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Semi-lockdown? L’Ufficio di Bilancio: conseguenze pesanti

L’Ufficio parlamentare di bilancio convalida la nota di aggiustamento al Def ma mette in guardia sul debito pubblico. Anche Banca d’Italia ascoltata a Montecitorio, avverte che il debito al 150% del Pil “è molto pericoloso” e sottolinea l’importanza del Recovery Fund

Semi-lockdown? L’Ufficio di Bilancio: conseguenze pesanti

“Al momento non si prefigurano nuovi lockdown generalizzati, ma se si rendessero necessarie restrizioni mirate alle attività produttive e agli spostamenti, ne deriverebbero comunque conseguenze non trascurabili sia sul ciclo economico sia sulla struttura produttiva, già colpita dalla passata recessione”. L’avvertimento arriva da Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, intervenuto lunedì davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato per commentare la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.

Quanto “all’evoluzione di breve e di medio termine – continua Pisauro – l’economia italiana appare soggetta a rischi ancora molto ampi, nel complesso orientati al ribasso. Gli scenari avversi sono riconducibili prevalentemente all’evoluzione della pandemia, in Italia e all’estero, oltre che alle tensioni finanziarie”. Soprattutto per quanto riguarda il rapporto Debito/Pil l’Upb ritiene che sarà superiore a quello elaborato dal Nadef per tutto il periodo 2020-23. Per quanto riguarda la dinamica, dopo una prima discesa nel 2021, il rapporto tra il debito e il Pil ricomincerebbe a salire già dal 2022. Alla fine del triennio, il rapporto sarebbe di circa 6 punti percentuali maggiore rispetto allo scenario programmatico della Nadef.

Sulla stessa linea anche Bankitalia. In un’altra audizione sulla Nadef, Eugenio Gaiotti, capo economista di Via Nazionale, conferma che nel terzo trimestre si è registrato “un recupero significativo e ampio”, sottolineando però che “le prospettive restano estremamente incerte e rilevante il rischio che la pandemia continui a ripercuotersi sulla fiducia di famiglie e imprese o resti debole la domanda globale”.

Il debito pubblico, invece, rimane “sostenibile”, ma “crediamo che mantenere il debito a livelli del 150% è molto pericoloso perché lo espone a schock” , continua Gaiotti.

Per rilanciare l’attività nel medio-lungo termine, Pisauro ritiene “indispensabile una significativa riqualificazione dell’amministrazione pubblica verso maggiori capacità di individuazione degli interventi orientati alla crescita, di programmazione e realizzazione della spesa, di collaborazione tra i diversi livelli di governo. In sostanza, una maggiore capacità di assorbimento dei fondi europei, anche attraverso adeguate strutture di monitoraggio dell’esecuzione e dell’attuazione della spesa”.

Gaiotti rimarca invece la necessità di un “efficace utilizzo dei fondi del programma Ngeu (il Recovery Fund, ndr) con interventi mirati, da attuare senza sprechi e tempestivamente”. Serve “uno sforzo significativo volto ad accrescere la partecipazione al mercato del lavoro e le possibilità di impiego offerte dalla nostra economia”.

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