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L’Iran fa volare il petrolio, la Borsa fa l’esame a Tim

Il future del Brent sale a 75,8 dollari a barile, mai così in alto dal novembre 2014, in vista del verdetto di Trump di venerdì sull’accordo sul nucleare iraniano – Oggi Piazza Affari testa il ribaltone Tim ma anche Mediaset – Pioggia di cedole e di trimestrali – Patto del caffè tra Nestlè e Starbuck – Buffett fa il pieno di Apple

L’Iran fa volare il petrolio, la Borsa fa l’esame a Tim

Avvio di settimana contrastato per i listini. Al centro dell’attenzione il balzo del petrolio, arrivato nel corso della notte sui massimi dal novembre del 2014. Il future del Brent sale dell’1,2%, a 75,8 dollari il barile: i volumi sono di parecchio superiori alla media dell’ultimo mese. La tensione sale in vista dell’ora X: venerdì, infatti, Washington dovrà decidere se denunciare o meno l’accordo sul nucleare iraniano. Grazie alla fine dell’embargo pluriennale, oggi l’Iran riesce a produrre oltre 2,5 milioni di barili al giorno, il doppio di quel che pompava quando le sanzioni erano in vigore. I principali clienti sono India e Cina.

SALGONO LE BORSE CINESI DOPO IL NO AGLI USA

Le Borse della Cina sono in rialzo, nella scia di Wall Street. Hong Kong +0,7%, indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +1,2%.

Il mercato finanziario del Giappone ha riaperto dopo le festività: l’indice Nikkei è in calo dello 0,2%, lo yen si rafforza su dollaro a 109. Il mercato finanziario della Corea è chiuso.

La Borsa dell’India è in lieve rialzo (indice BSE Sensex +0,2%) mentre la rupia indiana scende sui minimi degli ultimi 15 mesi nei confronti del dollaro, a 67,1.

Non pesa il fallimento della missione di Steve Mnuchin a Pechino. Il segretario di Stato Usa ha chiesto alla Cina di ridurre il surplus commerciale di 200miliardi di dollari. Richiesta “ingiusta” è stata la replica cinese. Settimana cruciale anche per il rinnovo dell’accordo Nafta.

L’ARGENTINA ALZA I TASSI AL 40%

La valuta americana è stabile nei confronti dell’euro a quota 1,1973. Ma l’ascesa del dollaro mette sotto pressione i mercati emergenti L’Argentina ha alzato venerdì i tassi al 40% pur di fermare la frana del peso. Sotto tiro anche la lira turca.

SOTTO I RIFLETTORI TIM RISP E MEDIASET

Riflettori accesi su Tim, che oggi terrà il primo consiglio dell’era Elliott. Anzi, come auspicato dal ministro Carlo Calenda, di quella che “può diventare una vera public company, protetta dai conflitti di interesse con gli azionisti ed in grado di accelerare sulla separazione della rete”.

Oggi il nuovo vertice proporrà la nomina a presidente di Fulvio Conti, ex amministratore delegato e direttore generale di Enel. Il cda attribuirà, salvo sorprese, le deleghe all’ad Amos Genish, che dopo il voto ha ricevuto fiducia e attestati di stima sia dai vincitori che dagli sconfitti. Tutte le scelte comunque saranno prese dai consiglieri “in modo indipendente”, assicurano fonti vicine a Elliott.

Venerdì Piazza Affari ha salutato la “nuova” Tim con un rialzo del 2,1%. Un’attenzione particolare è stata riservata a Tim risparmio (+2,8%): nel programma di Elliott figura la conversione in ordinarie di tutti i titoli.

Da seguire anche Mediaset (+2,8% venerdì). Dopo la sconfitta patita in Telecom, Vivendi potrebbe cambiare strategia: è ormai venuto meno l’interesse a puntare sul Biscione per creare un polo multimediale tv-tlc.

TRIMESTRALI, ASTE DEL TESORO E PIOGGIA DI CEDOLE

Il calendario di Piazza Affari prevede un nutrita serie di appuntamenti societari. Martedì saranno comunicati i conti di Snam, Intesa, Leonardo, Bper e Fincantieri. Il giorno successivo sarà il turno di Enel, Poste Italiane, Bpm e Unicredit. Giovedì toccherà a Eni, Ubi e A2A. La settimana si concluderà con la trimestrale di Monte dei Paschi di Siena e di Mediobanca.

Agenda fitta anche per le aste del Tesoro di metà mese. Giovedì 10 maggio il Tesoro collocherà il Bot annuale, mentre il giorno seguente sarà il turno dell’emissione dei Btp. Stamane, infine, stacca il dividendo una folta pattuglia (25 società in tutto) di small cap di Piazza Affari.

CAFFÈ, NASCE L’ASSE MONDIALE NESTLÉ- STARBUCKS

La settimana si apre con il patto dei caffè. Nestlé verserà 7,15 miliardi di dollari nell’ambito di un’alleanza globale con Starbucks che, a livello mondiale, userà le miscele della multinazionale elvetica.

BUFFETT FA IL PIENO DI APPLE

La Corporate America ha celebrato nel weekend uno dei suoi riti più attesi. Migliaia di azionisti hanno effettuato l’ormai tradizionale gita a Omaha, Nebraska, per l’assemblea di Berkshire Hathaway, la società di Warren Buffett, 87 anni, che ha rassicurato i soci sul futuro: “La nostra strategia è destinata a durare nel tempo, anche quando non ci saremmo più io e Charlie”, ovvero Charles Munger,94 anni. Il portafoglio, 300 miliardi, è investito in azioni ed obbligazioni tra cui, tra gli ultimi acquisti, spicca un robusto incremento della quota controllata in Apple (valore 44 miliardi di dollari) che ha messo le ali venerdì al titolo dell’iPhone.

Buffett ha detto che i prezzi delle azioni sono tirati anche per l’interesse delle banche d‘affari “presenti nel 99% delle operazioni di M&A”. La riforma fiscale di Trump, oltre a ridurre le imposte del gruppo, ha anche comportato rettifiche di bilancio, stavolta negative, per 1,1 miliardi di dollari.

GOOGLE LEADER DELL’INTELIGENZA ARTIFICIALE

In settimana si terrà anche Google I/O, la conferenza annuale degli sviluppatori del motore di ricerca e degli autori delle applicazioni legate al sistema Google. L’anno scorso dal meeting emerse l’importanza strategica assunta dall’Intelligenza artificiale.

È prevista una nuova ondata di trimestrali, tra cui 40 delle società dello S&P 500. Tra queste: Walt Disney, Marriott, Electronic Arts, TripAdvisor, 21st Century Fox e Nvidia.

La statistica macro più attesa riguarda l’andamento dei prezzi al consumo. Venerdì il dato sul mercato del lavoro ha confermato i timori di una progressiva frenata della congiuntura. Al proposito Johanna Kyrklund di Schroeders rileva che “se l’economia degli Stati Uniti dovesse continuare a crescere nel secondo trimestre dell’anno l’attuale fase di espansione pareggerebbe e supererebbe la seconda striscia storica più lunga (106 mesi tra il 1961 e il 1969)”.

In Europa da segnalare la chiusura oggi della Borsa di Londra per festività. Il dato economico più importante della giornata è quello riguardante gli ordini di fabbrica in Germania, un indice prezioso per capire quanto sia grave il rallentamento dell’attività economica del Vecchio Continente.

Sul fronte della politica monetaria l’evento-clou della settimana sarà la riunione della Bank of England: si prevede che i tassi restino per ora invariati. La richiesta di un aumento, avanzata dalla minoranza del board nel precedente vertice, è rientrata a fronte del calo della crescita del Regno Unito, ai minimi da cinque anni, al livello italiano: l’1,5%.

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