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Ecco la guida per investire: cinque consigli per i portafogli della nuova economia

Tassi bassi e scenari mondiali strutturalmente cambiati impongono di adottare nuove logiche nella costruzione dei propri portafogli – Ecco i consigli degli esperti raccolti durante la tavola rotonda “Investire sui mercati globali: i portafogli per la nuova economia”, organizzata da Bpm in occasione della giornata mondiale del risparmio.

Ecco la guida per investire: cinque consigli per i portafogli della nuova economia

Un periodo di tassi così bassi così a lungo i mercati non lo hanno mai sperimentato. Allo stesso tempo è cambiato strutturalmente il mondo in cui ci si muove. Cosa aspettarsi dagli investimenti? Come gestire il proprio risparmio? Ecco una piccola guida emersa dal confronto di cinque esperti durante la tavola rotonda “Investire sui mercati globali: i portafogli per la nuova economia”, organizzata da Bpm in occasione della Giornata mondiale del risparmio.

I TREND DEL PASSATO SONO DIFFICILMENTE RIPETIBILI

Dopo essere calati molto tra il 2008 e il 2009, i mercati azionari sono ormai da 5-6 anni in ripresa. “Il ciclo inizia a essere abbastanza lungo, maturo – ha detto Armando Calcaterrza, direttore investimenti di Anima Sgr – Ci sembra comunque difficile pensare a un forte rallentamento a breve termine, sempre che i mercati emergenti si stabilizzino. Riteniamo ci sia la possibilità che il ciclo continui. Anche se trend così forti e definiti nei mercati azionari e obbligazionari come quelli degli ultimi anni saranno difficilmente ripetibili”.

In altri termini, gli esperti ritengono che il ciclo continuerà, seppur a ritmi inferiori a quelli storici, e senza grossi scossoni in vista. “In quest’ottica – ha spiegato Carcaterra – il portafoglio può prendere un po’ di rischio con l’esposizione ai mercati azionari, noi preferiamo l’Europa. Il portafoglio deve poi essere più diversificato anche sul lato delle obbligazioni, prevedendo anche una diversificazione valutaria. E bisogna non essere per forza sempre completamente investiti ma avere una strategia precisa nella gestione della flessibilità”.

DIVERSIFICARE OLTRE L’ASSET CLASS

Un tempo il vecchio detto “non mettere tutte le uova nello stesso paniere” sembrava bastare. In altri termini, consigliava di non investire tutti i propri soldi solo in una asset class (per esempio le azioni) o in un singolo titolo. Ma di fare un mix. Oggi anche questo compito è più difficile. “La crisi europea – ha spiegato Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management – ha reso il comportamento del Btp più simile al comportamento di un’azione, è venuta a mancare la correlazione negativa ma la correlazione è positiva. Siamo sempre più orfani di possibilità di diversificare il portafoglio in modo utile, perché non basta più diversificare per asset class ma è necessario diversificare per fenomeni che hanno gli stessi effetti”.

Il che significa cercare all’interno dell’asset class quegli investimenti che si discostano dalla direzione principale. “Per esempio, nel caso delle obbligazioni governative – ha detto Delitala – pensiamo al bund indicizzato all’inflazione. Le scelte di secondo livello sono spesso preferibili a quelle di primo”.

CAPIRE L’INTERAZIONE DELLE BANCHE CENTRALI

I rendimenti dei Btp sono finiti per la prima volta in territorio negativo: c’è chi ha scelto di “pagare” pur di parcheggiare i propri soldi in titoli del debito italiano a sei mesi. Ai più questi rendimenti appaiono senza senso. Cosa sta succedendo? “Oggi capire le Banche centrali è molto più importante per capire dove andranno i rendimenti futuro – afferma Marco Spaltro, vice presidente Portfolio manager del Globa Fixed Team di Morgan Stanley – Siamo in un Global chess game, in cui le banche cnetrali competono tra loro per riportare l’inflazione. Ma più una banca centrale taglia i tassi più sposta la deflazione in altre parti”.

Così dopo l’intervento della Bce in cui si apriva al Qe2, la Cina ha dichiarato un nuovo taglio dei tassi, poi è stata la volta della Svezia che ha ampliato il programma di Qe e infine della Norvegia che ha annunciato la riduzione del costo del denaro. “Bisogna capire l’interazione delle banche centrali – ha detto Spaltro – non solo quello che fanno le singole banche centrali. Noi andiamo a comprare nei Paesi in cui la Banca centrale è dietro la curva, nei Paesi per esempio dell’Est Europa, come la Polonia, l’Ungheria, la Romania.

ANCORA VALORE DEL BTP DECENNALE

L’inondazione di moneta da parte della Bce sta spingendo gli invetsitori a cercare titoli con maggiore reindimento. “Nel fixed income – ha spiegato Nicola Mai , Senior Vice President, Portfoglio Manager Tassi Europei di Pimco – ci estendiamo sulla curva, con scadenze intermedie a 5-10 anni dove la curva è piuttosto ripida. per i prodotti di credito vale la pena prendere più rischio. Anche per il Btp, il decennale, 100 punti base sopra il bund per un rischio così basso è difficile trovarlo in altre asset class. Inoltre ci sarà ulteriore compressione”.

I titoli di Stato stanno infatti beneficiando dell’inondazione di liquidità in arrivo da Francoforte. E dal presidente della Bce Mario Draghi ci si aspetta ormai un nuovo intervento, già dal prossimo dicembre, che espanda i titoli acquistati, anche ai bond locali e non governativi. “E’ poi possibile che compri azioni, ma non già a dicembre. E’ infine possibile che compri corporate bond ma l’impatto di questa mossa sarà limitato”. Su 500 miliardi di euro di corporate bond, la Bce può infatti ipotizzare di comprarne un 20%, circa 100 miliardi. Il che significa, al ritmo attuale, un mese e mezzo di acquisti.

IL PORTAFOGLIO DINAMICO

Paradossalmente, oggi gli esperti vedono i pericoli più concentrati nell’obbligazionario e non nell’azionario. “Il portafoglio medio degli italiani, con il 52% di bond, non è strutturalmente corretto, perché viviamo ancora l’epoca dei Bot people”, ha detto Gianfranco Venuti, responsabile Private Banking & Wealth Management di Bpm. L’Italia non è solo sbilanciata nel confronto con il Regno Unito, dove la componente azionaria è da sempre maggiore, ma anche nel confronto con paesi più simili per tradizione, come la Spagna.”Dal vecchio portafoglio concentrato su rendimenti domestici – ha detto Venuti – dobbiamo spostarci a un portafoglio più diversificato, non solo in termini di asset class ma anche di area geografica e settoriale, e dinamico.

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