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Gb, BoE: tassi fermi e alza stime Pil e inflazione

La Banca centrale britannica non interviene sui tassi e alza le stima di crescita. Nel rapporto di novembre prevista un’inflazione in crescita

Gb, BoE: tassi fermi e alza stime Pil e inflazione

La Bank of England (BoE) lascia i tassi invariati e rialza le stime di crescita per il 2017, riducendo invece quelle per il 2018.

Nel rapporto di novembre sull’inflazione la Bank of England ha rivisto al rialzo le proiezioni di crescita del Pil britannico a +1,4% dallo 0,8% indicato ad agosto, mentre ha abbassato a +1,5% da +1,8% le stime per il 2018. Per il 2016 le previsioni puntano al 2% dal precedente 2,2% e per il 2019 all’1,6%.

Per l’inflazione il pronostico della BoE è del 2,7% nel quarto trimestre 2017 dal precedente 2%, così come per il quarto trimestre 2018 (dal 2,4%). Il tasso di disoccupazione Lfs (cioe’ basato su un sondaggio della forza lavoro) e’ stimato in aumento al 5,1% (dal 4,9% della stima iniziale) a fine 2016, seguito dal 5,4% nel quarto trimestre 2017 (meno quindi del 5,5% iniziale) e al 5,6% nel 2018 (dal 5,5%) e nel 2019.

Il calo della sterlina – si legge nel rapporto – favorisce l’export, ma aumentando i prezzi import pesa sui redditi reali delle famiglie e sulla spesa più di quanto previsto in agosto. Inoltre un prolungato periodo di incertezza frena gli investimenti delle imprese. Tuttavia tale rallentamento è meno pronunciato rispetto alle proiezioni di agosto e quindi il Pil nel breve termine è maggiore, di riflesso ai dati migliori del previsto. Il deprezzamento della sterlina del 20% avvenuto nell’ultimo anno comporterà un aumento dell’inflazione oltre il target del 2% entro metà 2017, fino a un massimo del 2,7% un anno dopo, prima di iniziare a scendere. La BoE si aspetta pertanto che l’inflazione sia superiore al target nell’orizzonte temporale di 3 anni, ma poi con il venire meno dell’impatto dei prezzi all’import dovrebbe tornare vicino al target nell’anno successivo.

La BoE, copme si diceva, ha lasciato invariati i tassi di interesse e il piano di acquisto asset (Quantitative Easing), dopo il nulla di fatto della Fed.  Lo scorso agosto, la BoE ha tagliato i tassi di interesse, mostrandosi anche più interventista del previsto con una estensione del piano di Quantitative Easing.

Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale rimane dunque allo 0,25% e resta confermato il piano di QE a 435 miliardi di sterline.

Con la decisione di mantenere invariata la sua politica monetaria, la BoE ha lasciato cadere il segnale inviato finora sulla possibilità di ridurre ulteriormente i tassi di interesse. La BoE ha infatti affermato che i tassi potrebbero modificarsi ‘in entrambe le direzioni’, mentre ha rilevato che la decisione su Brexit non ha impattato così fortemente sull’economia nazionale come tenuto fino ad ora. I tassi sono stati lasciati allo 0,25%, un minimo record, con un voto unanime da parte del Consigliodi politica monetaria che si è riunito in mattinata. In agosto la Boe aveva deciso un massiccio pacchetto di stimoli per tutelare l’economia britannica il più possibile dallo shock ‘Brexit’ riducendo anche i tassi di interesse di 0,25 punti base.

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