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Nuove tensioni tra Italia e Brasile: bloccati i conti correnti dell´Ambasciata brasiliana a Roma

Il Tribunale di Arezzo ha condannato il Brasile a pagare 15,7 milioni di euro dopo che un’azienda italiana ha vinto una causa contro un’impresa statale brasiliana: disposto il blocco dei conti correnti dell’Ambasciata di Roma e il pignoramento dei beni – Dopo il caso Battisti, si deteriorano ulteriormente le relazioni tra Roma e Brasilia.

Nuove tensioni tra Italia e Brasile: bloccati i conti correnti dell´Ambasciata brasiliana a Roma

Sono ore di alta tensione tra Roma e Brasilia quelle che seguono alla decisione del Tribunale di Arezzo di disporre il blocco dei conti correnti dell´Ambasciata brasiliana a Roma, dei due consolati di Roma e Milano e un pignoramento per un totale di 15,7 milioni di euro. La decisione ha mandato in tilt il funzionamento delle sedi diplomatiche che in questi giorni stanno avendo molte difficoltà per mandare avanti la macchina amministrativa.

Già oggi, il segretario generale del Ministero degli Esteri di Brasilia, Ruy Nogueira, volerà a Roma per negoziare una soluzione con il governo italiano e superare l´impasse. Secondo l´Avvocatura di Stato del Brasile, la misura imposta dalla Giustizia italiana sarebbe illegittima in quanto contraria alla Convenzione di Vienna che stabilisce che il funzionamento dei servizi diplomatici siano protetti dall´immunità e non possano venire bloccati da iniziative giudiziarie straniere.

La vicenda nasce da una causa intentata dalla Italplan Engineering, società con sede a Terranuova Bracciolini, nella provincia aretina, incaricata nel 2005 dall´azienda statale brasiliana Valec di condurre uno studio sul treno ad alta velocità che dovrà unire San Paolo e Rio de Janeiro, un´opera alla quale è interessata anche l´Ansaldo Breda. Si tratta di un´infrastruttura imponente di cui si discute da molti anni, e tuttavia ancora ferma nel cassetto: una prima stima prevede un costo di almeno 14 miliardi di euro per una tratta di circa 500km, ma a seconda del numero di gallerie realizzate le spese potrebbero ulteriormente lievitare.

Dopo aver lavorato quattro anni al progetto, aver aperto una sede a Brasilia e aver trasferito una quarantina di dipendenti, nel 2009 la Italplan presenta il proprio piano alla Valec e una parcella da 261 milioni di euro. Il progetto italiano però viene messo da parte e la Valec si rifiuta di saldare il conto.

Da qui la sentenza dello scorso 23 settembre, emessa dalla sezione di Montevarchi, che condanna lo Stato brasiliano (detentore al 100% della Valec) a risarcircire la Italplan per 15,7 milioni di euro. I giudici, il 13 ottobre, hanno poi inoltrato la notifica alla Presidenza della Repubblica del Brasile e all´Avvocatura di Stato depositandola presso l´Ambasciata di Roma. Una sentenza che, nei 60 giorni successivi, non è mai stata impugnata dal governo brasiliano e che, come conseguenza, ha portato la settimana scorsa al blocco dei conti correnti del Banco do Brasil attivi nelle sedi diplomatiche verdeoro in Italia.

Secondo l´Avvocatura di Stato del Brasile la comunicazione da parte del tribunale aretino non sarebbe avvenuta di forma adeguata e non avrebbe permesso al governo verdeoro di presentare ricorso. Anche se il Ministero degli Esteri brasiliano prova a minimizzare la vicenda, sostenendo che si tratti appena di una questione giuridica, la tensione è di nuovo molto alta tra Brasilia e Roma.

Dopo il caso politico-giudiziario che ha coinvolto Cesare Battisti, le relazioni diplomatiche tra i due Paesi hanno senza dubbio sofferto un deterioramento. Anche se nelle dichiarazioni ufficiali i rapporti vengono descritti come idilliaci, piccoli episodi però sollevano più di un dubbio: nelle ultime settimane infatti, lo spazio antistante l´ingresso principale dell´Ambasciata brasiliana a Roma è stato transennato impedendo il passaggio delle auto e obbligando l´ambasciatore José Viegas Filho ad entrare dal retro, non senza creare disagi e imbarazzi.

Così come quelli che questa vicenda è destinata a sollevare nuovamente. Quel che appare certo è che, per una ragione o per l´altra, il Tav, italiano o brasiliano che si sia, non fa altro che creare problemi al governo italiano.

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