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Covid torna a spaventare le Borse d’Europa

Mercati inquieti nel Vecchio continente, mentre l’America si scalda per le nomine Fed e per il maxi-piano di Biden – A Piazza Affari è il momento dei titoli difensivi – Iveco in Borsa dal 3 gennaio

Covid torna a spaventare le Borse d’Europa

Dall’economia Usa arrivano segnali di conforto e Wall Street affronta le scadenze tecniche con fiducia in attesa della Festa del Ringraziamento. Ma nel frattempo si scalda il fronte della politica: il presidente Biden, messo sotto accusa dai democratici per non aver saputo frenare l’ascesa dei prezzi, specie del carburante (non si vincono le elezioni con la benzina sopra i 4 dollari a gallone), cerca la rivincita con il maxi piano di riforme da 1.850 miliardi che sarà votato dal Congresso entro il fine settimana. I repubblicani alla Camera stanno rallentando le procedure di voto. Il leader dell’opposizione alla Camera, Kevin McCarthy, ha parlato per oltre un’ora per impedire il voto nella notte. Ma si andrà avanti comunque e Wall Street, che attende le prossime nomine alla Fed, si prepara a una stagione di aumenti delle tasse (necessari per fronteggiare un deficit aggiuntivo di 675 miliardi). Ancor più incerta la situazione in Europa, di nuovo epicentro della pandemia, e in Asia, dove i Big della tecnologia fanno i conti con gli effetti della stretta imposta dalle autorità cinesi.

ALIBABA SCHIACCIA HONG KONG, RIPARTE L’AUTO DI APPLE

A Hong Kong, la piazza più esposta all’hi tech, l’indice chiude la settimana con un ribasso dell’1,7%. Alibaba lascia sul terreno il10%: il titolo è sui minimi da un mese e mezzo dopo la pubblicazione dei dati del trimestre.

Positivo il Csi 300 di Shanghai e Shenzhen (+0,2%). Xpeng, il produttore di auto elettriche, arretra nel giorno della presentazione del suo primo modello di Suv (una minaccia per Tesla, che ieri a Wall Street ha chiuso in rialzo dello 0,7%).

Avanza Tokyo (+0,3%) dopo la presentazione della manovra del governo che prevede forti stimoli alla spesa pubblica.

Meglio il Kospi di Seul (+0,7%) grazie alla spinta di LG Electronics, in rialzo del 7% dopo che Bloomberg è tornata a parlare della collaborazione con Apple nell’auto elettrica.

CROLLA AL DEBUTTO LA PAYPAL INDIANA

La borsa dell’India è chiusa dopo lo shock del tracollo al debutto di Paytm (-27%), l’ambiziosa matricola dei pagamenti elettronici.

Il cross dollaro sterlina è poco mosso. La rupia si apprezza su dollaro per il terzo giorno consecutivo: stanotte il premier Narendra Modi ha annunciato che le leggi di riforma dell’agricoltura, quelle che avevano scatenato la protesta nelle campagne al momento del varo, saranno ritirate.

MACY’S +21%, MIGLIOR RIALZO IN UN SECOLO

Anche ieri, per il decimo giorno di fila, listini poco mossi a Wall Street alla ricerca di nuovi temi conduttori: Dow Jones -0,17%, S&P 500 +0,34%. Il Nasdaq guadagna lo 0,45%.

Ieri sera, nel dopo borsa, Intuit ha presentato i dati del trimestre e il titolo della società dei software per le imprese ha guadagnato il 7%. La società del lusso online Farfetech, invece, a seguito dei dati del trimestre, è precipitata del 20%.

Corre Nvidia (+8,1%) trascinando l’indice dei semiconduttori. Nel dopo arretra Cisco (-5,5%).

Memorabile riscossa di Macy’s (+21,1%) dopo aver alzato l’asticella sulle previsioni per fine anno.

VIGILIA CALDA PER LE NOMINE ALLA FED

Il Treasury Note a dieci anni tratta a 1,59%. L’euro dollaro si indebolisce nuovamente e scende a 1,135. Ieri la valuta unica ha guadagnato lo 0,5%. Oggi ci sono gli interventi di due membri della Federal Reserve, Richard Clarida e Mary Daly.

Il petrolio WTI è stamane in rialzo dello 0,2%, a 79,1 dollari il barile; Brent sopra 81 dollari, mentre continua a tenere banco il tema del rilascio delle scorte di greggio. La Cina ha fatto sapere che inizierà ad abbassare i livelli a breve. A questi prezzi, il greggio del Texas chiuderebbe la settimana con un calo del 2%.

LA LIRA FA COSE TURCHE, ERDOGAN NON MOLLA

Come se non bastasse la crisi dei migranti con la Bielorussia, le bizzarre tesi di politica monetaria del presidente turco Erdogan rischiano di aprire una nuova falla nel sistema messo a punto dalla Germania nei confronti di Ankara, che poggia sul principio soldi contro una diga anti-immigrazione. Ieri la Banca centrale turca, in omaggio alle tesi del presidente (i tassi bassi, sostiene Erdogan, combattono l’inflazione), ha tagliato il costo del denaro dal 16% al 15% a fronte di un’inflazione che si aggira attorno al 20% annuo. Il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni è balzato di 57 punti base, al 20,44%. La lira ha perduto un altro 6%. Nonostante le misure restrittive sui capitali, la svalutazione da gennaio supera il 30%.

COVID, EUROPA IN TRINCEA. LANE: I TASSI SCENDERANNO

La fibra del Toro è così robusta da reggere alle spallate più violente sia del Sultano di Istanbul che della pandemia. È l’unica consolazione al termie di una giornata che ha confermato, senza tema di equivoci, che il Vecchio Continente è tornato a essere la frontiera più avanzata della malattia che rischia di far rivedere per l’ennesima volta tempi e modalità della ripresa. I contagi, infatti, sono in calo da luglio in Africa, Medioriente e Sudest asiatico, mentre l’OMS segnala che l’Europa è l’unica regione al mondo in cui salgono i decessi. Sono oltre 3,3 milioni le nuove infezioni registrate, 2,1 milioni delle quali nel continente europeo a partire dalla Russia, mentre i decessi sono saliti del 67% in Norvegia e del 38% in Slovacchia. È la settima settimana consecutiva che i contagi da Covid-19 continuano a salire nei 61 Paesi che l’Oms conteggia nella regione europea.

In questa cornice, il capo economista della Bce Philip Lane ha avuto facile gioco nel rilanciare al mittente le preoccupazioni dei falchi sui tassi: “Non prevediamo un riallineamento verso l’alto – ha detto in un seminario a distanza della Fed – anche perché prevediamo un calo dell’inflazione nel corso del prossimo anno”.

TESORO IN DOLLARI, IL 44% VENDUTO IN ASIA

Le parole in arrivo da Francoforte hanno contribuito ad appiattire la forbice tra i titoli a due e a dieci anni, allentando le tensioni sul mercato. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata si è ristretto a120 punti base. I tassi scendono rispettivamente a +0,89% e a -0,31%.

Il Tesoro italiano ha comunicato i dettagli dell’emissione trentennale per un miliardo di dollari assegnata in settimana. Poco meno di metà dell’importo, pari a una quota record del 44%, è stata collocata presso investitori asiatici.

LE BORSE UE FRENANO NEL POMERIGGIO

La quarta ondata di Covid-19 ha rallentato solo parzialmente le borse europee e l’EuroStoxx 50 ha chiuso piatto. Il cross euro/dollaro è a 1,1319, poco sopra i minimi di periodo.

II listino principale di Milano arretra dello 0,59%, a 27.661 punti, zavorrato dai petroliferi. Deboli anche gli altri mercati del Vecchio Continente: Francoforte -0,18%; Parigi 0,21%; Amsterdam -0,3%; Londra -0,49%. Ma in mattinata i mercati di Svizzera, Germania e Francia hanno segnato nuovi record assoluti.

THYSSENKRUPP QUOTA L’IDROGENO

In rally Daimler (+1,66%): Berenberg ha avviato la copertura sul titolo con “buy”, dicendo che si aspetta che Daimler Truck, dopo il recente scorporo, possa generare rendimenti più elevati.

Vola ThyssenKrupp (+6,33%) dopo l’annuncio dell’Ipo della divisione che si occupa dell’idrogeno.

A Parigi continua la corsa di Hermès (+3,41%). In calo TotalEnergie (-1,01%). All’investor Day il pdg Patrick Pouyanné ha sostenuto che le quotazioni attuali delle rinnovabili rappresentano “un’enorme bolla”.

A Londra AstraZeneca (-0,2%) ha annunciato che il suo cocktail di anticorpi riduce il rischio di contrarre una versione sintomatica del Covid-19 dell’83% in un monitoraggio di lungo termine. Inoltre, la terapia riduce anche il rischio di un peggioramento dei sintomi se somministrata nei primi tre giorni dalla comparsa dei sintomi stessi, secondo quanto afferma la casa farmaceutica.

In maglia nera Madrid (-1,06%), dove si fa sentire il tonfo di Bbva (-6%), piegata dai problemi della controllata turca.

A MILANO TENGONO I TITOLI DIFENSIVI: HERA IN POLE POSITION

Pochi i titoli in controtendenza rispetto al listino milanese. Tra questi spiccano i comparti più difensivi, vedi utility e pharma. Avanza Hera (+1,65%), seguita, da Italgas (+0,83%). Nel comparto salute bene Amplifon (+1,43%). Diasorin (+0,41%) recupera parte delle vendite della vigilia.

GENERALI, CALTAGIRONE SUPERA IL 7%

Riprendono quota le grandi manovre sul fronte Mediobanca-Generali. Secondo indiscrezioni, Leonardo Del Vecchio si accinge a chiedere alla Bce l’autorizzazione per superare la soglia del 20% nella Banca di piazzetta Cuccia. Intanto, De Agostini si prepara, secondo Repubblica, a lasciare Generali, ma cerca una soluzione che non danneggi il fronte filo-Donnet. Quanto a Francesco Gaetano Caltagirone, ha comprato altre azioni del gruppo, incrementando la sua quota al 7,19%. La partecipazione sale al 7,258%, tenendo conto anche della quota della società collegata Aqua Campania.

Trascurati gli altri bancari, con perdite superiori ai due punti per Bper.

FRENA CNH, IVECO IN PIAZZA AFFARI IL 3 GENNAIO

Tra gli industriali rallenta Cnh Industrial (-1,1%) nel giorno dell’Investor day di Iveco group, in Piazza Affari dal 3 gennaio. Cnh prevede nel 2026 ricavi netti dalle attività industriali tra 16,5 e 17,6 miliardi di euro con un utile netto adjusted di 0,6-0,8 miliardi, da 0,3 miliardi del 2019. Realizzi su Ferrari (-1%).

PRADA STUDIA ALLEANZA CON RICHEMONT NELL’E COMMERCE

Acquisti nel lusso con Ferragamo a +1,1%. Prese di beneficio su Moncler, battuta d’arresto per Aeffe (-5%) dopo i recenti guadagni.

Nel settore ha tenuto banco Prada, che ha smentito l’intenzione di lasciare la Borsa di Hong Kong per un listino europeo. Patrizio Bertelli non esclude di poter essere interessato al progetto di Richemont di dare vita a un’alleanza per l’e-commerce di lusso tra la controllata Ynap e il retailer online Farfetch.

PETROLIFERI IN FORDO AL LISTINO: ENI -2%

In deciso ribasso i titoli del settore petrolifero dopo che l’amministrazione Usa ha chiesto ad alcune delle principali nazioni consumatrici di petrolio di considerare il rilascio di parte delle loro riserve. Eni perde il 2%, Tenaris -3,23,2%.

NICE VOLA AL DEBUTTO, PIOGGIA DI COMMESSE PER SOMEC

Debutto con il botto all’EGM di Nice Footwear, azienda specializzata nello sviluppo, produzione e distribuzione di scarpe per il tempo libero e lo sport, che balza del 50%, a 15 euro nel primo giorno di scambi Si mette in luce anche Somec (+3,8%). Il gruppo, specializzato nella realizzazione di progetti chiavi in mano, ha acquisito nuove commesse per un valore di 29 milioni di euro.

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