Condividi

Piazza Affari sorprende: a febbraio +5%

I listini europei riescono a strappare a febbraio qualche punto percentuale di progresso, nonostante le tensioni dovute alla situazione Ucraina e un inizio d’anno titubante dovuto a due fattori: l’indebolimento degli indicatori anticipatori negli Usa e in Cina e il timore di una nuova crisi degli emergenti con la svalutazione soprattutto del peso argentino.

Piazza Affari sorprende: a febbraio +5%

Gli scossoni sugli emergenti, dovuti alle singole storie e problemi strutturali dei Paesi ed alimentati dal tapering della Fed, si sono tradotti in flussi in entrata in Europa e in particolare nei Paesi periferici, tra cui l’Italia. A Milano il Ftse Mib nell’ultimo mese di febbraio è salito del 5% circa a 20.442,41punti. Madrid +2,4% circa, Londra +4,6%, Parigi +5,5%. Francoforte +3% che, allargando il periodo di osservazione al secondo trimestre 2011, quando la crisi aveva raggiunto un climax, è stato il principale beneficiario della speranza di stabilizzazione europea e da allora ha quasi messo a segno un raddoppio.

Nel complesso, dopo un deciso saliscendi all’inizio del 2014, i principali indici azionari si sono ripresi, tornando ai livelli indicativamente di inizio anno. Allo stesso tempo oltreoceano l’S&P 500 proprio a fine febbraio ha guadagnato nuovi record a 1.865 punti intraday. Si tratta della fine della correzione? Per gli analisti di Credit Suisse è troppo presto per dirlo. Gli esperti fanno notare che l’oro ha registrato un rally quest’anno, e che “nel recente passato la combinazione di rimbalzo dei mercati azionari e di rally dell’oro ha spesso significato la previsione di un maggiore stimolo monetario da parte dei mercati”, scrivono nel report mensile sugli investimenti per marzo 2014. Gli analisti si attendono che la Fed continui a mantenere un atteggiamento molto accomodante e che il sostegno alla crescita è ancora decisamente presente, nonostante il tapering. “Ciò – spiegano – ci rende altamente fiduciosi sul fatto che, seppur in presenza di dati economici più deboli, eventuali correzioni saranno con ogni probabilità di breve durata e, verosimilmente, non molto consistenti. Laddove lo fossero, procederemmo a degli acquisti”. 

I tumulti in Ucraina restano una preoccupazione per via della posizione geografica strategica dell’Ucraina tra l’Europa occidentale e la Russia. E permane il rischio di volatilità. Gli analisti sottolineano che in Europa nonostante i positivi sviluppi economici, di recente i volumi delle negoziazioni in azioni sono stati piuttosto bassi, “il che implica che il consolidamento dei mercati azionari, sia a livello globale che in Europa, potrebbe continuare per diverse settimane. Inoltre il potenziale di sorprese a livello globale non indica più un precipitoso rialzo, il che significa che le buone notizie non determinano necessariamente consistenti guadagni dei prezzi nel breve termine e che il mercato è in qualche misura suscettibile alle cattive notizie”.

L’Europa rappresenta, però, insieme al Giappone, una delle principali idee di investimento per gli analisti di Credit Suisse che sottolineano come gli investitori si trovino globalmente di fronte uno scenario poco attraente con tassi di deposito sul breve termine prossimi allo zero, bassi rendimenti. Una situazione che induce gli analisti a mantenere una visione complessivamente neutrale sulle azioni e ad attendere “un migliore punto d’ingresso per offrire un valore più convincente, una chiara riaccelerazione delle crescita, o un rinnovato stimolo per sostenere un ulteriore apprezzamento dei prezzi”. Ma per gli analisti è l’Europa a livello regionale in questo quadro a essere tra le possibilità d’investimento più chiare in classi di asset multiple.

“I fondamentali macroeconomici – scrivono nel report mensile sugli investimenti per marzo 2014 – continuano a guadagnare slancio e, a nostro giudizio, le valutazioni azionarie non riflettono ancora interamente la dinamica o il potenziale degli utili. Nel reddito fisso, anche le obbligazioni dei paesi periferici europei possono trarre vantaggio dall’ulteriore restringimento degli spread dei rendimenti”. Inoltre, la fase in cui gli investitori hanno ritirato il proprio capitale dall’Europa è stata così lunga, e la crisi così fondamentale che diversi mesi di consistenti afflussi non significano che gli investitori sono da ultimo ritornati sul mercato europeo. Gli analisti prevedono un’underperformance degli Usa rispetto ai mercati europeo e giapponese e sul fronte azionario preferiscono i titoli finanziari e il comparto IT.

“Avevamo già un atteggiamento positivo nei confronti delle assicurazioni nell’ambito del settore e ora portiamo anche banche e titoli finanziari diversificati a outperform – spiegano – I titoli finanziari hanno presentato una solida stagione degli utili su entrambe le sponde dell’Atlantico e la valutazione appare ancora interessante. Mentre, con ogni probabilità, una regolamentazione più rigida avrà un impatto negativo sulla redditività, siamo dell’idea che il miglioramento della fiducia in riferimento alla solidità del settore più che controbilancerà queste difficoltà”. Un quadro, insomma, in cui in Eurolandia la stabilizzazione sta prendendo forma. E, sorpresa, gli analisti ritengono l’Italia la loro “regione favorita nell’ambito delle azioni europee e del reddito fisso europeo”.

Gli investitori, sostiene Credit Suisse, stanno chiaramente rispondendo favorevolmente alla prospettiva che il processo di riforma, che di recente si è bloccato, potrebbe di fatto ricevere un nuovo slancio dal nuovo governo presieduto da Matteo Renzi. Così oltre alla Germania, dicono, “il nostro paese favorito dall’inizio dell’anno è l’Italia. Ciò non solo per via delle speranze che le riforme di cui l’Italia ha urgentemente bisogno riceveranno un nuovo slancio, ma anche poiché le azioni italiane sono ancora molto economiche, su base comparativa, e le aziende italiane si trovano in una solida posizione”.

Commenta