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Pensioni, Bundesbank vuole alzarle a 69 anni

Mentre in Italia si discute della flessibilità pensionistica per abbassare l’età in cui scatta l’assegno ai più anziani, la Bundesbank chiede addirittura di alzare a 69 anni l’età pensionabile per mettere maggiormente in sicurezza il sistema – La Merkel non sembra però della stessa idea e il suo portavoce ha chiarito che in Germania l’età della pensione resta fissata a 67 anni dal 2030.

Pensioni, Bundesbank vuole alzarle a 69 anni

La Bundesbank, la Banca centrale tedesca, ha chiesto indirettamente al Governo di Angela Merkel di innalzare l’età pensionabile, portandola a 69 anni dai 67 anni previsti in via graduale entro il 2030. Ulteriori adeguamenti al sistema pensionistico oltre a quelli già decisi “sono inevitabili”, si legge nel Bollettino mensile diffuso ieri dalla Banca centrale in uno studio che analizza, per la prima volta, l’andamento prevedibile del sistema pensionistico tedesco al 2060. “Un allungamento della vita lavorativa – si legge ancora nello studio – non dovrebbe essere un tabù ma deve, anzi, essere considerato come un elemento fondamentale” per garantire la sostenibilità del sistema e il tasso di sostituzione.

Il portavoce del Governo tedesco, Steffen Seibert, ha dichiarato tuttavia, sempre ieri, che “il Governo conferma la pensione a 67 anni” con un’attuazione graduale mentre il vice-presidente del gruppo parlamentare dell’unione di centro-destra, Michael Fuchs (Cdu), ha affermato che un aumento dell’età pensionabile è “necessario e inevitabile” e che le recenti disposizioni che hanno permesso la pensione a 63 anni, con penalizzazioni, sono state un errore enorme. Nello studio, la Bundesbank sottolinea che l’ottimo stato di salute finanziaria registrato al momento dalle casse pensionistiche tedesche non deve illudere sul fatto che, comunque, sono necessarie nuove riforme.

Gli economisti della Bundesbank, infatti, prospettano un aumento dell’età pensionabile a 69 anni nel periodo che va dal 2030 al 2060 cosi’ da stabilizzare il periodo di godimento del trattamento pensionistico anche alla luce dell’aumento dell’aspettativa di vita. Poco dopo il 2030, ricorda lo studio, andranno in pensione i tedeschi nati negli anni del ‘baby-boom’ con un conseguente netto innalzamento degli oneri per le casse. Ma l’innalzamento dell’eta pensionistica sarebbe solo una delle possibili compensazioni per l’andamento demografico avverso: anche con un passaggio ai 69 anni, il sistema dovrebbe decidere comunque un aumento della contribuzione al 24% dall’attuale 18,7% e accettare un calo del tasso di sostituzione che, al momento, per il pensionato medio è del 48% dello stipendio medio.

Secondo i calcoli della Bundesbank, questo tasso scenderà entro il 2060 al 44% e al 42% se non si alzerà l’età pensionabile a 69 anni. Contemporaneamente la Bundesbank ammonisce sugli effetti di un aumento troppo consistente del tasso di contribuzione che potrebbe “diventare un peso eccessivo per la popolazione attiva e, assieme ad altre tasse e oneri fiscali, rappresentare un rischio per la crescita in Germania”.

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