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Usa e Cina più vicine ma crolla Apple (-7,7%)

A cinque giorni dalle elezioni americane del mid-term il presidente Trump gioca la carta di un possibile accordo con la Cina che, mettendo fine alla guerra dei dazi, piace a Wall Street – Ma sul mercato piomba la disfatta della Mela avvelenata, che scende sotto la soglia dei mille miliardi – Cade il prezzo del petrolio – Nel pomeriggio l’esito degli stress test delle banche

Usa e Cina più vicine ma crolla Apple (-7,7%)

A cinque giorni dal voto americano di Mid Term, il presidente Trump gioca la carta di un possibile, prossimo accordo con la Cina che, mettendo fine alla guerra dei dazi, può riportare il buonumore a Wall Street. Il presidente degli Stati Uniti ha scritto su Twitter di aver parlato a lungo, in particolare di commercio, con Xi Jiping, un tweet che ha ridimensionato la portata delle accuse di furto di tecnologie sofisticate indirizzate dalle autorità statunitensi ad una società cinese partner del produttore di chip, Micron. Trump ha fatto anche sapere di aver chiesto al suo staff di preparare per il summit con il presidente cinese in programma a Buenos Aires in occasione del G20, una bozza di quel che potrebbe diventare il contratto da firmare.

CINA IN RALLY, RISALE LO YUAN

Le borse hanno accolto con un sospiro di sollievo la distensione. La Borsa di Shanghai guadagna il 2,3%, quella di Hong Kong il 3,8%, quella di Tokyo l’1,3%. La migliore, nell’area, è Seul: +2,8%. Nel colloquio telefonico tra i due presidenti si è parlato anche della ripresa del dialogo con Kim.

Lo yuan si apprezza a 6,908 su dollaro, massimo delle ultime 3 settimane, da 6,907 di ieri. Si indebolisce lo yen.

Positivi anche i mercati Usa. Il Dow Jones è salito dell’1,06%, stessa variazione per S&P 500. Vola il Nasdaq (+1,75%).

Ma a Borsa chiusa è arrivata la Mela avvelenata.

IL VALORE DELLA MELA SCENDE SOTTO I MILLE MILIARDI

Apple è crollata nel dopo borsa del 7,7%, a 205 dollari, scendendo così sotto la barriera del miliardo di dollari di capitalizzazione raggiunto lo scorso 2 agosto. Il calo è motivato dalle previsioni sulle vendite del quarto trimestre ma anche dalla decisione di non comunicare dal prossimo trimestre l’andamento delle vendite per singolo prodotto: un modo, è il timore, per occultare il possibile rallentamento delle vendite dell’iPhone. La paura ha peraltro oscurato dati eccellenti: Apple ha chiuso il quarto trimestre dell’esercizio fiscale 2017-2018 con un fatturato di 62,9 miliardi di dollari, in crescita del 20%, e utili diluiti per 2,91 dollari, con un balzo su base annua del 41%

Eccellente invece il dopo Borsa di Starbucks: +9% dopo i conti.

IN CADUTA I PREZZI DEL PETROLIO. SALE LA PRODUZIONE

Scendono i prezzi del petrolio nonostante il prossimo avvio dell’embargo Usa all’Iran. Pesa il rallentamento della crescita globale così come l’allineamento dell’Arabia Saudita alle strategie Usa. Ma anche la produzione russa viaggia sui massimi dalla fine dell’era sovietica e quella Usa ha superato gli 11 milioni di barili al giorno.

Il future Brent per gennaio ha ceduto più di 2 dollari al barile a 72,94 dollari (-3,4%). Il Wti scivola a 63,46 dollari (-1,85 dollari al barile).

Il mercato prosegue nella flessione del mese scorso di fronte ai segnali di rallentamento della crescita globale a dispetto dell’entrata in vigore delle sanzioni Usa sulle esportazioni iraniane. La produzione russa viaggia sui massimi dalla fine dell’era sovietica e quella Usa ha superato gli 11 milioni di barili al giorno.

SALE TENARIS, IN ARRIVO L’ANTICIPO DIVIDENDO

Perdono colpi i titoli petroliferi: Eni -1,7%, Saipem -3,4%. Fa eccezione Tenaris (+1,6%) sostenuta dai brillanti conti del trimestre che si è chiuso con un incremento dell’Ebitda del 76% anno su anno a 394 milioni di dollari, +2% rispetto al secondo trimestre: il consensus si aspettava 365 milioni. L’utile netto si è attestato a 247 milioni di dollari, di parecchio sopra le stime degli analisti. Meglio del previsto la redditività ed i volumi del venduto. Il produttore di tubi speciali prevede per il quarto trimestre un incremento in termini di volumi, con margini stabili. La società ha annunciato l’anticipo del dividendo.

MILANO MEGLIO DEL RESTO D’EUROPA

L’onda rialzista partita da Wall Street non ha coinvolto tutti i listini europei, frenati dal calo dei petroliferi, dalla risalita dell’euro (a 1,139 dai minimi da due mesi a 1,1) e dal calo dei volumi per la giornata festiva.

Milano è stata la Borsa più positiva: +0,71%, indice in ascesa a quota 19.185 punti.

In ordine sparso gli altri listini continentali: sono positivi l’Ibex 35 di Madrid +0,72% e il Dax di Francoforte +0,19%; scende il Cac 40 di Parigi (-0,15%) dopo il balzo della vigilia.

Il FTSE 100 di Londra ha ceduto lo 0,19% sotto la spinta al rialzo della sterlina sostenuto dall’esito della riunione della banca centrale: Bank of England ha lasciato invariati i tassi di interesse facendo intravedere un percorso di rialzo leggermente più veloce se la Brexit procederà senza intoppi, ma ha messo in guardia da “conseguenze imprevedibili” se l’addio alla Ue dovesse essere “tumultuoso”.

Non ha trovato conferma la notizia del Times di un’intesa sui servizi finanziari per mantenere l’accesso britannico al mercato europeo dopo il divorzio.

LO SPREAD SCIVOLA SOTTO QUOTA 300

Giornata insolitamente tranquilla per il mercato dei titoli del debito. Ma la bonaccia, complice un’agenda parlamentare molto fitta (e foriera di nuove frizioni nella maggioranza) è destinata a durare ben poco. A prevedere una stagione all’insegna della massima volailità è, ad esempio, Arne Lohmann Rasmussen di Danske Bank che in un’intervista a Bloomberg dice di aspettarsi un ripiegamento dello spread intorno a 250 punti base nel giro di tre mesi ma non esclude che, al contrario, possa salire ben sopra quota 300 punti base.

Il rendimento del decennale è sceso al 3,38% da 3,43%. Lo spread con il Bund si è ristretto a 298.00 punti base rispetto ai 306 punti della vigilia (-1,19%) dopo un’oscillazione compresa tra 294 e 301.

BANCHE, OGGI IL VOTO DELL’EBA

Nel pomeriggio, dopo la chiusura delle borse, verrà pubblicato l’esito degli stress test sulle banche condotti dall’Eba, l’autorità bancaria europea che riguarda 49 gruppi finanziari di 14 Paesi Ue più la Norvegia con asset per almeno 30 miliardi di euro, ovvero circa il 70% dei capitali bancari europei.

Piazza Affari ha premiato ieri le banche italiane coinvolte nell’esame: Intesa +1,68%, Unicredit +1,03%, Ubi +2,82%. Meglio di tutti Banca Bpm (+1,96%), osservata speciale dopo il boom delle vendite degli scopertisti ad ottobre.

IN VOLO MEDIASET, STM E TIM

Grandi movimenti dei prezzi ieri per diverse blue chips. Ha preso velocità il mini-rally di Mediaset (+4,36%) che dura da lunedì. In attesa dei conti di Apple ha preso il volo Stm (+3,25%), che cerca di mettersi alle spalle l’ottobre nero (-12% l’indice Sox, la peggior performance dal 2008).

Grandi movimenti attorno a Tim (+2,85%) che conferma la miglior performance di ottobre rispetto all’indice (-0,6% ad ottobre contro -8%). Il titolo è aiutato dal forte rialzo della borsa brasiliana (Bovespa +22% nel mese) dove Tim è presente massicciamente tramite Tim Brasil. Ma conta l’attesa di novità: Raiway ha migliorato del 10% l’offerta per Persidera valorizzando così l’intera società oltre 300 milioni di euro, un valore superiore alle stime precedenti.

Segno più anche per Fiat Chrysler (+1,23%). Le immatricolazioni del gruppo negli Stati Uniti sono cresciute del 16% a livello annuale ad ottobre a 177.391 unità.

GIMA TT, VA IN FUMO IL 10%

Da segnalare anche la crisi di Gima TT ieri in ribasso del 10%. Kepler ha tagliato la raccomandazione a Reduce (alleggerire) da Neutral con un target dimezzato a 7 euro da 14 euro. Con una nota la società (e la controllante Ima) ha comunicato che il business sta procedendo in linea con le aspettative per l’anno in corso già comunicate.

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