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Inflazione, Google ruba il lavoro agli statistici

Il numero uno dei motori di ricerca sta lavorando a un sistema per monitorare l’andamento dei prezzi sfruttando cataloghi e transazioni online

Inflazione, Google ruba il lavoro agli statistici

Le lamentele della casalinga di Voghera (e molti altri) circa l’inflazione – i prezzi, si dice, aumentano più rapidamente di quello che dicono le statistiche – sono infondate, dicono i difensori dei dati ufficiali: si confondono i prezzi più visibili – per esempio, benzina e alimentari – con l’universo dei prezzi, che è solo parzialmente influenzato dai quelli di uso quotidiano. Ma ora le casalinghe avranno altri strumenti per confrontare le loro sensazioni con i dati ufficiali. Come ha detto il chief economist di Google, Hal Varian, in un incontro a Melbourne, in Australia, i miliardi di pagine web e la possibilità di frugare in cataloghi e transazioni in un mondo sempre più digitalizzato mettono a disposizione messi sterminate di dati che possono essere usate anche per costruire indici di prezzi alternativi, o semplicemente per valutare qualitativamente la vivacità o meno di particolari mercati (ad esempio, mettendo in Google ‘Agenzie immobiliari’ e vedendo come evolve la quantità di click si può avere un’idea del mercato immobiliare). Ma è sui prezzi la partita più interessante: due economisti del Mit, Alberto Cavallo e Roberto Rigobon, hanno iniziato il ‘Billion Prices Project’, che permetterà di costruire indici di prezzo in tempo reale, monitorando milioni di quotazioni offerte da dettaglianti online. E anche Google sta lavorando su suoi indici di prezzi.
http://www.theage.com.au/technology/technology-news/google-search-data-brings-statistics-into-the-present-20110710-1h8uz.html
http://www.economist.com/node/18867338?story_id=18867338
http://bpp.mit.edu/

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