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Fumo e sigarette elettroniche, l’Oms sta perdendo un’occasione?

Nel corso del World No Tobacco Day 2020 un gruppo di esperti indipendenti ha fortemente criticato l’approccio retrogrado dell’Oms di fronte ai prodotti delle nuove tecnologie come le sigarette elettroniche che considerano molto meno rischiose del fumo e che cotinuano a crescere sul mercato

Fumo e sigarette elettroniche, l’Oms sta perdendo un’occasione?

Torna a far discutere, anche se in questi mesi le attenzioni dell’Organizzazione mondiale della salute (Oms) sono evidentemente rivolte ad altro, la questione relativa alle sigarette elettroniche, ai loro effetti sulla salute rispetto alle sigarette tradizionali e alla possibile rivoluzione nel mercato del tabacco.

Oggi, nel mondo più di 1 miliardo di persone fuma, e in una fase storica in cui circola un virus che attacca soprattutto i polmoni e il sistema respiratorio, questa non è una buona notizia. Ecco perché da anni la comunità scientifica sta provando ad accreditare la validità delle e-cig e dei prodotti ibridi come alternativa assolutamente percorribile: un mercato che può salvare le grandi imprese, la filiera, portando i consumatori a nuove abitudini che se non ottimali risultano comunque essere molto meno nocive.

Di questo si è ancora parlato in occasione del recente World No Tobacco Day 2020, dove un gruppo di esperti indipendenti ha fortemente criticato l’Oms per il suo approccio retrogrado rispetto all’innovazione e alle nuove tecnologie, come appunto le e-cig o i prodotti di svapo. Gli esperti hanno affermato di essere “esasperati” dall’ostilità dogmatica dell’Oms nei confronti delle nuove tecnologie e temono che l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sperpererà l’opportunità di evitare milioni di morti premature causate dal fumo.

“Sappiamo oltre ogni ragionevole dubbio – ha detto ad esempio il professore David Abrams, dell’Università di New York – che lo svapo e gli altri prodotti a base di nicotina senza combustione sono molto meno rischiosi del fumo e che coloro che cambiano completamente vedono rapidi miglioramenti nella loro salute. Eppure l’Oms continua a promuovere il divieto assoluto o la regolamentazione estrema di questi prodotti. Come può avere senso vietare un prodotto molto più sicuro quando le sigarette sono disponibili ovunque?”.

Gli scienziati temono in particolare che queste resistenze finiranno per far mancare importanti obiettivi internazionali di riduzione del cancro, delle malattie cardiache e polmonari. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile richiedono infatti anche una riduzione di un terzo dei tassi di mortalità per malattie non trasmissibili. “L’impegno contro il fumo da parte dell’Oms sta perdendo efficacia”, hanno lanciato l’allarme all’unisono gli esperti intervenuti.

“L’Organizzazione – è la lettura di David Sweanor, del Centro di Diritto, Politica ed Etica della Salute, Università di Ottawa . sta trattando i prodotti da svapo come se fossero parte di uno stratagemma di Big Tobacco. Ma si sbaglia al 100%. In effetti, i nuovi prodotti stanno interrompendo il proficuo commercio di sigarette dell’industria del tabacco e abbassando le vendite di sigarette. È esattamente ciò di cui abbiamo bisogno dall’innovazione, ma l’OMS e i suoi finanziatori privati si sono schierati per opporvisi, con richieste di proibizione. Anche se non sembrano rendersene conto, si stanno schierando con gli interessi delle sigarette di Big Tobacco, erigendo barriere all’ingresso per le nuove tecnologie e proteggendo l’oligopolio esistente delle sigarette”.

Intanto, in Italia il mercato delle sigarette alternative continua a crescere, ed è stato così anche durante il lockdown. In quel periodo, secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, è diminuito il numero di fumatori di sigarette tradizionali, segno che l’emergenza Covid-19 ha offerto agli italiani l’occasione per porre più attenzione al proprio stile di vita. E’ la prima volta che in Italia, dopo anni di prevalenza stabile, si registra un trend di calo del numero di fumatori.

Un calo, quello degli amanti delle sigarette tradizionali, che coincide con l’aumento degli utilizzatori di e-cig e dei prodotti a tabacco riscaldato, che hanno registrato un aumento, rispettivamente, dell’1% e dello 0,3%, confermandosi come un’alternativa per molti fumatori che abbandonano le “bionde”.

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