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Coltorti: “Cuccia e il gusto di lavorare a Ferragosto”

INTERVISTA DEL WEEKEND – Enrico Cuccia, dominus di Mediobanca e della finanza italiana nella seconda metà del Novecento, non andava mai in vacanza e amava lavorare anche nel cuore dell’estate nel suo sobrio ufficio milanese di Via Filodrammatici: Fulvio Coltorti, che ne fu stretto collaboratore, spiega il mistero in questa intervista a FIRSTonline – “Lo muoveva la passione per il suo lavoro: non sentiva nè il caldo nè la fatica e per lui agosto era un mese come gli altri” – Ma proprio ad agosto nascevano molti dei progetti del gran capo di Mediobanca che rivoluzionarono la finanza italiana

Coltorti: “Cuccia e il gusto di lavorare a Ferragosto”

Ferragosto, vacanza mia non ti conosco. Le lunghe file in autostrada, le spiagge e le montagne affollate non sono per tutti e non solo per ragioni economiche. Ci sono mondi che non staccano mai, come quello della finanza e dei mercati, per non dire degli ospedali e dei servizi pubblici di prima necessità. E poi c’è Internet che oggi ci tiene tutti sempre interconnessi: anche a Ferragosto. Ma in altri tempi, nella seconda metà del secolo scorso, c’era anche chi del lavoro nel cuore dell’estate faceva uno dei suoi tratti distintivi: il più celebre era sicuramente Enrico Cuccia, mitico presidente di Mediobanca, che non staccava mai, nemmeno sotto Ferragosto. Le ragioni del suo gusto del lavoro anche nelle giornate più torride dell’anno le spiega in questa intervista a FIRSTonline uno dei suoi più stretti collaboratori, Fulvio Coltorti, per lunghi anni direttore del prestigioso ufficio studi di Mediobanca.

FIRSTonline – L’immagine del re della finanza italiana del secondo Novecento, Enrico Cuccia, che anche in agosto, in una Milano deserta e assolata, attraversava in perfetta solitudine e un po’ ricurvo Piazza della Scala per andare nel suo ufficio in Mediobanca anche quando l’Italia era al mare o ai monti è ormai una leggenda, ma perché Cuccia amava lavorare anche sotto Ferragosto?

COLTORTI – Lo muoveva la passione. Enrico Cuccia era un grandissimo lavoratore e amava infinitamente il suo lavoro e la sua Mediobanca. Per lui lavorare non era una fatica ma un piacere e per lui agosto era un mese come un altro. Per questo non staccava mai. Come nel resto dell’anno, anche in agosto arrivava a piedi prestissimo in Mediobanca, poi andava a messa in Duomo o a San Babila e verso le otto tornava nel suo sobrio ufficio di via Filodrammatici per restarvi tutta la giornata. A sera lo riaccompagnava a casa in auto Vincenzo Maranghi, il suo più prezioso collaboratore e il suo successore.

FIRSTonline – Ma in vacanza Cuccia non andava mai?

COLTORTI – Vacanze vere e proprie Cuccia non ne faceva. Nel weekend andava con i familiari nella sua casa di Meina sul lago Maggiore o, più raramente, in Toscana da amici. Il mare lo aveva frequentato da ragazzo a Fano nelle Marche, ma poi credo che non ci sia più stato. Qualche volta, ma difficilmente d’estate, andava un paio di giorni a Parigi o a Londra, dove gli piaceva cercare, anche per farne omaggio agli amici, libri rari e antichi, che erano un’altra delle sue passioni. A differenza di molti professori universitari, non andava mai nemmeno ai tanti prestigiosi convegni internazionali a cui veniva invitato soprattutto d’estate. Il suo mondo era fatto solo da casa, famiglia, messa, lavoro e Mediobanca.

FIRSTonline – Molti progetti finanziari di Cuccia (da Montedison alla Supergemina a Bi-Invest) sono stati ideati proprio nel cuore dell’estate: al di là delle abitudini di vita, Ferragosto e dintorni era per Cuccia anche il momento più adatto per imbastire nuove operazioni finanziarie e cogliere tutti in contropiede?

COLTORTI – Sì, certamente non era casuale che molti suoi progetti nascessero sotto Ferragosto. Per almeno tre ragioni. In primo luogo perché in città e negli uffici c’era meno gente e arrivavano meno telefonate e anche per Cuccia era più facile concentrarsi sui progetti che più gli stavano a cuore. In secondo luogo, perché, dovendo necessariamente coinvolgere imprenditori e direttori finanziari, in estate c’era comunque una platea ridotta di persone che in qualche modo venivano a sapere dei suoi piani e perciò il rischio di insider trading, che allora non era disciplinato per legge, si riduceva ed era più facile difendere la riservatezza. In terzo luogo, l’estate giocava anche a favore dell’effetto sorpresa sia nei confronti della concorrenza in affari sia del mercato e dei giornalisti, per ripararsi dai quali in Mediobanca si usavano ai tempi di Cuccia espedienti curiosi e perfino un tunnel segreto.

FIRSTonline – Un tunnel segreto?

COLTORTI – Sì. Ideato per trasferire in sicurezza i valori tra due palazzi della banca, era anche un modo per mettere la banca al riparo da sguardi e orecchie indiscrete. C’era un accesso riservato nell’immobile in Piazza Paolo Ferrari, sede dell’Accademia dei Filodrammatici e di alcune società figlie di Mediobanca. Esso conduceva al palazzo in via Filodrammatici senza ricorrere all’ingresso principale. Ma gli interlocutori riservati di Cuccia venivano fatti entrare anche da Piazzetta Bossi, sul retro di Mediobanca, in modo da non dare nell’occhio. Per Cuccia la riservatezza era un must assoluto negli affari e in Mediobanca la vita era monacale. Anche le uscite al bar per prendere un caffè erano centellinate.

FIRSTonline – Cuccia a Ferragosto lavorava da solo o esigeva che lo assistessero anche i suoi più stretti collaboratori?

COLTORTI – Lo stato maggiore di Mediobanca era tutto consegnato anche nel cuore dell’estate. Non c’era agosto senza che attorno a Cuccia non ci fossero Maranghi e i principali dirigenti di alora, Silvio Salteri, Sandro Lentati, Diego Galletta, Giovanni Ameli e pochi altri. Al massimo prendevano qualche giorno di ferie, ma capitava che venissero richiamati d’urgenza in servizio. Chi avesse pensato di andare in ferie in agosto era come se si mettesse fuori gioco da solo e rinunciasse a fare carriera. Ai tempi di Cuccia, Mediobanca era molto più di un lavoro, era un impegno assoluto e le famiglie degli alti dirigenti se ne facevano una ragione.

FIRSTonline – Lei allora era il direttore del mitico ufficio studi di Mediobanca voluto proprio da Cuccia: in agosto poteva andare in ferie o restava anche Lei a fianco di Cuccia?

COLTORTI – Restavo, restavo. Anche perché l’ufficio studi era impegnato nella preparazione dei materiali per l’assemblea di Mediobanca: l’elaborazione dei bilanci delle principali società italiane e le note e gli approfondimenti che Cuccia mi chiedeva per scrivere la relazione all’assemblea. Questa si teneva il 28 ottobre (data mantenuta a tutt’oggi, salvo che capiti di domenica), anche perché la banca chiudeva il suo bilancio al 30 giugno, unica tra gli istituti italiani che dovevano invece chiudere al 31 dicembre. All’assemblea, poi, Cuccia ha sempre voluto distribuire agli azionisti alcune pubblicazioni che erano veri strumenti di lavoro per chi lavorava nel mondo della finanza (es. Indici e dati e il Calepino, ancora oggi molto apprezzati). 

FIRSTonline – Quindi, niente vacanze in agosto?

COLTORTI – Prendevo qualche giorno a settembre. Capisco che oggi possa sembrare una situazione bizzarra, ma allora nessuno di noi faceva vita mondana e rinunciare alle vacanze in agosto non appariva un grande sacrificio rispetto al prestigio di lavorare nel tempio del capitalismo italiano al fianco di un personaggio impareggiabile come Enrico Cuccia.

FIRSTonline – Dottor Coltorti, ci racconta qualche aneddoto dell’agosto di Cuccia?

COLTORTI – Me n’è rimasto impresso soprattutto uno che ha fatto soffrire un po’ tutti: Cuccia non sentiva il caldo e non voleva l’aria condizionata, il massimo che si concedeva era una finestra socchiusa del suo ufficio e nessuno di noi aveva l’ardire di chiedere un po’ di frescura. Le lascio immaginare che cosa volesse dire lavorare in giacca e cravatta senza aria condizionata anche sotto Ferragosto.

FIRSTonline – Dopo Cuccia in Mediobanca si è mantenuta l’abitudine di lavorare anche sotto Ferragosto?

COLTORTI – No, dopo Cuccia e Maranghi è cambiato tutto. Salvo che capitino situazioni particolari, le ferie si fanno liberamente e chi in questi giorni è presente negli uffici di Mediobanca credo che benefici dell’aria condizionata. Ma nessuno smetterà mai di rimpiangere Enrico Cuccia.

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