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Giro: Modolo fa il bis, aspettando le Alpi

Dopo la sfibrante battaglia del Mortirolo, il Giro si è concesso a Lugano una tregua in vista delle prossime frazioni di montagna dove è atteso l’ultimo attacco degli uomini Astana (Landa più di Aru) alla maglia rosa di Contador. Oggi l’inedita scalata al Monte Ologno prima dell’arrivo a Verbania.

Giro: Modolo fa il bis, aspettando le Alpi

Dopo la grande battaglia del  Mortirolo il Giro si è concesso una pausa sconfinando in Svizzera nella vicina Lugano che richiama alla memoria Fauto Coppi e il suo volo iridato sulla Crespera nel Mondiale del 1953. Niente cadute per fortuna, tutti in gruppo, nessun ritocco alla classifica, Contador ha trascorso la più serena delle sue tante giornate in maglia rosa.

Una tregua ben voluta da tutti in attesa delle grandi montagne che da domani la corsa  tornerà ad affrontare, vette cui guarda Mikel Landa – la grande sorpresa del Giro di quest’anno, dominatore delle due tappe dolomitiche che l’hanno lanciato al secondo posto in classifica scavalcando Aru, il suo capitano – per lanciare l’ultimo attacco alla leadership di Contador. Quattro minuti sono tanti da rosicchiare a un campione come il Pistolero, ma vale la pena provarci. E il Giro, per essere vivo, attende ancora scintille.  

Intanto ieri era  una delle due ultime occasioni offerte dal percorso ai velocisti. E Sacha Modolo, ben supportato nella volata dai due compagni della Lampre-Merida, Richeze e Ferrari, ha fatto il bis di Jesolo nello sprint affollato del gruppo, precedendo Giacomo Nizzolo, un abbonato del Giro al secondo posto, che si è però consolato strappando la maglia rossa di leader della classifica a punti a Elia Viviani, vincitore a Genova. 

Modolo è a tutt’oggi l’unico corridore con il basco Landa ad aver vinto due tappe. E dopo quattro Giri in cui non aveva mai vinto nulla, ora Modolo sogna di poter fare il tris nell’ultima tappa, tutta piatta, da Torino a Milano. Lo sprinter veneto della Lampre, 28 anni il prossimo 19 giugno, si sta dimostrando il più forte della pattuglia italiana degli eredi di Cipollini, che mai come in questo Giro è stata favorita dalle assenze o dalle defaillances dei temuti big stranieri. 

Già scarsi di numero alla partenza di San Lorenzo al Mare per le defezioni di big come Cavendish, Kristoff, Degenkolb, Kittel e Bouhanni, lungo le strade del Giro hanno ammainato bandiera bianca quei pochi che si erano iscritti: nella 13esima tappa si è ritirato l’australiano Simon Gerrans, prima maglia rosa a Sanremo; il giorno successivo, quello della crono di Valdobbiadene, hanno abbandonato André Greipel, vincitore a Castiglione della Pescaia, e Michael Matthews, maglia rosa alla seconda tappa. 

Con loro se ne è andato anche Sua Eccellenza, Tom Boonen, re delle classiche-monumento del Nord, che ha corso a 34 anni il suo primo Giro nel più completo anonimato. Resta in corsa, con buone qualità, il solo Luka Mezgec, lo sloveno autore fin qui di buoni piazzamenti, l’ultimo dei quali il terzo posto di ieri a Lugano. 

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