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Infrastrutture, non farle costa 800 miliardi

Presentati a Roma i risultati dello Studio 2014, il rapporto annuale dell’Osservatorio “I Costi del Non Fare” (www.costidelnonfare.it), diretto dal Prof. Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi, giunto alla 9a edizione – La mancata realizzazione delle opere prioritarie in Italia, nel periodo 2014-2030, potrebbe generare oltre 800 miliardi di costi.

Infrastrutture, non farle costa 800 miliardi

Martedì 2 dicembre 2014, a Roma, presso l’Auditorium via Veneto di Fintecna in via Veneto 89, si è tenuto il convegno dal titolo: “Le nuove frontiere dello sviluppo infrastrutturale. Innovazione tecnologica e opportunità internazionali” durante il quale sono stati presentati i risultati dello Studio 2014, il rapporto annuale dell’Osservatorio “I Costi del Non Fare” (www.costidelnonfare.it), diretto dal Prof. Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi, giunto alla nona edizione. Lo Studio, accanto alla consueta identificazione delle priorità infrastrutturali del Paese e al calcolo dei costi che gravano sulla collettività per la loro mancata/ritardata realizzazione, estende l’analisi al miglioramento delle performance delle infrastrutture esistenti, alle opportunità di investimento per le imprese italiane nel mercato globale delle infrastrutture e ai modelli più innovativi ed efficaci per il finanziamento delle opere.

I dati salienti del 9° Rapporto sono:
– La mancata realizzazione delle opere prioritarie in Italia, nel periodo 2014-2030, potrebbe generare oltre 800 miliardi di € di CNF (Costi del Non Fare).
– 124 miliardi di € nei settori ambiente ed energia, 260 miliardi di € nei trasporti e logistica e 425 miliardi di € nelle tlc.
– Nell’energia, non realizzare 24.000 MW di impianti di generazione, 5.430 km di reti di trasmissione, 162 stazioni elettriche e di un rigassificatore da 8 G (m3) potrebbe generare CNF per quasi 70 miliardi di €.
– La mancata realizzazione di circa 28 impianti di termovalorizzazione costerebbe al Paese oltre 4 miliardi di € in 17 anni.
– 1.300 km di nuove autostrade e ampliamenti per evitare costi di oltre 84 miliardi di €.
– Le sfide del settore delle ferrovie: linee ad Alta Velocità e convenzionali per velocizzare il Paese, facilitare i collegamenti, offrire maggiore qualità del servizio di trasporto e favorire il trasferimento modale delle merci.
– 72 miliardi di € di costi della logistica senza l’utilizzo efficiente degli interporti e il rilancio della competitività dei porti.
– Un adeguato piano di interventi prioritari per garantire la qualità e l’efficienza della risorsa e del servizio idrico. Tali interventi eviterebbero costi pari a 49 miliardi di €.
– Banda Ultralarga prioritaria per il Paese: 425 miliardi di potenziali benefici.
– Il mancato miglioramento delle performance delle infrastrutture mediante interventi di ammodernamento, efficientamento e upgrade tecnologico dell’esistente genera CNF pari a circa 18,5 miliardi di € al 2030.
– Mercato globale delle infrastrutture: importanti scenari per le imprese italiane che devono guardare ai mercati internazionali per reperire risorse e sfruttare nuove opportunità di crescita.
– Necessario favorire il PPP e il ricorso ai Project Bond. I nuovi soggetti – assicurazione,fondi pensione, fondi sovrani, fondi infrastrutturali e di private equity – avranno unruolo determinante nel finanziare le infrastrutture nei pros simi anni.

La presentazione dello Studio è stata un’occasione per dibattere con i vertici delle aziende partnere dei principali operatori dei settori analizzati. All’evento sono intervenuti: Alberto Irace (Acea), Massimo Bruno (Enel), Giovanni Valotti (Federutility), Barbara Morgante (Ferrovie dello Stato Italiane), Stefano Venier (Hera), Marco Patuano (Telecom Italia), Matteo Del Fante (Terna).

Nel corso del workshop Franco Bassanini e Pietro Salini hanno consegnato il Premio Sviluppo Infrastrutture 2014, della rivista MUI, a Carlo Malacarne, per la gestione della delicata separazione ENI-SNAM in una prospettiva di connessione delle reti gas europee, e il riconoscimento speciale a Vainer Marchesini (WAM) per la ricostruzione post-terremoto del 2012. Prima della tavola rotonda conclusiva, vi è stato un breve intervento dell’On. Cristina Bargero, coordinatrice dell’Intergruppo Parlamentare I Costi del Non Fare.

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