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Reddito di cittadinanza: le ultime novità dopo l’ok al decreto

È arrivato il decreto definitivo su reddito di cittadinanza e quota 100 – Rispetto alla versione originaria previste importanti modifiche soprattutto su disabili e pensioni di cittadinanza – Ecco cosa prevede la versione definitiva

Reddito di cittadinanza: le ultime novità dopo l’ok al decreto

Via libera del Governo a Reddito di cittadinanza e quota 100. Con una conferenza stampa simile a uno “show”, durata ben più dei venti minuti necessari al Consiglio dei Ministri per approvare il cosiddetto “decretone”, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno annunciato l’ok del Governo alle due misure principali promesse da Movimento 5 Stelle e Lega in campagna elettorale.

Le due misure dovranno passare al vaglio del Parlamento, compiendo un vero e proprio tour de force allo scopo di riuscire a rispettare le tempistiche stabilite dal Governo: domande a marzo, erogazione a partire da aprile. Unico obiettivo: rendere sia il reddito di cittadinanza che quota 100 operativi prima delle elezioni europee, momento in cui entrambi i partiti contano di ricevere un cospicuo “ringraziamento” da parte degli elettori che andranno alle urne.

Il problema è che in entrambi i casi, il lavoro ancora da fare è abnorme e i tempi per preparare la macchina strettissimi, soprattutto sul reddito di cittadinanza. Di Maio però, non ha intenzione di cedere sul programma trimestrale dettato dalla necessità di non presentarsi alle urne con una promessa mancata: il sito dedicato alla misura dovrà arrivare a febbraio, marzo sarà invece il tempo della presentazione delle domande, aprile quello dell’erogazione attraverso le apposite card Rdc. In questo contesto: il Governo dovrà coordinare il lavoro di decine di enti, istruire i centri per l’impiego e i Caf, mettersi d’accordo con le Regioni. Si partirà già da lunedì, quando il vicepremier e ministro del Lavoro incontrerà i rappresentanti degli enti regionali allo scopo di spiegare loro cosa, nella pratica e nel minor tempo possibile, dovranno fare.

REDDITO DI CITTADINANZA: LE NOVITÀ ANNUNCIATE DA DI MAIO

Nel corso della conferenza stampa di presentazione di reddito di cittadinanza e quota 100, Luigi Di Maio non è riuscito a contenere l’entusiasmo, spiegando i punti cardine della misura da lui promessa da oltre un anno. Da non sottovalutare neanche le cosiddette pensioni di cittadinanza che andranno “da 780 a 1.032 euro”, ha spiegato il vicepremier. A chi apre un’impresa invece, saranno riconosciuti “fino a 16 mesi di reddito di cittadinanza per avviarla”. Le domande per ricevere il reddito potranno essere presentate “da marzo” e i fondi saranno erogati “da aprile con delle normalissime postepay”. “Ci saranno norme anti-divano, nessuno potrà abusare del reddito”, ha aggiunto, e “chi non spenderà i soldi entro il mese li perderà”. 

IL REDDITO DI CITTADINANZA DIVENTA UNA POLITICA ATTIVA PER IL LAVORO

Prima di soffermarci sui cambiamenti, occorre mettere in evidenza anche un altro aspetto, rilevante più dal punto di vista politico che sostanziale. Se nel decreto il reddito di cittadinanza viene descritto come “misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro”, nelle slide con le quali il Governo ha presentato il provvedimento, esso diventa “una misura di reinserimento nel mondo del lavoro che serve ad integrare i redditi familiari”. Un distinguo, politicamente non da poco, volto a mettere da parte quella visione – condivisa anche da alcuni esponenti della Lega – che vede il reddito di cittadinanza con una misura di carattere essenzialmente “assistenzialistico”, sposando invece la linea delle “politiche attive per il lavoro”, molto meno indigesta soprattutto al Nord del Paese. Non a caso, le stesse slide mostrano tre obiettivi, dando la precedenza all’aspetto “occupazionale”:

  • Migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;
  • Aumentare l’occupazione;
  • Contrastare la povertà e le disuguaglianze.

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REDDITO DI CITTADINANZA: COSA CAMBIA

L’assetto generale della misura, rispetto alla bozza di decreto circolata 10 giorni fa, rimane essenzialmente lo stesso. Sono però stati inseriti dei piccoli dettagli che, chi vuole accedere al beneficio, deve tenere bene in considerazione.

Per quanto riguarda le regole, riassumiamo i punti salienti:

  • rispetto al precedente decreto la nuova versione specifica che, per ricevere il reddito di cittadinanza i nuclei familiari dovranno possedere “congiuntamente” i requisiti richiesti, vale a dire risiedere in italia da almeno 10 anni (di cui almeno gli ultimi due continuativi); avere un Isee inferiore a 93.60 euro annui, un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, fino a 30mila euro, e un patrimonio finanziario di massimo 6mila euro. Rimangono i requisiti su auto, moto e imbarcazioni: chi possiede un veicolo immatricolato 6 mesi prima della richiesta non potrà accedere al beneficio.
  • Il decreto definitivo accontenta la Lega e specifica anche le regole valide per i disabili. Nel dettaglio il patrimonio finanziario dei nuclei familiari con all’interno una persona disabile potrà arrivare fino a 20mila euro. Secondo quanto specificato da Di Maio sono 255mila (su 1,4 milioni) le famiglie con disabili che avranno accesso al reddito di cittadinanza.

REDDITO DI CITTADINANZA: LE NORME ANTI-DIVANO

Le norme anti-divano di cui tutte parlano altro non sono che le norme relative alla durata e le regole relative alle offerte di lavoro. Il reddito di cittadinanza durerà 18 mesi, rinnovabili.

Stabilite tre diverse deadline che si collegano alle offerte di lavoro da accettare o rifiutare:

  • entro i primi 12 mesi, la prima offerta di lavoro potrà arrivare nel raggio di 100 km. Se viene rifiutata la seconda offerta potrà arrivare nel raggio di 250 km e se anche questa viene rifiutata, la 3° offerta potrà arrivare da tutta Italia;
  • dopo il 1° anno, si allontana il raggio della prima offerta e anch’essa potrà arrivare fino a 250km, mentre la 3° potrà arrivare da tutto il territorio nazionale;
  • dopo i 18 mesi tutte le offerte possono arrivare da tutto il territorio nazionale.

Anche in questo caso vengono previsti dei distinguo per le famiglie con persone disabili: le offerte di lavoro non potranno in nessun caso superare i 250 km di distanza dal luogo di residenza.

REDDITO DI CITTADINANZA: GLI IMPORTI

Sugli importi, tutto confermato. Con un Isee pari a zero, ciascun richiedente avrà diritto a ricevere 500 euro al mese (6mila euro l’anno) di “integrazione al reddito”. Se però paga anche un affitto riceverà (oltre ai 500 euro) fino a 280 euro in più al mese. Se invece paga un mutuo la somma aggiuntiva potrà arrivare a 150 euro al mese (1.800 euro l’anno). I beneficiari avranno inoltre a disposizione tariffe elettriche e tariffe del gas agevolate. La quota di integrazione al reddito però decresce in base all’Isee o aumenta in base a una scala di equivalenza legata ai componenti del nucleo familiare. Ad esempio, un adulto con un minore a carico avrà come integrazione non 500, ma 600 euro, con due minorenni si sale a 700, 800 euro con due adulti e un minorenne; fino ad arrivare a 1.050 euro in caso di tre adulti e due minorenni. A queste cifre bisognerà poi aggiungere l’eventuale contributo affitto o mutuo.

REDDITO DI CITTADINANZA: I TRE PATTI

Non saranno due, come precedentemente specificato, i patti previsti per chi riceve il reddito di cittadinanza:

  • Il patto per il lavoro, da firmare con il centro per l’impiego per chi è già formato;
  • il patto per la formazione, da firmare con enti di formazione bilaterale, interprofessionali o direttamente con le imprese, per chi ha bisogno di un’ulteriore formazione;
  • il patto di inclusione sociale per chi non è in condizioni di lavorare. Saranno coinvolti centri per l’impiego e servizi sociali. I beneficiari dovranno svolgere 8 ore a settimana di lavori utili per la collettività stabiliti dai Comuni.

Il decreto specifica che sono esonerati dal sottoscrivere il Patto per il Lavoro e il Patto di Inclusione: “gli individui con disabilità tale da non consentire un accesso al mondo del lavoro ele persone che assistono figli di età inferiore ai 3 anni oppure individui non autosufficienti”.

REDDITO DI CITTADINANZA: IMPRESE E IMPRENDITORIALITÀ

Un’impresa che assume chi beneficia del reddito di cittadinanza con contratto a tempo indeterminato otterrà da 5 a 18 mensilità del reddito di cittadinanza che sarebbe spettato al disoccupato sotto forma di sgravio contributivo. Lo sgravio non potrà superare i 780 euro mensili. In caso di licenziamento del beneficiario che non sia per giusta causa o giustificato motivo, l’azienda dovrà restituire l’incentivo maggiorato,

Gli enti di formazione e le aziende coinvolti nel “patto di formazione”, in caso di assunzione coerente con il profilo formativo, riceveranno metà dell’incentivo dato all’azienda che assume.

I beneficiari del reddito di cittadinanza che decidono invece di aprire un’impresa o avviare un’attività autonoma entro i primi 12 mesi potranno contare su un beneficio addizionale di 6 mensilità.

REDDITO DI CITTADINANZA: CALANO LE RISORSE PER I CENTRI PER L’IMPIEGO

Questo è uno degli aspetti chiave. Uno dei dubbi più forti relativi al reddito di cittadinanza riguarda proprio la capacità dei centri per l’impiego di far fronte alla mole di lavoro che arriverà con l’avvio del reddito di cittadinanza. In origine si prevedeva una vera e propria riforma di questi enti. A tal proposito la legge di Bilancio 2019 stanziava fino a un miliardo di euro (già considerato non sufficiente per il 2019 e il 2020) allo scopo di potenziare i cdp.

Il decreto definitivo invece dimezza le erogazioni previste per i centri per l’impiego: 473 milioni (massimo) nel 2019 e 44 milioni per il 2020. Si prevede inoltre l’arrivo di 6mila “navigator” assunti da Anpal servizi con 200 milioni per il 2019, 250 milioni per il 2020 e 50 milioni di euro per il 2021.

PENSIONI DI CITTADINANZA: OCCHIO ALLE NUOVE SOGLIE

Novità anche sulle pensioni di cittadinanza: la versione definitiva del decreto innalza il requisito anagrafico per l’accesso: non più 65, ma 67 anni. Ricordiamo che i beneficiari avranno a disposizione un’integrazione al reddito di 630 euro (che salgono a 882 euro per due componenti), cui si aggiungono 150 euro mensili per l’affitto.

 

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