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Borse, tutti gli occhi sull’occupazione americana che condizionerà la giornata dei mercati

Il dato sull’occupazione americana condizionerà la giornata dei mercati – I titoli di Stato si difendono – La Borsa apre in lieve ribasso – Si prepara l’Ipo di Facebook che fa il prezzo: sarà la replica del boom di Google? – Via libera della Consob alla nuova Opa di Edison – Effetto Antitrust su Fonsai-Unipol – Rcs: Generali respingono l’offerta di Proto.

Borse, tutti gli occhi sull’occupazione americana che condizionerà la giornata dei mercati

MERCATI IN ATTESA DEI DATI SUL LAVORO USA. VIA LIBERA ALL’OPA EDISON. E ALL’IPO DI FACEBOOK

Mario Draghi non promette nuovi “palliativi”, per usare la definizione un po’ sprezzante usata dall’ex segretario al Tesoro Lawrence Summers a proposito dei prestiti della Bce. Anzi, nella conferenza stampa al termine del Direttivo della Banca centrale, Draghi non ha escluso un peggioramento delle condizioni economiche della Zona euro, ma ha comunque ribadito che gli Stati europei devono proseguire nelle politiche di aggiustamento dei bilanci, anche se questo “raffredderà lo slancio della crescita”. Ma il presidente della Bce ha anche rivolto un monito ai politici: il risanamento ottenuto con la sola pressione fiscale rischia di aggravare i problemi. “Il consolidamento ideale è più nella riduzione della spesa pubblica che nell’aumento delle tasse”. Intanto, la Bce ha confermato l’attuale 1% come tasso di riferimento della Zona euro.

A conforto della zona euro, tra tanti problemi, c’è la tenuta della diga dei titoli pubblici. Ierfi la Francia ha superato senza alcun problema l’ultima asta di Oat prima del ballottaggio alle presidenziali; la Spagna come già avvenuto nelle ultime aste ha collocato il quantitativo massimo di titoli ma a tassi in crescita.

Buona anche la tenuta del Btp con il decennale che ha registrato un calo del rendimento al 5,47% e spread a 386 punti base (-4 punti). Più marcato il miglioramento del Btp a due anni, dove lo spread è sceso di 13 punti base a 287. Le indicazioni non entusiasmanti in arrivo da Barcellona, combinate con il dato deludente dell’indice Ism americano sul settore servizi hanno però  contribuito ad una giornata Orso sui listini.

A Milano, anche ieri la Borsa più debole dell’area Ue, la seduta si è chiusa con una perdita dello 0,67% superiore a Parigi -0,08% e Francoforte -0,23%.  A New York il Dow Jones scende dello 0,47%, S&P -0,77%, il Nasdaq subisce un calo del 1,18%.

Riflettori accesi oggi sui dati dell’occupazione negli Stati Uniti, il dato che condizionerà l’ultima seduta della settimana finanziaria in Usa ma anche in Europa. La settimana si chiude in Asia con una seduta contrastata. In rialzo Tokyo attorno allo 0,3%, in ribasso Hong Kong -0,53%. La banca centrale australiana ha ridotto di mezzo punto le previsioni di crescita del pil, dal 3,5% al 3%, per il 2012.

Il listino tecnologico di Time Square si consola però con la notizia più attesa: Facebook ha finalmente consegnato il file per l’Ipo. La forchetta dei nuovi titoli si situa tra i 28 e i 35 dollari. Il valore di mercato è stato così stimato attorno ai 75 miliardi per le azioni di classe A, quelle vendute al pubblico, cui vanno aggiunti altri 24-25 miliardi per quelle di classe B cui spetterà il 96% dei diritti di voto. Mark Zuckerberg, che venderà circa 75 milioni di titoli ad un prezzo che si colloca tra i 28 e i 35 dollari, continuerà a controllare il 57,3% dei voti in assemblea e, nel frattempo, scavalcherà Steve Ballmer, ceo di Microsoft nella classifica dei ricchi di Silicon Valley. L’obiettivo è di collocare i titoli ad un prezzo vicino alla stima massima. Si è già scatenata, al proposito, la battaglia tra chi ritiene gonfiata la quotazione e chi prevede il bis di Google. In ogni caso sarà la Ipo più imponente nella storia di Internet, che consentirà all’azienda di incassare “cash” più di 13 miliardi di dollari. Il debutto al Nasdaq è previsto per il 18 maggio prossimo.

Sembra che i ministri delle Finanze Ue abbiano raggiunto un faticoso compromesso sui crtieri di attuazione di Basilea 3. La notizia non aiuta il recupero delle banche. Anzi. Anche ieri ci sono stati ribassi consistenti per i titoli del credito: Unicredit -4,6%, Mediobanca -3,6%, Intesa -3,1%, BancoPopolare -4,5%, PopolareMilano  -2,8%, MontePaschi  -3,5%.

Sì alla delibera di Premafin sull’aumento di capitale, necessario per evitare il fallimento, e ai negoziati con Unipol sui concambi. No alla sottoscrizione degli aumenti o alla redazione di un piano industriale comune. Ecco, in sintesi, la decisione dell’Autorità per la Concorrenza che ha preso atto degli impegni di Unipol e Mediobanca: verrà sciolto ogni legame azionario con Mediobanca del nuovo polo che si impegnerà anche a rispettare le soglie di concentrazione con la cessione di uno o più brand.

Continua in Piazza Affari la marcia di Rcs +2,07%. Ad agitare le acque l’offerta di Alessandro Proto alle Generali di rilevare la partecipazione nel gruppo editoriale al prezzo unitario di 1 euro per azione. In serata il Leone ha respinto l’offerta. In Piazza Affari i titoli industriali si sono mossi in ordine sparso: è salita Pirelli +2,5%, confortata dal rialzo del target price di Exane a 12 euro, così come Prysmian +1,4%. Continua invece la discesa di Fiat -1%. 

Assai più massicce le perdite di Finmeccanica -6,5%, dopo i dati del primo trimestre diffusi in mattinata. I primi tre mesi chiudono in linea con le previsioni: l’utile netto è stato di 25 milioni, i ricavi sono scesi del 4,4% a 3,686 miliardi. L’ebitda adjusted è stato di 173 milioni (-20%), il free cash è negativo per 1,138 milioni (-140 milioni).  Calano anche gli ordini (3.480 milioni, -9%) e il portafoglio ordini (-5% a 45721 milioni). Forte ribasso di Buzzi che ha perso il 3,2% dopo i risultati deludenti della controllata tedesca Dyckerhoff.

Continua tra  le utility la discesa di A2A -4,5%. In serata è arrivato il sì della Consob al nuovo prezzo d’Opa su Edison: 0,89 euro invece di 0,84. Il maggior esborso (tra i 50 e i 60 milioni) verrà diviso tra Edf e Delmi. Oggi si riuniranno i consilgi di A2A e Delmi. Infine, sarà probabilmente Pippo Ranci, già presidente dell’Autorità per l’Energia, il nuovo presidente del consiglio di sorveglianza di A2A. Al contrario, sono salite Atlantia +2,7% e Telecom Italia +2,1%.

Telco ha dato ieri ad un aumento di 600 milioni e all’emissione di un nuovo bond da 1750 milioni necessario per rifinanziare il debito di 3,4 miliardi. E’ stata anche approvata una nuova linea bancaria in pool per 1.050 milioni. Il valore di carico della partecipazione in Telecom Italia è ora di 1,5 euro per azione.

Intanto ha dato le dimissioni Luca Luciani, responsabile di Tim Brasil, coinvolto nello scandalo delle Sim false in Italia. Secondo alcuni rumor, pratiche analoghe per gonfiare la base clienti sarebbero state seguite anche nella controllata brasiliana.

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