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Popolari: il Consiglio di Stato rinvia la riforma alla Corte Ue

La Corte Ue chiamata ad esprimersi sulla legittimità della riforma, Palazzo Spada ha chiarito però che finché i giudici di Lussemburgo non esprimeranno il loro giudizio, “restano ferme le misure cautelari già concesse”. Soddisfatta Assopopolari

Popolari: il Consiglio di Stato rinvia la riforma alla Corte Ue

La riforma delle banche popolari finisce davanti alla Corte di Giustizia europea. La sesta sezione del Consiglio di stato ha rimandato ai giudici comunitari la decisione sulla legittimità della trasformazione in Spa delle Popolari stabilita dalla riforma varata nel 2015 dal Governo Renzi in base alla quale gli istituti con oltre 8 miliardi di attivi debbano, appunto, trasformarsi in Spa.

La decisione è stata assunta lo scorso 18 ottobre, ma i contenuti sono stati diffusi nell’ordinanza ad hoc pubblicata oggi. Palazzo Spada ha però chiarito che finché la Corte di Lussemburgo non esprimerà il suo giudizio, “restano ferme le misure cautelari già concesse“.

Sono in tutto cinque i quesiti di legittimità posti dal Consiglio di Stato: il primo riguarda “l’imposizione di una soglia di attivo al di sopra della quale la banca popolare e obbligata a trasformarsi in società per azioni, in rapporto alla normativa europea in tema di aiuti di Stato”.

Il secondo è invece relativo alla “possibilità di differire o limitare, anche per un tempo indeterminato, il rimborso delle azioni del socio recedente, in relazione alla disciplina in tema di concorrenza nel mercato interno e di libera circolazione di capitali”. Si passa poi alla “disciplina sulla limitazioni al rimborso della quota del socio in caso di recesso, per evitare la possibile liquidazione della banca trasformata, in relazione alla regolamentazione degli aiuti di stato” e sulla “facoltà di rinviare il rimborso per un periodo illimitato e di limitarne in tutto o in parte l’importo”.

Infine Palazzo Spada chiede un pronunciamento sull’ “art. 10 Del regolamento delegato ue n. 241/2014 Della commissione, in relazione alla violazione del diritto di godere della proprietà dei beni di cui all’ art. 16 E dell’art. 17 Della carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

Ricordiamo che quest’estate, tramite il decreto Milleproroghe, il Governo aveva prorogato i termini per la trasformazione fino al 31 dicembre di quest’anno.

“Il Consiglio di Stato – ha commentato il Presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani – ha rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione della legittimità della Riforma delle banche popolari, sottoponendo alla Corte di Lussemburgo molti dei quesiti che in questi anni l’Associazione ha posto alle istituzioni, politiche e non. A riprova che la nostra posizione meritava condivisione, cosa che, purtroppo, anche per interessi personali, non è avvenuta. È una piccola, grande soddisfazione e siamo sicuri che almeno il buon senso, se non la scienza e coscienza giuridica, saprà soddisfare le nostre istanze”. 

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