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Cina, la minaccia del credito informale

Imprenditori privati delle regioni cinesi orientali arrivano a prendere in prestito a tassi di interesse che sfiorano il 40% annuo. Un mercato sotterraneo del credito che si aggira sui 4mila miliardi di yuan. Credit Suisse l’ha definita la “bomba a orologeria” più pericolosa nell’orizzonte a breve termine del Paese.

Cina, la minaccia del credito informale

Il gigante cinese deve vedersela con una nuova minaccia che rischia di compromettere l’economia del Paese: l’esplosione nel volume dei prestiti concessi fuori dal sistema finanziario. Credit Suisse ha stimato che il mercato “sotterraneo” del credito ammonta a 4mila miliardi di yuan (circa 470 miliardi di euro), quasi il 15% del totale dei finanziamenti concessi ufficialmente dalle banche nel 2010 e si sta spargendo in tutte le grandi città della regione orientale, incluse Pechino e Shangai. A Wenzhou, provincia dello Zhejiang, simbolo dell’imprenditoria privata cinese, la cifra è di 110 miliardi di yuan, il 20% dei prestiti.

Gli interessi di queste operazioni variano dal 24% al 36% l’anno, una follia se paragonati al tasso di base del 6,56%, fissato dalla banca centrale per le operazioni “ufficiali”. Ma per i prestiti a breve termine la percentuale può arrivare fino al 60%. Piccole e medie imprese e imprenditori immobiliari privati ricorrono a questi finanziamenti estorsivi a causa della difficoltà di ottenere prestiti dal sistema bancario, specialmente dopo la stretta monetaria imposta dal Governo a partire dal 2010. La situazione è diventata grave con il recente aumento dei costi della produzione, la caduta nei profitti e l’inflazione del 6%.

Il capo economista di Credit Suisse, Dong Tao, ritiene che l’esplosione del credito informale che si sta verificando negli ultimi due anni è la “bomba a orologeria” nell’orizonte del breve termine nell’economia cinese. Le famiglie vi ricorrono principalmente per trovare un rendimento superiore al tasso annnuale del 3,5% che offrono le banche per i depositi, di troppo inferiore all’inflazione che si aggira al 6%.

Molti entrano in un circolo vizioso nel quale contraggono nuovi crediti per pagare quelli precedenti fino a che non riescono più a amministrare l’enorme debito. Da aprile di quest’anno, almeno 80 imprenditori sono fuggiti e due si sono suicidati per non essere in grado di ripagare i debiti contratti nel mercato del credito “sotterraneo”. E’ quanto risulta da un’inchiesta dell’agenzia ufficiale di notizie Xinhua.

Ieri il Governo di Wenzhou ha fissato un tetto per gli i nteressi dei prestiti sotterranei, in un tentativo di regolare un mercato che funziona totalmente a margine delle regole ufficiali. Se il tasso di queste operazioni superaranno di più di quattro volte il tasso basico della banca centrale, i debitori non saranno obbligati a rimborsare i creditori.

Fonte: Estadão 

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