede sia l’Italia sia l’Europa. Non ci si può limitare a lanciare ogni mese una grande riforma. Poi bisogna agire e mi sembra sia già un po’ in ritardo. Ora guida il semestre europeo, speriamo sia in grado di dare slancio.  Se uno tra Germania, Francia, Italia è malato anche gli altri hanno problemi. Se Renzi ha successo anche l’Europa ha successo.

FIRSTonline – I mini job hanno funzionato in Germania? Sono esportabili in Italia?

GRILLO – La flessibilità è un aspetto importante  che ci ha aiutato specialmente in situazioni di volatilità. I mini-job li abbiamo adottati già dieci anni fa e ci hanno aiutato a raggiungere questi risultati. Per noi sono stati un buono strumento e probabilmente lo sono anche per l’Italia.

FIRSTonline -La Germania è un modello anche in tema di partecipazione dei sindacati nei consigli di amministrazione.

GRILLO -Qui porto il mio esempio diretto: sono seduto nel Cda di una società dove sono presenti anche i rappresentanti sindacali e questo negli anni ha permesso il confronto. Non so se può essere esportato ma è un buon modello grazie alla collaborazione che si è instaurata con i gruppi sindacali che si sono resi conto della situazione economica.

FIRSTonline – La crisi economica però non ha risparmiato neanche la Germania che ha archiviato dati sul Pil poco rassicuranti.

GRILLO – Dopo il calo dello 0,2%, le stime di crescita dell’anno sono comunque ottimiste e vedono un +1,5% di Pil. Siamo ottimisti ma dobbiamo lottare per questo e dobbiamo anche noi fare investimenti e innovazione. Ma non è facile né scontato.

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