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Francia, Governo si spacca sull’austerità della Merkel e Hollande caccia il ministro dell’Economia

Clamorosa rottura nel governo francese tra i fautori di una austerity morbida, rappresentati dal primo ministro Valls, e gli oppositori radicali della politica della Merkel guidati dal ministro dell’Economia Montebourg, che Hollande estromette con il ministro della Cultura Filippetti – La Francia è con il governo Renzi: meno austerità ma niente crociate.

Francia, Governo si spacca sull’austerità della Merkel e Hollande caccia il ministro dell’Economia

E così la Germania riesce a vincere anche in Francia. La politica austera imposta dalla prima economia dell’eurozona riesce a mettere zizzania anche a Parigi: nel duello del nuovo che avanza, ovvero nella disputa fra i due 50enni del Partito socialista Manuel Valls e Arnaud Montebourg, rispettivamente primo ministro e ministro dell’Economia, a segnare il punto è dunque il primo, che seguendo le indicazioni del presidente François Hollande formerà oggi un nuovo governo, silurando proprio il dissidente capo dell’Economia, che aveva osato mettere in discussione la politica della Francia in Europa, giudicata eccessivamente ligia alla volontà della Cancelliera tedesca.

Quello che prima era l’asse Parigi-Berlino, adesso assume sempre più le sembianze del rapporto gerarchico, più o meno alla stregua di quello che lamentiamo in Italia o in altri Paesi. Gettando così la coppia Valls-Hollande, come sostiene Le Figaro, in “una crisi senza precedenti”. Al di là del punto segnato contro il ribelle Montebourg, che sarà allontanato dall’esecutivo insieme al ministro dell’Istruzione Benoît Hamon e a quello della Cultura Aurélie Filippetti, il tandem che guida la Francia sarebbe infatti secondo la stampa transalpina vicino alla rottura. “O lui o io”, avrebbe imposto Valls riferendosi a Montebourg, con toni che non sarebbero piaciuti al presidente, più avvezzo al dialogo che alla spettacolarizzazione. Tanto da costringere l’Eliseo a una secca smentita, affrettandosi a precisare che “il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro sono esattamente sulla stessa linea”.

Dal clan di Valls, intanto, nonostante la perdita di alleati chiave, ostentano sicurezza: “Arnaud Montebourg e Benoît Hamon sono entrati nel governo accettando un programma che poi è rimasto quello: tutto era chiaro sin dall’inizio, non è cambiato nulla”, assicura un senatore del Parti socialiste. Ma ora il governo, a poche ore dal rimpasto annunciato per oggi, è freneticamente alla caccia di una nuova maggioranza, che colmi la partenza dei dissidenti. La corsa si fa in particolare sui Verdi, anche se il problema sarà quello di trovare ministri che la stessa stampa francese definisce apertamente “allineati”.

A tal proposito si parla insistentemente dell’ex sindaco di Parigi Bertrand Delanoe, la cui popolarità è sempre molto alta: potrebbe andare a ricoprire un grande ministero che accorpi Cultura e Istruzione. E all’Economia? Le opzioni, a poche ore dal responso, sono due: o l’accorpamento dei dicasteri dell’Economia e delle Finanze, con a capo l’attuale ministro del secondo, Michel Sapin (che però potrebbe anche sostituire alla Giustizia Christiane Taubira, data per partente), oppure la nomina dell’attuale ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, coetaneo di Montebourg e anche lui esponente socialista. Cazeneuve è un uomo di fiducia di Hollande e faceva già parte del governo Ayrault, occupandosi proprio degli Affari europei.

In attesa di capire come si districherà la Francia, che ha confermato di recente la stagnazione economica e dove la popolarità di Hollande è al minimo storico tra tutti i presidenti recenti (tanto da far invocare persino le elezioni anticipate), a segnare il punto, quello vero, è decisamente Angela Merkel. Convincere i Paesi del Mediterraneo non è poi così difficile, ma seminare scompiglio nella seconda economia dell’Eurozona è più che un segnale.

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