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La nuova ricchezza? Arriva dall’Asia. I risultati del Global Wealth Report di Crédit Suisse

Il 54% della ricchezza aggiuntiva generata nel mondo dal gennaio 2010 a fine giugno è arrivato dall’area Asia-Pacifico contro il 36% dal 2000 a oggi – Anche quella pro capite è cresciuta a un ritmo più sostenuto in America latina, Africa e Asia – Italia fuori da qualsiasi statistica per assenza di crescita economica.

La nuova ricchezza? Arriva dall’Asia. I risultati del Global Wealth Report di Crédit Suisse

La definizione di ricchi, secondo il Global Wealth Report elaborato dal Crédit Suisse Research Institute, è: “high net worth individual”, o semplicemente l’acronimo “hnwi”. E cioè gli individui nel mondo che possiedono un patrimonio di almeno un milione di dollari.

E dove sarebbero nascosti tutti questi “hnwi”, in un periodo così di crisi? Sempre meno in Europa (che però resta al primo posto come continente), sempre meno negli Stati Uniti e sempre di più nei Paesi emergenti, in particolare del continente asiatico.

E’ l’Asia dunque che dominerà economicamente il ventunesimo secolo, e l’ennesima conferma arriva dal rapporto del Research Institute di Credit Suisse, secondo cui la regione dell’Asia-Pacifico ha complessivamente generato il 36% della ricchezza mondiale aggiuntiva dal 2000 a oggi, ovvero il 54% se si considera il periodo dal gennaio 2010 a fine giugno scorso, in cui complessivamente la ricchezza planetaria è aumentata del 14%, passando da 203 a 231 triliardi di dollari

La ricchezza pro capite, ad esempio, è cresciuta dal gennaio 2010 al giugno scorso del 9% passando dai 46.600 dollari a 51.000 dollari, con un ritmo di crescita più sostenuto registrato in America Latina, Africa e Asia. Gli Usa, che negli ultimi 18 mesi hanno generato 4.600 miliardi di dollari, sono tuttora la principale fonte di ricchezza a livello mondiale, ma dall’Asia-Pacifico, soprattutto grazie ai capitali accumulati da Cina, Giappone, Australia e India, va il merito di aver generato una quota crescente di ricchezza mondiale.

Così scorrendo la classifica per paesi alle spalle degli Usa si nota la Cina, che negli ultimi 18 mesi ha visto crescere la  propria ricchezza di 4.072 miliardi di dollari, davanti al Giappone (3.805 miliardi), al Brasile (1.870 miliardi), all’Australia (1.855 miliardi), all’India (1.272 miliardi), al Canada (865 miliardi), alla Svizzera (735 miliardi), alla Francia (684 miliardi) e al Messico (551 miliardi). A ridosso della “top ten” si notano il Regno Unito (che ha saputo creare 514 miliardi di nuova ricchezza) e la Germania (461 miliardi), poi via via paesi come Corea, Indonesia, Svezia, Taiwan, Sudafrica, Singapore, Colombia e Norvegia, con valori tra i 421 e i 218 miliardi di nuova ricchezza. Del tutto assente l’Italia, paese in cui la crescita economica complessiva è del resto assente da una quindicina d’anni.

Largamente battuta quanto a crescita, l’Europa resta col 37,2% dei milionari nel mondo il continente più “popolato”, davanti agli Stati Uniti (col 37%), mentre nell’Asia-Pacifico il primato, senza sorpresa alcuna, rimane appannaggio del Giappone (dove vive l’11% dei milionari al mondo, ovvero 3,1 milioni di persone), davanti all’Australia e alla Cina (entrambi paesi in cui vive “solo” un milione di ricchi, pari al 3,4% complessivo a livello globale).

Gli analisti del Credit Suisse individuano tuttavia un’altra categoria, ancora più elitaria: gli “ultra-high net worth individual”, gli ultra-ricchi, gli individui con un patrimonio netto personale di oltre 50 milioni di dollari. A fine giugno, nel mondo ne esistevano appena 84.700.

Di questi 29.000 possiedono attivi pari ad almeno 100 milioni di dollari e in 2.700 casi di oltre 500 milioni: in questo caso sono ancora gli Stati Uniti a guidare la classifica degli “ultra ricchi” con 35.400 Uhnwi (il 42% del totale mondiale), seguiti ma con notevole distacco da Cina (5.400 Uhnwi, il 6,4% del totale mondiale), Germania (4.135, il 4,9%), Svizzera (3.820, il 4,5%) e Giappone (3.400, il 4%). Anche nel caso degli “ultra ricchi” i protagonisti di questi ultimi anni sono comunque i paesi del Bric: nel giugno scorso se ne contavano già 1.970 in Russia, 1.840 in India e 1.520 in Brasile. Anche in questo caso dell’Italia, manco a dirlo, non vi era traccia nelle classifiche.

Per quanto riguarda le previsioni, da qui al 2016 la ricchezza mondiale dovrebbe aumentare del 50% a 345 triliardi di dollari, con un tasso di crescita annuo pari all’8,4%. Nello stesso periodo, la ricchezza pro capite della popolazione mondiale adulta dovrebbe progredire del 40%, attestandosi a 70.700 dollari.

Ancora una volta, però, la parte del leone spetterà alle economie emergenti: secondo le previsioni, entro il 2016 la ricchezza della Cina e dell’Africa metterà a segno un incremento di oltre il 90%, raggiungendo rispettivamente quota 39.000 e 5.800 miliardi di dollari, mentre il dato riferito all’India e al Brasile dovrebbe più che raddoppiare a 8.900 e 9.200 miliardi di dollari.

Leggi il rapporto su Creditsuisse.com

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