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Le Borse recuperano: la Grecia spaventa meno

Il rebus dello swap greco rilancia il rischio default: domani scadono i termini per le adesioni degli investitori privati – Ma dopo il martedì nero Piazza Affari e le Borse europee recuperano – Risale a 330 pb lo spread Btp-Bund – Scoppia la bomba Seat: Barclays boccia il riassetto

Le Borse recuperano: la Grecia spaventa meno

Alla vigilia della scadenza di domani per l’adesione allo swap greco non si allenta la pressione sugli investitori. La Grecia ha minacciato di non pagare i privati che si rifiutano di partecipare e che detengono titoli di diritto internazionale (l 14%), per quelli in possesso di bond di diritto greco invece sono già pronte a scattare le clausole di azione collettiva. Una posizione che fa temere il mercato sempre più per un default della Grecia. Le Borse europee hanno archiviato un martedì nero: il Ftse Mib in caduta del 3,39%, Francoforte -3,4%, Parigi -3,58% e Londra -1,86%. Vendite anche a Wall Street che dopo una brutta apertura ha confermato i cali: il Dow Jones ha chiuso a -1,57%, a 12.759,15 punti, il Nasdaq a -1,36%, a 2.910,32 punti, e lo S&P 500° -1,54%, a 1.343,36 punti. Seduta negativa anche per Tokyo questa mattina che chiude ancora in calo dello 0,64%, penalizzato anche dalla risalita dello yen .

Insieme alla Grecia, diversi i fattori che pesano sugli investitori che hanno innescato le vendite dopo i rally di inizio 2012:

1) la recessione in Europa non lascia spazio a sorprese positive con il pil dell’Eurozona che è calato dello 0,3% nel quarto trimestre che conferma i dati pubblicati lo scorso 15 febbraio. L’Italia conferma il calo dello 0,7%. Fatale per la fiducia degli investitori è stata la revisione della Cina sui propri target di crescita per il 2012 al 7,5% dall’8%.

2) Dal fronte spagnolo non sono arrivate buone notizie: la Spagna che non ce la farà a rispettare gli obiettivi di riduzione del deficit stabilita con l’Europa e Madrid ha aumentato il target del deficit al 5,8% del Pil per il 2012, dal 4,4% iniziale alimentando così sia timori sui conti pubblici sia sulla crescita.

3) non aiutano le crescenti tensioni tra Israele e Iran e la minaccia della corsa del petrolio. Anche se la speranza di nuovi negoziati ha raffreddato il rincaro e ieri il Wti ha chiuso a 104,72 dollari al barile.

Intanto aumentano i rischi di nuove tensioni interne alla Germania nei confronti dei salvataggi europei, anche in vista dei prossimi appuntamenti europei (venerdì è in programma l’Eurogruppo per fare il punto sullo swap): secondo il quotidiano Bild, la Bundesbank, la banca centrale tedesca che è maggiore azionista della Bce, ha chiuso il 2011 con l’utile più basso degli ultimi sette anni a causa degli accantonamenti per coprire i rischi crescenti legati ai salvataggi nell’area euro. Il saldo è di 1 miliardo in meno delle attese a 2,5 miliardi.

A Piazza Affari pesa la risalita dello spread a ridosso dei 330 punti base. Sotto pressione il comparto bancario. In forte calo ieri tra i finanziari Bpm -5,92%, Bper -6,20% e Mps – 6,44%, la peggiore del paniere. Salvatore Mancuso, presidente del Fondo Equinox, ha confermato il forte interesse industriale per un importante pacchetto di azioni di Mps. La Fondazione ha intanto dato via libera alla proposta di liberatoria sui titoli inviata ieri da Mediobanca e Crédit Suisse: il piano accettato prevede prima la vendita della quota (fino al 15%) della banca senese, con il deposito del ricavato in un fondo vincolato in favore di tutti i creditori e la successiva ripartizione senza privilegi per alcuno. Intesa ha ceduto ieri il 4,93% e Unicredit il 5,18% al lavoro sul nuovo vertice. Oggi è in programma la riunione del comitato governance della banca e in tarda mattinata un vertice tra le Fondazioni azioniste, Cariverona, Crt e Carimonte. In asta di volatilità è finita ieri Mediobanca che in chiusura affonda del 5,63%.

Crolla nel martedì nero tutta la galassia Ligresti. Premafin, sotto una raffica di sospensioni, perde il 9,39%, Fondiaria il 9,75% e Milano assicurazioni il 7,49%. L’intesa tra la holding e le banche creditrici dopo la riunione fiume di ieri sarebbe più vicina anche se alcuni istituti puntano a valutare anche l’offerta Arpe Meneguzzo mentre Mediobanca punta a stringere i tempi sul progetto industriale Unipol-Fondiaria. Premafin ha inoltre scritto ai consiglieri di Fondiaria Sai per capire se reputano ancora necessaria un’iniezione di liquidità così importante da 1,1 miliardi.

L’aumento di capitale da 1 miliardo di Peugeot trascina al ribasso il comparto mentre a Ginevra si apre il Salone dell’auto. Fiat cede il 6,07%, terzo peggior titolo del Ftse Mib . Dal Salone di Ginevra è arrivata la conferma dell’ad di Opel: Fiat tiene aperto il tavolo con Opel per una possibile cooperazione produttiva “a latere” dell’intesa che l’azienda tedesca e la sua casa madre General Motors hanno siglato con la Peugeot.

Sul Ftse Mib non si salva nessuno: sono tutti segni meno. A mercati chiusi arriva poi il no di Barclays al riassetto Seat. La posizione della banca inglese che possiede il 6% del debito non dovrebbe fal saltare l’accordo di salvataggio, con il numero di adesioni che si avvicina al livello di sicurezza. Rappresenta però un ulteriore stop che richiederà nuove trattative. Barclays, in una lettera inviata all’ad di Seat, si è detta disponibile a discutere soluzioni alternative in linea con gli obiettivi. Ma la defezione potrebbe estendersi ad altri investitori. Sulla linea di Barclays ci sarebbe anche Geveran Investments che ha il 5% del debito bancario.

La scure di S&P si abbatte su Edison: l’agenzia ha tagliato il rating a BB+ da BBB- il rating di lungo termine che scendo così a non investment. Scende anche la valutazione di breve e il profilo di credito stand alone. Spiega S&P: “Il declassamento riflette i continui ritardi nel completamento del riassetto dell’azionariato che pregiudicano la capacità del gruppo di assicurarsi finanziamenti di lungo termine necessari a fare fronte ai significativi impegni di breve termine”.

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