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Riscatto laurea, arriva lo sconto: guida in 7 punti

La novità è inserita nel decretone su quota 100 e reddito di cittadinanza – Chi potrà sfruttare il riscatto light? A chi conviene davvero? In che modo? Ecco quello che c’è da sapere

Riscatto laurea, arriva lo sconto: guida in 7 punti

Riscattare la laurea per andare in pensione prima diventa meno costoso. Nel decretone su reddito di cittadinanza e quota 100 (che, ricordiamo, deve ancora passare l’esame del Parlamento), il Governo ha inserito uno sconto per chi decide di trasformare gli anni di studio universitario in contributi previdenziali.

Ecco quello che c’è da sapere.

1) CHI LO PUÒ FARE?

A poter sfruttare questa occasione sono gli italiani nati dopo il 1974 – cioè gli under 45 – che frequentavano ancora l’università nel 1995. Il limite anagrafico è stato inserito con uno scopo preciso: impedire matematicamente di usare il riscatto per andare in pensione anticipata con quota 100.

2) QUALI E QUANTI ANNI SI POSSONO RISCATTARE?

L’operazione è possibile solo sui periodi coperti dal regime contributivo, quindi sugli anni a partire dal 1996. Ma attenzione: non è consentito riscattare gli anni di laurea se in quello stesso periodo si percepivano contributi lavorativi. Quest’ultima precisazione restringe molto la platea dei potenziali beneficiari.
Infine, si possono riscattare fino a cinque anni per i corsi accademici più lunghi: restano fuori, naturalmente, eventuali anni fuori corso.

3) QUANTO COSTA?

Secondo la Fondazione Studi dei Consulenti, con le nuove regole il riscatto di ogni anno d’università costerà 5.241,30 euro. Il conto finale, perciò, dovrebbe variare fra 15mila e 25mila euro, a seconda che si riscatti una laurea triennale o quinquennale.

4) A CHI CONVIENE?

Più sei ricco, più conviene. Il calcolo è semplice: considerato che finora il costo del riscatto è stato parametrato sulla retribuzione percepita nell’ultimo anno, è chiaro che lo sconto aumenta all’aumentare del reddito (il riscatto sarebbe costato 14.850 euro l’anno con un reddito da 45mila euro l’anno e 19.800 euro l’anno a chi arriva a 60mila). Nessuna convenienza invece per i giovani neolaureati, che avrebbero comunque pagato la stessa cifra.

5) SI PUÒ RISCATTARE SOLO UNA PARTE DEGLI ANNI?

Sì. Il decreto precisa che – per risparmiare – il lavoratore può decidere di riscattare solo una parte degli anni trascorsi all’università.

6) SI PUÒ USARE IL RISCATTO PER AUMENTARE LA PENSIONE?

No. Il riscatto è permesso “ai soli fini dell’incremento dell’anzianità contributiva”, cioè per andare prima in pensione prima. L’importo dell’assegno, invece, rimane lo stesso.

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